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Omicron 2, la parola allo statistico: “Abituarsi alle piccole ondate”

Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa e cofondatore dello StatGroup19 commenta i più recenti numeri della pandemia in Italia.

“Questa nuova mini-ondata, molto rapida, in perfetto stile Omicron 2, ha rallentato. In alcune regioni siamo già nella fase di picco, e altre la stanno raggiungendo. Bisogna comunque prestare attenzione, perché l’andamento dell’epidemia è molto eterogeneo”. Così Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Università Lumsa e cofondatore dello StatGroup19, gruppo inter-accademico di studi statistici sulla pandemia da Covid-19.

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“L’indice di gravità che abbiamo costruito e pubblicato sull’International Journal of Infectiuos Diseases – spiega Maruotti – registra uno stop nella sua discesa: ingressi in terapia intensiva e decessi sono ai minimi per questa ondata. Purtroppo, seppur di poco, gli indicatori ospedalieri sono destinati a risalire. Nulla di cui preoccuparsi: la tabella di marcia verso il ritorno alla normalità non subirà alcuno stop”.

Aggiunge l’esperto: “Dovremo abituarci a queste piccole ondate, frutto dell’aumento della popolazione suscettibile al virus e del presentarsi di nuove varianti, sempre più contagiose, ma meno aggressive. Purtroppo i vaccini attualmente a disposizione perdono velocemente efficacia contro il contagio dalle nuove varianti, ma ci proteggono comunque contro la malattia grave, tanto da consentirci un graduale ritorno alla normalità”.

E ancora: “Ospedalizzazioni e decessi devono essere monitorati con attenzione: sarà il loro andamento a guidare le scelte future. L’onda più recente di contagi legati alla variante Omicron sta dunque rallentando la sua crescita, pur mantenendo valori ancora elevati. Poi bisognerà capire se scenderà o si stabilizzerà. Tuttavia il dato nazionale non riflette l’andamento regionale eterogeneo, perchè alcune regioni sono partite prime di altre in questa ricrescita dei casi, e dunque prima si stanno avvicinando alla fase di picco”.

A tal proposito, Maruotti precisa: “Sicilia e Sardegna sono le regioni entrate già in fase di picco, come pure Lazio e Calabria. Tutto il Nord Italia, invece, seppur con una curva epidemica in rallentamento, è ancora in fase di crescita dei casi. Al Sud, infine, sono Puglia e Campania a registrare la crescita di casi più sostenuta. In generale non bisogna focalizzarsi sui dati di un singolo giorno in cui si registra magari un numero molto elevato di casi, ma va considerata la media dei casi sui sette giorni: al momento siamo intorno a 72mila casi giornalieri in media nei sette giorni. I numeri sono dunque ancora alti e continueremo a crescere questa settimana e la prossima, ma nell’ultima settimana siamo comunque passati da una crescita del +40% circa al +20% circa questa settimana. Quindi la velocita di crescita va rallentando, e quando succede questo si entra appunto nella fase di avvicinamento al picco”.

A pesare in questa ultima e veloce ricrescita dei contagi, conclude Maruotti, “è stato soprattutto il ruolo delle varianti, che hanno dato luogo a un fenomeno di sostenute reinfezioni, ma anche l’allentamento delle misure, a partire dall’ambiente scolastico con la sospensione della dad”.

Redazione Nurse Times

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