Neonatologia e pediatria

Niente più paura della TAC al Meyer: i piccoli pazienti andranno a farla all’isola dei pirati

“Vedere realizzata in poco tempo una tac di ultimissima generazione, che non ha eguali in Europa in un ambiente a misura di bambino come l’isola dei pirati, testimonia il lavoro ben fatto tra la squadra della struttura commissariale e quella del Meyer”.

Sono queste le parole pronunciate dal generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, a conclusione della visita dell’ospedale pediatrico fiorentino e in particolare dei locali che ospitano una TaC all’avanguardia, capace di eseguire tomografie con immagini ad alta risoluzione in tempi ridotti e con una bassissima esposizione alle radiazioni ionizzanti.

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Il macchinario, che ha già superato la fase di rodaggio ed è a disposizione dei piccoli pazienti, che hanno bisogno di una diagnosi, è stato acquistato grazie ai fondi commissariali, con una procedura portata a termine in tempi rapidissimi: sessanta giorni dall’inizio del cantiere. Si tratta di un importante investimento, di oltre 1milione e 200mila euro, finalizzato a migliorare ulteriormente la capacità di risposta della radiodiagnostica del Meyer.

 

“La mia presenza a Firenze cade in un giorno particolare – prosegue Figliuolo – . Oggi ricorrono i due anni dal primo caso Covid e non dobbiamo dimenticarcene Guai a non avere appreso lezione di questo periodo. Da quello che mi riferiscono i professionisti del Meyer si stanno verificando casi di trombosi in bambini non vaccinati in fase acuta di Covid. Bisogna, quindi, riflettere sul rapporto rischi-benefici. Invito le famiglie a rivolgersi ai loro pediatri e a raccogliere le informazioni necessarie per poi prendere la decisione che sembra loro essere la più giusta”.

“Sul fronte della vaccinazione la Toscana ha fatto un ottimo lavoro con oltre il 91,2% di cicli completi effettuati e il 96% con prima e seconda dose somministrate – sottolinea Figliuolo a margine della visita -. Noi oggi abbiamo, con ciclo completo, l’89% dei cittadini italiani, quindi oltre 48 milioni di persone. Se pensiamo a prima dose e guariti, siamo quasi al 94%, quindi a quasi 51 milioni.

Dobbiamo continuare a vaccinare. Spero che le persone esitanti comprendano finalmente l’importanza del vaccino”, conclude Figliuolo annunciando entro la fine di questa settimana l’arrivo di circa un milione di dosi di vaccino Novavax, che saranno subito distribuite a tutte le Regioni e alle Province autonomie (altre due milioni sono attese nel mese di marzo) e delle disposizioni attuative con il Ministero della Salute e le Regioni “per partire dal primo marzo con la somministrazione della quarta dose anti-Covid, una volta individuate le platee interessate”.

“Con l’attivazione di questa TaC di ultima generazione il Meyer si distingue ancora una volta per l’eccellenza delle cure e dell’assistenza, di cui sono molto orgoglioso. La Regione Toscana ha già avviato la procedura necessaria perché venga riconosciuto come Istituto di ricerca di primissimo ordine a livello nazionale – sottolinea il presidente Eugenio Giani – Ringrazio Figliuolo della sua presenza e della sinergia che è venuta a crearsi con la struttura commissariale. Per noi è un importante punto di riferimento. Ha coordinato e gestito la campagna di vaccinazione con particolare incisività, tanto da rendere l’Italia un esempio organizzativo a livello europeo”.
“La nuova TaC all’avanguardia acquistata con i fondi della struttura commissariale è già stata utilizzata per i primi 30 bambini – spiega Alberto Zanobini, direttore generale dell’ospedale pediatrico Meyer -. Siamo orgogliosi di aver mostrato al Commissario Figliuolo l’efficienza del Meyer nell’utilizzo dei fondi messi a disposizione per il rafforzamento del nostro servizio sanitario”.

Alla visita del generale Figliuolo hanno preso parte, fra gli altri, l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini, il direttore della direzione Sanità, Welfare e coesione sociale Federico Gelli, il presidente dalla Fondazione Meyer Gianpaolo Donzelli e l’assessore alla sanità del Comune di Firenze e presidente della Società della Salute di Firenze Sara Funaro.


Le caratteristiche della nuova TaC


Si chiama Tc Ge Revolution 256 Slice e il suo punto di forza è, come detto, la capacità di fornire immagini ad alta risoluzione in tempi ridotti e con una bassissima esposizione alle radiazioni ionizzanti. Può scansionare un intero organo in meno di 1 secondo, visualizzare l’intero cuore in un battito cardiaco, e tutto il corpo in pochi secondi. Questo permette di effettuare esami ai pazienti pediatrici – neonati e bambini – riducendo il ricorso alla sedazione. Grazie all’equipaggiamento con software di intelligenza artificiale, permette indagini eccellenti in tutti i distretti corporei e può essere utilizzata nelle situazioni di traumi, patologie oncologiche e cerebrovascolari, e nelle indagini cardiache a tutti i livelli.

La visita al Pronto soccorso con percorsi separati
La visita del commissario straordinario ha previsto una tappa anche al pronto soccorso del pediatrico fiorentino, che da un anno e mezzo ha ampliato i suoi spazi, per fronteggiare al meglio l’emergenza Covid. Nell’estate successiva alla prima ondata, infatti, il Meyer – utilizzando i fondi messi a disposizione dalla struttura commissariale- ha realizzato una nuova infrastruttura che ha permesso di separare rigidamente i percorsi tra i pazienti accertati positivi o sospetti Covid e quelli negativi, garantendo la sicurezza di pazienti e operatori. L’allestimento di due prefabbricati ha permesso la ridistribuzione delle funzioni necessarie (pretriage, triage, sale di attesa, stanze visita, sale di osservazione). Anche in questo caso, i lavori, che hanno comportato una spesa di 170mila euro, sono stati realizzati in tempi record: l’allestimento è stato portato a termine nell’arco di tre settimane.

Redazione Nurse Times

Fonte: Meyer

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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