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#noisiamopronti: o forse no?

“io sono nato pronto”, la battuta è di Kurt Russel protagonista del celebre film di Carpenter “Grosso guaio a Chinatown”, divenuto cult movie grazie al successo commerciale in home video.

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Questo è ciò che mi è venuto in mente leggendo l’ormai famoso hastag #noisiamopronti lanciato da Ipasvi Bologna a seguito delle polemiche tra alcuni Ordini dei Medici e Infermieri sulle presunte competenze trasferite a chi opera nel servizio di 118.

Chi vi scrive si è fatto una propria idea non del tutto in linea ne con l’hastag ne tantomeno con le lettere che sono giunte alle varie redazioni giornalistiche di rivendicazione professionale.

E’ quantomeno curioso che il tutto avvenga in un momento delicato della Sanità italiana, quasi all’indomani delle prime indiscrezioni sulla nuova legge di stabilità, che annuncia lo sblocco dei contratti per l’impiego pubblico.

Il caso scoppia pochi giorni dopo l’annuncio dello stanziamento di 300milioni per il rinnovo dei contratti, un rinnovo non solo auspicato dalle diverse sigle sindacali dopo anni di blocco contrattuale e inutili scioperi. Un contratto bloccato dal 2009 con le drammatiche conseguenze per la perdita del potere d’acquisto per chi lavora per lo Stato. Un contratto bloccato che la Corte Costituzionale ha giudicato incostituzionale, purtroppo senza retroattività, con un sgravio allo stesso Stato di quasi 35 miliardi di Euro: si parla di quasi 10mila euro a testa per ogni dipendente dei 3,2 milioni di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico. Lo stipendio di un infermieri ha perso in questi 5 anni il 25% del suo valore complessivo!

Lo Stato se la cava invece con 300milioni di euro, anche qui il calcolo è facile. Da un debito che lo Stato aveva di 10mila euro, i dipendenti pubblici avranno un aumento annuo di 93,75 Euro, ovvero 7,8125 Euro/mese, 0,40 Centesimo al giorno.

Il lavoro degli Infermieri vale circa un caffè ogni 3 giorni, ovviamente se bevuto al bar sotto casa e non sia mai che a qualche collega venga in mente di andare a prenderlo in qualche piazza importante del nostro bellissimo paese.

Pensare che gli Infermieri, da soli, rappresentano il 45% dei dipendenti della Sanità, una forza d’urto in grado di arrestare una macchina che di per se comincia a dare i primi segnali di cedimento.

IPASVI Nazionale, attraverso un comunicato della sua Presidente, respingeva con sdegno la proposta del Governo, parimenti ai Sindacati più o meno allineati sulla parola “vergogna”. Ma dopo il 19 ottobre il silenzio è calato, nessuno parla più del rinnovo “vergogna”, nessuno si interessa del valore economico che viene riservato alla nostra categoria professionale, tutti in attesa di qualcosa che non si riesce a comprendere.

In compenso nel comunicato del 19 ottobre la Presidente (clicca qui) rilancia la questione “competenze”, quelle stesse competenze che sono giustamente rivendicate dall’hastag che da origine a questo articolo. Una valorizzazione professionale che passa solo attraverso un probabile aumento delle responsabilità per nulla legato ad un incremento salariale che rimane sullo sfondo, questo è il vero scandalo della professione infermieristica.

Quel cambio di passo auspicato dal sottoscritto perché IPASVI Nazionale prendesse posizione netta sulla questione, non avviene, ma leggendo il Comunicato viene difficile non legarlo a quello apparso esattamente un anno prima (14 ottobre 2014) quando la precedente Presidente Silvestro (clicca qui) (Senatrice del Partito che sta varando questa legge vergogna) lanciava strali sul mancato rinnovo dei contratti ma auspicava il rilancio della professione attraverso le competenze, a costo zero!

Leggendo i due comunicati il gioco è: trova le differenze!

Molti, leggendo, penseranno che il sottoscritto ha verso la Presidenza IPASVI ed in generale verso il Collegio qualche contenzioso in corso. Sgombriamo il campo dagli equivoci, io non sono contro il Collegio IPASVI, ma ritengo doveroso puntualizzarne gli aspetti che non convincono e che ritengo meritevoli anche di critica sulle azioni politiche che vengono intraprese.

I colleghi che hanno lanciato l’hastag sono sicuramente in buona fede, ma dal mio punto di osservazione non hanno fatto bene i loro conti, perché il problema non risiede solo negli 8 euro al mese previsti dal rinnovo contrattuale (ancora la Legge di Stabilità è in discussione, aspettiamoci altre sorprese dell’ultimo momento, nessuno prenda appuntamento per il caffè).

Il problema è che in questa storia delle “competenze” ci vedo un errore strategico che rischia di mettere 400mila infermieri con le spalle al muro senza che venga loro riconosciuto il valore economico della competenza stessa.

Se 320mila possono giocarsela con i favori del pronostico, avendo come campo di gioco le Aziende Pubbliche, gli altri si troveranno a dover affrontare la partita in campi ben più ostici e troppo spesso dimenticati proprio dai Collegi.

Gli “altri” infermieri devono scontrarsi con miriadi di contratti, che rispetto al contratto guida ovvero quello della sanità pubblica, sono sempre al ribasso. Un ribasso che non trova nemmeno nella parola vergogna la giusta locuzione per poterlo descrivere.

Quello che mi chiedo è come si può pretendere una crescita professionale con l’acquisizione di competenze specialistiche a 1000 euro al mese? Se qualcuno strabuzza gli occhi non ho problemi a postare la mia ultima busta paga.

Entrando poi nel merito della polemica che ha scatenato l’hastag vorrei chiedere ai colleghi del 118 come possono essere contenti di trovarsi a dare lo stesso servizio, ovvero le stesse prestazioni secondo alcune lettere inviate a commento di quanto avveniva in Emilia Romagna, con una disparità di trattamento economico di 3 a 1 .

Noi non daremo un servizio low cost, sulla professionalità dei colleghi non ho alcun dubbio come sulle loro competenze (che preferirei chiamare “conoscenze”), ma sicuramente il parametro economico è low cost: mi chiedo, dobbiamo esserne orgogliosi? A me pare che stiamo facendo la figura dell’orso in gabbia, mentre gli altri ci tirano le noccioline noi improvvisiamo un ballo di ringraziamento.

In questi giorni, che potremmo ribattezzare ironicamente “Nursing Pride”, lo scandalo del rinnovo contrattuale è tornato sullo sfondo, nessuno lo rammenta.

In una recente giornata di formazione per Infermieri di Sala Operatoria, Luca Benci, durante il suo intervento ha esclamato “non so se ne siete consapevoli, ma vi hanno rinnovato il contratto di ben 8 euro al mese” (mi scuso con Luca Benci se non riporto in maniera fedele la sua frase, ma vado a memoria, mi assumo la responsabilità della citazione).

Comprendo che si stia lavorando in un clima reso complesso dagli ulteriori tagli al Servizio Sanitario, in uno scenario in cui le Regioni saranno il chirurgo che opererà nel concreto, ma dobbiamo continuare in questa logica di silenzio/assenso dove alla fine il bilancio tra costi e benefici per la professione sarà negativo?

Troppo pochi coloro che troveranno benefici e troppi coloro che invece rimarranno a remare in una barca che non li sorregge più, cosi carica di problematiche organizzative e lavoro che prima o poi affonderà.

Cari colleghi, io #nonsonopronto, valorizzare la professione non significa accettare competenze supinamente senza un preciso piano di sviluppo delle stesse e un sostanzioso incremento economico che ne dia il valore.

Inoltre voglio comprendere meglio la questione che non viene mai alla luce, ovvero come si sviluppano queste competenze? Con quali percorsi formativi, chi li gestirà.

Non posso immaginare un ulteriore frazionamento della Professione, già resa debole dall’accettazione di mille contratti ed incapace di imporre una base uguale per tutti, ma non vorrei che domani avremo Infermieri Specialisti formati a seconda della capacità delle Regioni di implementare la figura.

Insomma, la mia fortuna professionale, oltre a dipendere dalle capacità del sottoscritto potrebbe essere condizionata dalla posizione geografica che avrà la mia residenza?

Qualcuno faccia chiarezza ed al più presto perché il rischio è che la “disinformacia” che cronicamente colpisce gli Infermieri, li ponga come soggetto debole di una contrattazione che sembra favorire i soliti noti mentre altri rischiano di trovarsi all’interno di diabolici meccanismi che portano dritti al demansionamento.

Sono ormai da considerare un vecchio infermiere, avendo avuto l’abilitazione alla professione ben 23 anni fa. Ho vissuto tutta la evoluzione normativa che ha subito la professione dalla metà degli anni 90 ad oggi.

Ho visto come è stato governato il passaggio da Professione Ausiliaria a Professione Sanitaria, ovvero il suo “non governo”. Anche se i più non vogliono vedere, sui social si vede perfettamente quali sono i rapporti tra gli Infermieri pre-riforma e quelli post-riforma. Se qualcuno ancora non lo ha fatto, si faccia un giro nelle U.O. è colga con mano le resistenze di molti colleghi ancora legati ad un vecchio modo dell’agire quotidiano. Basterebbe un richiamo all’art 36 della Costituzione Italiana.

Ai nostri stimati Dirigenti chiedo il favore grande di lavorare non per conservare le loro poltrone ma per allineare il grande arco astronomico della professione infermieristica: normativo – organizzativo – contrattuale.

Senza questo allineamento gli Infermieri siano pronti ad un nuovo hastag:

#noisiamostanchidiaspettare

Piero Caramello

Sitografia

https://www.nursetimes.org/2015/07/07/nurse-times-news/ancora-novita-dalla-fnc-un-modello-di-riferimento-per-rilanciare-la-sfida-delle-competenze-specialistiche-volare-alto-o-rullaggio-prolungato/3976/

https://www.ipasvi.it/attualita/legge-di-stabilit–2015-silvestro-presidente-fnc-no-al-blocco-dei-contratti-si-ai-percorsi-complementari-di-formazione-id1352.htm

https://www.ipasvi.it/attualita/mangiacavalli-stabilit–2016-non-staremo-a-guardare-con-i-cittadini-al-nostro-fianco-rdquo–id1604.htm

https://www.nursetimes.org/2015/07/14/nurse-times-news/il-documento-sulle-competenze-specialistiche-visto-da-un-infermiere-gene-ralista/4082/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/17/legge-di-stabilita-statali-in-sciopero-il-20-novembre-vergognoso-lo-stanziamento-per-rinnovo-contratti/2137310/

https://www.ipasvi.it/archivio_news/attualita/1537/MODELLO%20IPASVI%20SU%20EVOLUZIONE%20COMPETENZE%20INFERMIERISTICHE.pdf

Redazione Nurse Times

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