Un medico anestesista 47enne originario di Monfalcone è ora sotto indagine per l’utilizzo di un farmaco sedativo che si sarebbe rivelato letale per alcuni pazienti.
Si tratta del Propofol, farmaco anestetico e agente ipnotico, a breve durata d’azione, che viene somministrato per via endovenosa come principale agente di induzione dell’anestesia.
Il principio attivo sarebbe stato somministrato arbitrariamente dal professionista, andando contro ad ogni protocollo in vigore. Questo è quanto emerso dalla perizia medico legale disposta dalla Procura di Trieste nell’ambito dell’inchiesta sui casi di morti sospette attribuite all’anestesista del 118.
“L’accertata somministrazione del Propofol ha assunto rilevanza causale o, quanto meno concausale nel verificarsi dei decessi” è possibile leggere nella perizia.
Il Propofol sarebbe stato somministrato dal medico durante alcuni interventi urgenti su pazienti anziani e affetti da gravi patologie croniche.
“La somministrazione non risulta avere alcuna indicazione terapeutica nei casi in esame”, si legge ancora nella perizia.
Tracce del medicinale sono state rinvenute nella salme di cinque pazienti, appositamente riesumate per le indagini. Secondo il team di esperti che ha eseguito l’indagine probatoria, l’utilizzo di questo sedativo avrebbe determinato in pochi minuti la morte dei pazienti.
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