Nursing World Conference: l’infermieristica italiana a confronto con quella internazionale

Il tema della terza edizione, andata in scena a Roma, era: "Perseguendo una valida assistenza di qualità"

Il tema della terza edizione, andata in scena a Roma, era: “Perseguendo una valida assistenza di qualità”

Si è svolta a Roma, nei giorni 17, 18 e 19, presso l’Holiday Inn Rome Aurelia, la terza edizione della Nursing World Conference 2018, organizzata da Magnus Group (MG), un’organizzazione internazionale che si impegna a soddisfare le esigenze della scienza e della tecnologia in diversi campi, tra cui quello sanitario, per sostenere lo scambio di idee di ricercatori dello stesso settore o di ricerca interdisciplinare.

Il network è composto da ricercatori provenienti da 80 paesi diversi, rappresentativi di 688 diverse Università. In brevissimo tempo, il gruppo Magnus ha creato una piattaforma unica per professionisti, università, ospedali e istituti di ricerca, al fine di condividere le ultime scoperte scientifiche, i fatti e le notizie correlate.

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Il tema della terza edizione, dopo quelle organizzate a Dubai (2016) e Las Vegas (2017) è riportato nel sottotitolo Perseguendo una valida assistenza di qualità ed è stato ben esplicitato da Adele Webb, del comitato scientifico e professore associato della Capella University, USA: “In questo convegno ci si concentrerà sulle tecnologie attualmente utilizzate, sulle innovazioni dirompenti e sull’applicazione dei recenti progressi e dei dati basati sull’evidenza nell’educazione infermieristica, nella pratica, nella ricerca e nella leadership”.

Il summit ha visto susseguirsi ben 70 speakers, che hanno condotto  una serie di approfondimenti su argomenti inerenti: Nursing Research, Nursing Informatics, Nursing Education, Emergency Nursing, Paediatric Nursing and Clinical Nursing, Critical Care Nursing and Neonatal Care and Occupational Health. Sono stati presentati e discussi anche una ventina di poster, prevalentemente sintesi di ricerche condotte dagli infermieri in team multidisciplinari nel campo della clinica.

Chi scrive ha avuto il privilegio di essere stata invitata, insieme ad altri due colleghi italiani (Fabiola Sanna, AOU Maggiore della Carità, Novara e Marco Enrico Sgarci, Policlinico San Martino di Genova) a presentare una relazione in lingua inglese. I relatori provenivano prevalentemente da Università e ospedali degli  Stati Uniti e Gran Bretagna, ma erano rappresentate anche Australia, Nuova Zelanda, Brasile, Qatar, Gordania, Turchia, India, Corea del Sud, Portogallo, Norvegia, Santo Domingo.

Paola Gobbi

La mia relazione, dal titolo How to train on sensibly ethical issues with the senior nurses ha presentato al pubblico un’esperienza formativa di lunga durata, circa dieci anni, condotta inizialmente presso OPI di Milano, successivamente in diverse aziende sanitarie e residenziali dell’area milanese. Tale esperienza si è caratterizzata per avere avuto, come punto di partenza per la discussione e l’apprendimento di temi etico-dentologico, l’utilizzo di situazioni clinico-assistenziali (“casi”) realmente vissuti dagli infermieri che hanno partecipato ai corsi.

Quindi un approccio bottom up, dove il problema etico non è stato presentato partendo dalla teoria, ma è stao ricavato dalle storie vissute dagli infermieri con i propri pazienti nei contesti assistenziali. Per approfondimenti si rinvia alla bibliografia citata in fondo all’articolo.

In apertura di convegno, lunedì 17 settembre, il board scientifico dell’Associazione Magnus Group ha presentato una serie di relazioni tra loro diverse, per contesti, temi e linee di intervento ma complementari, accumunate tutte dalla grande competenza degli infermieri relatori e, soprattutto, dai diversi ruoli che occupano non solo nella professione ma anche in organismi internazionali quali la World Health Organization (OMS).

Anne-Maria Newham, della Lincolnshire Partnership Foundation Trust di Londra,  ha presentato “Culture improvement and leadership programme”, il lavoro di un anno per risollevare le sorti del Trust in cui opera, al fine di sviluppare strategie di valutazione della leadership organizzativa e motivare il personale a dare il meglio di sé, per favorire esiti positivi sulle persone assistite.

Adele Webb, della Capella University, Stati Uniti,  ha relazionato su “Building nursing faculty capacity in Africa” il lavoro condotto  in diversi Paesi africani sulla valutazione delle capacità dei docenti nelle scuole di infermieristica. I dati raccolti permetteranno di stendere un piano nazionale nei singoli paesi per migliorare i risultati della formazione dei futuri professionisti.

Di come ottenere le credenziali di Certified Nurse Educator (CNE) ha parlato Larry Simmons, della National League for Nursing, USA, nel suo intervento “Pathways to certification in nursing education. The work of making the CNE a global certification” . Attualmente sono più di 6000 i docenti certificati con questo percorso, purtroppo solo in lingua inglese, nel quale vengono esplorate  aree quali come agevolare l’apprendimento, l’utilizzo della valutazione, la progettazione del curriculum, la definizione dei risultati.

La sessione dedicata alla ricerca ha riservato due belle sorprese: una relazione molto dettagliata di Gretchen Summer-Gafford, del Californian Nursing Research Community Benefits, USA, su come ottenere finanziamenti per la ricerca infermieristica, partecipando ai diversi bandi, nazionali ed internazionali, in cui aziende, società scientifiche, associazioni professionali mettono in campo somme di denaro anche considerevoli per finanziare ricerche che abbiano un impatto sulla vita delle persone, migliorandone gli esiti quali la qualità e il benessere ma anche prevedendo le complicanze in caso di persone malate.

E’ stato presentato un caso esemplificativo di collaborazione tra un’organizzazione professionale e un’associazione privata che ha prodotto le Linee guida per la cura delle donne che si presentano al pronto soccorso con interruzione della gravidanza; queste linnee guida sono state successivamente approvate dal comitato etico dell’American Nurses Association per il miglioramento significativo della cura e della dignità di donne, spesso fragili e povere, che cercano trattamenti di emergenza a seguito di una perdita di gravidanza inaspettata.

L’altra relazione, presentata da Virginia Pesata, della South University, USA, ha indagato le paure che hanno gli infermieri durante il loro lavoro (es: per episodi di violenza fisica), utilizzando uno strumento, il Revised Fear in Nursing Questionnaire, proposto a 431 professionals via web. Gli infermieri hanno paura perché pensano che l’amministrazione non li protegga; hanno più paura gli infermieri del Pronto Soccorso e quelli che sono impegnati in turni notturni o turni molto lunghi (fino a 12 ore).

La sessione dedicata ai temi etici ha visto una bella lezione magistrale condotta da Amanda Whateley,  master in Medhical Ethics e Cure Palliative e coordinatrice presso il Great Hormond Street Hospital di Londra. Nella relazione “Could we, should we, can we? Ethical dilemmas in palliative  and end of life cares “ ha ripreso i concetti fondamentali dell’etica medica e il loro rapporto con la pratica infermieristica; ha esortato i colleghi a riconoscere i dilemmi etici, a sviluppare una maggiore comprensione del perché questi problemi si verificano, a prendere in considerazione la pratica infermieristica in tutto il mondo e in che modo le differenze possono portare a diversi tipi di dilemma.

Non esistono risposte giuste o sbagliate da dare ai pazienti, è però essenziale che le infermiere si sentano  in grado di farlo, di discutere apertamente di questi argomenti in équipe e con i propri pazienti e trovare approcci che funzionino per loro al fine di essere in grado di affrontarli.

Molto emozionante l’esperienza raccontata da  Pura Julia Cruz-Oliver, dell’Universidad del Sagrado Corazon di Puerto Rico, relativa agli effetti devastanti  degli uragani Irma e Maria che hanno colpito l’isola caraibica nel 2017. La Facoltà di Nursing è stata completamente distrutta e gli studenti, insieme ai loro docenti, hanno organizzato una serie di interventi a favore delle popolazioni colpite, sia di natura sanitaria che logistica, riuscendo a cogliere le opportunità, anche formative, che disastri naturali simili possono presentare. La sfida è stata anche quella di riuscire a garantire un percorso di studi, che non si è mai interrotto, di livello qualitativo adeguato per la formazione dei futuri professionisti.

Usha Daniel, del National Maternity Hospital di Dublino ha presentato il percorso di accompagnamento delle donne gravide verso la diagnosi di diabete mellito, basato sull’esplorazione degli aspetti psico-emozionali della cura del diabete; il disagio conseguente alla diagnosi di diabete, specie per una donna gravida, può influire sulla capacità di self care nel prendersi cura della propria malattia e delle possibili complicanze.

Per concludere: la conferenza ha rappresentato, per me e per tutti i presenti, un momento importante di scambio di esperienze tra infermieri, infermieri  ricercatori,  docenti, leader, politici di tutto il mondo.

Ho apprezzato che in molti Paesi esteri è possibile per un infermiere a livelli di autorevolezza e leadership da noi impensabili, risultati che si raggiungono non necessariamente per il  fatto di essere infermieri ma sulla base di “valutazioni tra pari” che pongono alcuni colleghi ad essere valutati i migliori e i più adatti, rispetto ad altri professionisti, per ricoprire posti strategici e dare contributi fondamentali per la salute della popolazione mondiale.

Infine una nota dolente: nessuna Università italiana era presente, tanto meno la FNOPI. Peccato, un’altra occasione mancata per allargare la nostra (spesso) provinciale visuale dell’infermieristica al di fuori dei confini nazionali.

Paola Gobbi
Infermiera, ATS della Brianza, Monza (MB)

 

ALLEGATO

Slide della presentazione di Paola Gobbi

 

Bibliografia

nursingworldconference.com

Gobbi P., Carnevale F. et al. Validity of the Italian Code of Ethics for everyday nursing practice. Nursing Ethics December 2016

Gobbi P. Castoldi MG Marioni L Rosa D Gallo AM Alagna R Pasoni C.Codice deontologico dell’infermiere e pratica infermieristica: un felice e doveroso connubio. Italian Journal of Nursing 2014, 12:20-25

Gobbi P. Pieraccini G. Castoldi M.G. Marioni L. Collegio Ipasvi e AO ICP: una bella esperienza formativa dedicata all’infermieristica narrativa. Italian Journal of Nursing 2015, 15:38-42

Gobbi P. L’utilizzo dei casi in ambito etico-deontologico nella formazione infermieristica. Pratica Medica&Aspetti Legali 2016; 10(1)

Redazione (a cura di). Narrative, ricerca qualitativa e ricerca infermieristica. Assistenza infermieristica e Ricerca 2005; 24(3):132-35

Tognoni G. Aneddoti, blob, storie e persone. La narrazione come priorità infermieristica. Assistenza infermieristica e Ricerca 2005; 24(3):110-12

Woods M. ‘There is only narrative’: using case studies in nursing ethics. Nurs Ethics 2012; 19(1):5-6.

 

Redazione Nurse Times

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