Infermieri

Nursing Up: “Revisione della norma taglia-pensioni, si passi dalle parole ai fatti. Avanti tutta con le mobilitazioni”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura di Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up.

Sui possibili tagli alle pensioni avanti tutta con le annunciate mobilitazioni di protesta da Nord a Sud.  Nursing Up conferma che porterà in piazza infermieri e ostetriche nelle regioni italiane. Il primo calendario di manifestazioni sarà reso noto dal prossimo 14 novembre.

Non sono bastate le rassicurazioni verbali arrivate negli ultimi giorni direttamente dalla Segreteria del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon circa il pieno coinvolgimento dei professionisti dell’assistenza nella costruttiva e attesa revisione dell’art. 33 della bozza di Legge di Bilancio.

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Vogliamo vedere fatti, è questo il momento. L’obiettivo delle nostre azioni di lotta è quello di sollecitare, attraverso i governi locali, le aziende sanitarie a rivedere radicalmente il proprio modus operandi, che continua a essere decisamente lontano dalle nostre auspicate e legittime istanze, correndo il rischio di fomentare fughe all’estero e dimissioni volontarie, sempre più a discapito della qualità della tutela della salute della collettività. 

Infatti la nefasta ipotesi della riduzione delle aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995 rappresenta una vera e propria punizione che il personale attualmente in servizio nella sanità pubblica non merita, con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale. Un infermiere o un’ostetrica potrebbero, solo per esempio, rischiano di vedersi decurtata la già magra pensione, passando in men che non si dica da 1.400/1.500 euro mensili a 1.100/1.200. 

Siamo di fronte a una norma che riteniamo incostituzionale e che in queste ultime settimane ha suscitato le legittime e accese proteste dei professionisti della salute. Il nostro centralino è diventato e continua a essere bollente a causa delle continue richieste di informazioni da parte di nostri iscritti, che vogliono vederci chiaro su decurtazioni che rischiano di essere l’ennesimo colpo di mannaia.

Infermieri, ostetriche, tutti vogliono fuggire, lasciare le strutture sanitarie pubbliche prima possibile! Molti, temendo di perdere gran parte della loro futura pensione, ci chiedono quali sono le pratiche per abbandonare il Ssn sin dal prossimo anno, e dedicarsi alla libera professione. 

Allo stato, sono almeno 14mila gli infermieri e circa 500 le ostetriche che si preparano a lasciare il Ssn nel 2024 per raggiungimento dei requisiti pensionistici, ai quali si aggiungono almeno ulteriori 4mila unità, che hanno manifestato la loro intenzione di passare dalla dipendenza alla libera professione

, lasciando il lavoro anticipatamente. Come si può dar loro torto? Si sentono traditi dalle scelte del Governo, e non hanno  più fiducia. 

Certo è che in simili condizioni è sempre più a serio rischio sia l’assistenza territoriale che l’intero progetto Pnrr. Per questa ragione, anche se abbiamo accolto positivamente le rassicurazioni giunte da parte del sottosegretario Durigon, andremo avanti con le annunciate mobilitazioni, proprio in attesa che le promesse si trasformino in concreta realtà, possibilmente senza tirar fuori dal cappello soluzioni pasticciate, che nessuno accetterebbe.

Attraverso lo strumento delle manifestazioni, dei sit in e dei flash mob, agiremo su due leve: la prima è quella di rendere plastico il malcontento dei professionisti agli occhi della politica, alla quale arriverà, anche attraverso i media, lo stato del reale malcontento negli ospedali e nelle strutture sanitarie. La seconda leva, mira al coinvolgimento diretto delle istituzioni locali e della cittadinanza. Infatti, con le nostre mobilitazioni territoriali, attiveremo un percorso di sinergia tra più istituzioni regionali e centrali.

Nella sostanza, a ogni mobilitazione regionale daremo impulso alle nostre contestazioni, chiedendo ai prefetti di agire, in qualità di rappresentanti del Governo, sui governi regionali, sulla Presidenza del Consiglio e sul Comitato di Settore per ottenere risposte chiare e precise alle nostre richieste di valorizzazione delle professionalità infermieristiche e di quelle ex Legge 43/2006.

Tuttavia, nelle ultime ore, è emersa all’orizzonte una nuova ipotesi che, se confermata, sarebbe una vera e propria iattura: decurtazioni per chi decide di andare in pensione anticipatamente. In parole povere, se da una parte i professionisti della salute potrebbero sorridere al pensiero di non veder depauperati anni di lavoro con i possibili tagli alle pensioni, dall’altra potrebbero essere messe in atto nuove limitazioni,  punitive per chi decide di anticipare il momento della propria pensione. Insomma, potrebbe profilarsi un nuovo e tempestoso capitolo di questa storia rocambolesca, sulla veridicità del quale attendiamo ancora lumi.

Redazione Nurse Times

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