Tesi di Laurea - NeXT

NeXT. L’uso del diario come strumento terapeutico: Narrative Based Nursing

Introduzione di Giuseppe Papagni Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times.

Introduzione di Giuseppe Papagni

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times.

Numerosi i lavori di tesi che giungono all’indirizzo mail della nostra redazione (redazione@nursetimes.org) e successivamente pubblicate nello spazio dedicato.

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 NExT è il progetto editoriale rivolto a tutti gli studenti in Infermieristica e neo laureati che raggiungono un obiettivo importante. 

La dott.ssa Miriam De Blasi, laureatasi presso l’università di Roma Tor Vergata, sede di Tivoli il 30 novembre  u.s., presenta il suo lavoro di tesi dal titolo “L’uso del diario come strumento terapeutico: Narrative Based Nursing”

…di Miriam De Blasi

La metodologia narrativa si presenta come strumento di riflessione professionale in quanto consente di ridare un significato ben preciso alle esperienze.

Prendersi cura del paziente è fondamentale per la pratica infermieristica. La pressione ed i limiti temporali che gravano sugli operatori sanitari nella maggior parte degli ambienti in cui agiscono possono far si che essi divengano freddi ed indifferenti alle necessità del paziente.

Il seguente lavoro si basa sull’ipotesi che, il dolore oncologico può essere considerato come un’esperienza totale che coinvolge la persona nella sua globalità. Il dolore oncologico è un fenomeno duplice perché riguarda sia la percezione della sensazione dolorosa da parte del paziente, che le reazioni emozionali che da esso scaturiscono.

L’interpretazione e la risposta che il paziente ha in conseguenza allo stimolo doloroso varia con la cultura, con la morale, con l’umore, con le precedenti esperienze dolore e con l’aspettativa di guarigione.

Da sempre la scrittura ha rappresentato un mezzo per “buttare fuori” le emozioni negative (dolore, rabbia, frustrazione). Basti pensare ai diversi scrittori e poeti di un tempo, come Kafka, Pascoli, Petrarca, che partirono dal proprio dolore per arrivare a definire le loro composizioni.

Anche oggi, in molte terapie, la scrittura viene utilizzata per liberare emozioni che, se non esternate rischiano prima o poi di esplodere o di implodere a seconda dei casi. In questo senso risulta molto terapeutico scrivere un diario dove raccontare la propria vita. Usata in questo modo, la scrittura diventa un portentoso strumento di rielaborazione e di dialogo interno che, oltre a fermare i pensieri che nella mente vagano sparsi e in modo confuso, permette di “riversarli” su un foglio, favorendo un sano distacco dalle forti emozioni e al tempo stesso un effetto liberatorio.

L’obiettivo principale di questa tesi sarà quello di andare ad analizzare l’utilizzo del diario narrativo per studiare, capire, comprendere il dolore oncologico, le sue componenti sociali, psicologiche, fisiche, e analizzare il vissuto e i significati associati a tale esperienza dolorosa.

Tutto ciò serve per rendere la pratica infermieristica del prendersi cura più completa, ed inoltre l’approccio narrativo è stato integrato con la parte clinica in modo complementare, individuando come prospettiva il prendersi cura non solo dei corpi ma anche delle storie.

Scrivere è sempre un atto personale che richiede di essere prima pensato, costruito e poi messo sul foglio. Quindi non solo richiede capacità narrative adeguate ma anche capacità di costrutto, preparazione linguistico-grammaticale e voglia di scrivere tenendo ben presente l’obiettivo del diario.

Per poter riuscire a portare avanti un discorso di questo tipo serve: un clima organizzativo di qualità; dedicare del tempo; trasmettere l’importanza della storia narrativa della degenza come parte dei bisogni del paziente.

Quando si vuole intraprendere questo tipo di percorso si deve anche avere una guida di riferimento e indirizzi verso gli obiettivi di quest’approccio.

Si è riscontrato la necessità di una preparazione attraverso corsi dedicati esclusivamente a questo approccio e il confronto con chi ha già sperimentato sul campo questo tipo si strumento. La condivisione di quest’esperienza fa crescere,  fa apprendere aspetti che non è detto che escano nella realtà ospedaliera e culturale in cui ci si trova.

Chi si avvicina all’Infermieristica Narrativa deve tenere presente che deve partire prima da sé praticando la scrittura, solo così ci si può rendere conto di cosa significa mettere per iscritto un proprio pensiero che, appena messo nero su bianco, lo si vorrebbe riscrivere in modo diverso; si tratta di un continuo lavoro di espressione e interpretazione.

Nell’ampio contesto sanitario italiano riguardo a questo c’è una lacuna: quest’approccio non viene avvertito come un bisogno fondamentale per il benessere psicologico della persona, ma rimane ancora fondamentale il modello biomedico con il quale l’integrazione non è ancora avvenuta, a parte sporadiche realtà.

I punti critici rilevati che bisogna affrontare in futuro sono la mancanza di una preparazione adeguata sull’argomento, la presenza di poche esperienza in Italia, dovute a una poca diffusione nell’ambiente sanitario e universitario di questo approccio e che l’infermiere italiano è più portato a fare quindi, quando deve scrivere, pensa di perdere del tempo sottraendolo a quello di cura pratica del paziente.

L’uso del diario è stato percepito come un modo di poter comunicare con la persona che si sta curando; ha permesso di concretizzare l’immagine che gli infermieri avevano del paziente passando dall’individuazione in termini clinici all’individuazione con nome e cognome, permettendo l’umanizzazione delle cure.

Con la metodologia narrativa, la persona viene presa in considerazione in tutta la sua complessità, considerando non solo la sua patologia (disease), ma anche il suo vissuto (illness) e la sua collocazione sociale (sickness).

L’obiettivo finale non è solo il trattamento, ma il recupero del senso, e la ricostruzione di una progettualità individualizzata, aiutando a cogliere in modo evidente gli elementi di potenziale criticità nelle relazioni.

Porre diagnosi di tipo psico-sociale, porta nell’équipe la chiarezza del percorso individualizzato che deve essere sviluppato in modo collettivo e consente di effettuare verifiche costanti in merito all’andamento del progetto assistenziale.

Un lavoro che deve partire da sé per poterlo poi praticare sugli altri.

 

Allegato

Tesi: L’USO DEL DIARIO COME STRUMENTO TERAPEUTICO: NARRATIVE BASED NURSING

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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