Coronavirus, il punto sulla variante Delta: età media, efficacia dei vaccini e sintomi

I dati confermano la pericolosità del ceppo proveniente dall’India, destinato a imperversare durante l’estate.

“La variante Delta dominerà nelle prossime settimane”. Parola di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che in occasione della conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia, ha sottolineato come il ceppo indiano possa essere fino al 110% più contagiosa: “L’aumento della trasmissibilità della variante Delta è stimata tra +33 e +110%, e quindi nello scenario peggiore si ipotizza una trasmissibilità nel limite superiore pari a 1.3”.

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L’età media dei contagi da coronavirus è ora di 28 anni. “Ma sta calando anche l’età media al primo ricovero, che è 50 anni. “Rimane in lieve calo l’età mediana per l’ingresso in terapia intensiva e l’età mediana al decesso è un po’ più instabile e rimane sopra 70 anni”, ha detto Brusaferro.

Sull’efficacia dei vaccini contro la variante Delta i pareri non sono concordi. Il monodose di Johnson & Johnson “ha dimostrato una risposta immunitaria duratura e ha generato risposte anticorpali neutralizzanti contro la variante Delta e altre varianti di Sars-CoV-2 che destano preoccupazione”. Lo riferisce la stessa J&J, comunicando i risultati ad interim di un sottostudio di fase 1/2a pubblicato sul New England Journal of Medicine (Nejm).

L’efficacia del vaccino Pfizer contro la variante Delta è “più debole” di quanto sperassero i funzionari sanitari. Ad affermarlo èn il primo ministro israeliano Naftali Bennett, che ha aggiunto: “Non sappiamo esattamente fino a che punto il vaccino aiuti, ma l’efficacia è significativamente inferiore”.

Con la variante Delta, oggi, “anche se si è vaccinati si può essere infetti”. Questa variante, “buca perfino il doppio ciclo vaccinale, perché conferisce una certa protezione contro la malattia grave e l’ospedalizzazione, ma nel 30-35% dei casi determina infezione anche nei soggetti che hanno fatto la seconda dose di vaccino; figuriamoci una sola”, ha affermato dal canto suo Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza

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Secondo l’Ema, a fine agosto la variante Delta rappresenterà il 90% dei casi di coronavirus nell’Unione Europea. Il mix tra vaccini si presenta come sicuro ed efficace, affermano l’Agenzia europea per i medicinali e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in una nota congiunta, ricordano che “la variante Delta si diffonde rapidamente in Europa e preoccupa perché potrebbe ostacolare gli sforzi per controllare la pandemia”. Secondo il documento Ema-Ecdc, la variante Delta “è dal 40% al 60% più trasmissibile rispetto alla precedente variante Alpha e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione”. L’Ecdc stima “che entro la fine di agosto la variante Delta rappresenterà il 90% di tutti i virus Sars-CoV-2 che circolano nell’Ue”. Per questo “è essenziale per i Paesi accelerare i programmi di vaccinazione, compresa la somministrazione di seconde dosi dove raccomandato, e colmare il prima possibile le lacune immunitarie della popolazione”.

A livello di sintomi, poi, la variante Delta pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E ovviamente anche i tempi di guarigione ne risentono.

Redazione Nurse Times

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