Obbligo vaccinale per il personale sanitario e Green Pass: come ci si regola all’estero?

Diamo un’occhiata alle regole in materia imposte dagli altri Paesi.

Green Pass o tampone negativo anche per entrare in bar e ristoranti. Questa, come noto, è la linea adottata in Francia e sulla quale si discute animatamente in altri Paesi, Italia compresa. L’obiettivo è fermara l’avanzata della variante Delta del coronavirus, sempre più diffusa in Europa. Stesso obiettivo al quale è finalizzata la ricerca di una soluzione al personale sanitario non ancora vaccinato, per il quale in tanti pensano di seguire proprio noi italiani, imponendo l’obbligo vaccinale.

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Prima dell’Italia, dove tale obbligo è in vigore da marzo, solo l’Arabia Saudita aveva deciso di adottare una linea più dura: non si lavora senza vaccino. Da maggio l’obbligo è stato esteso a tutti i lavoratori del settore pubblico, privato e no profit. La Francia ha approvato l’obbligo vaccinale per i sanitari all’inizio della scorsa settimana, minacciando la sospensione dello stipendio a chi non si adatterà. E ora anche la Serbia sta seguendo il medesimo percorso.

Come pure in Russia: a 2 milioni di lavoratori pubblici moscoviti, operatori sanitari in prima linea compresi, è stato detto che devono essere vaccinati dopo un picco di casi. Il monitoraggio sarà severo: almeno il 60% dei dipendenti deve ricevere la prima dose di vaccino entro il 15 luglio, o le aziende rischiano di essere multate.

Il Regno Unito, poi, renderà obbligatoria la vaccinazione anti-Covid per il personale delle case di cura da ottobre, e si valuta se estendere la politica al personale dell’Nhs. In Irlanda, invece, l’obbligo è stato definito un “passo invadente”, da prendere in considerazione solo in caso di rischio particolarmente elevato. Alcune strutture ospedaliere hanno comunque già mandato a casa il personale non vaccinato, sebbene a piena retribuzione, per evitare conseguenze sui pazienti.

Tornando al Green Pass, in Francia è obbligatorio da oggi per cinema e teatri, mentre da agosto lo sarà anche per bar e ristoranti, strutture mediche e trasporti di lunga durata. In Spagna, per ora, il certificato vaccinale è obbligatorio per i turisti inglesi in arrivo alle Baleari e, in Catalogna, per partecipare agli eventi con più di 500 persone. In Portogallo

 è prevalsa la linea dura: dal 10 luglio il pass sanitario è obbligatorio per andare al ristorante in 60 città, comprese Lisbona e Porto. È rimasto anche il coprifuoco dalle 23 alle 5, e i bar osservano limitazioni di orario.

Anche la Grecia ha imposto il Green Pass per ristoranti, bar e siti culturali. Il timore del governo ellenico è che i turisti in arrivo possano portare il virus nel Paese e diffonderlo nei principali luoghi della movida. A Cipro la certificazione è necessaria anche per gli hotel, oltre che per ristoranti, pub e bar. E in Austria serve per accedere a locali notturni, hotel e ristoranti.

In Danimarca, poi, è prevista per andare quasi ovunque: ristoranti, cinema, musei, teatri, persino parrucchieri. Lettonia e Lituania hanno invece adottato una soluzione diversa: chi è vaccinato può sedersi all’interno di ristoranti, frequentare palestre e cinema, mentre chi non lo è può farlo lo stesso, ma dovrà sedersi fuori, con distanziamento e posti calcolati.

La Germania, per il momento, non ha posto alcun limite, e la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato di non volerlo fare. Infine l’Ungheria, che in un primo momento aveva imposto il Green Pass per i ristoranti, dal 3 luglio ha revocato l’obbligo, insieme a quello riguardante le mascherine.

Redazione Nurse Times

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