Nuove frontiere della diabetologia: arriva l’insulina in compresse

Una nuova tecnologia chiamata Cholestosome costituita da una particella neutra a base lipidica è in grado di veicolare l’insulina nei vasi sanguigni senza che venga distrutta nello stomaco

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché causata dalla produzione di autoanticorpi, attaccando le cellule Beta presenti all’interno del pancreas, deputate alla produzione di insulina che riducendosi fino ad azzerarsi completamente, scatenano una situazione di eccesso di glucosio nel sangue identificata con il nome di iperglicemia.

Per questo motivo i pazienti che ne sono affetti devono sottoporsi ad iniezioni sottocutanee, con grande peso sulla qualità della vita e sull’umore, ad oggi non esistono formulazioni orali del farmaco poichè l’ambiente particolarmente acido dello stomaco non consente la sua entrata nel flusso sanguigno.
Gli scienziati del team della Niagara University (Toronto) hanno condotto uno studio sul Cholestosome “una particella neutra a base lipidica in grado di fare alcune cose molto interessanti” ha spiegato Mary McCourt, fra i coordinatori del gruppo di ricerca.

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I risultati dei loro test in vivo sono stati presentati al 252esimo meeting nazionale dell’American Chemical Society (Acs), a Philadelphia.
Le nuove vescicole sono fatte di molecole lipidiche naturali, normali mattoncini di grasso “diversi da altri trasportatori di farmaci a base di lipidi, chiamati liposomi, che devono essere a loro volta impacchettati in rivestimenti polimerici” spiegano i ricercatori.

I lipidi, una volta assemblati in sfere, formano particelle neutre resistenti agli attacchi degli acidi dello stomaco, i farmaci vengono caricati all’interno e i minuscoli pacchetti possono passare attraverso lo stomaco senza degradare.

Quando i Cholestosome raggiungono l’intestino, il corpo li riconosce come qualcosa che deve essere assorbita. Le vescicole passano attraverso l’intestino nel flusso sanguigno, qui le cellule le prendono e le rompono, rilasciando l’insulina.
Attualmente le sperimentazioni sono state condotte su topi da laboratorio ottenendo dei risultati molto incoraggianti, mentre sono allo studio delle collaborazioni per sperimentare la tecnologia innovativa su volontari.

Mina Cucinotta

Fonti
www.portalediabete.org

www.aboutpharma.com

 

Redazione Nurse Times

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