Ministro del lavoro Poletti sui giovani costretti ad emigrare: “Questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”

Se 100.000 giovani se ne sono andati dall’Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola...

“Se 100.000 giovani se ne sono andati dall’Italia, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola… Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”

Questa l’infelice dichiarazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, in riferimento al fenomeno della fuga di cervelli dall’Italia che vede protagonisti tanti ragazzi disoccupati.

La parole pronunciate hanno scatenato diverse polemiche, producendo le sue scuse: “Evidentemente mi sono espresso male e me ne scuso. Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l’Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all’estero. Penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all’estero, ma che dobbiamo dare loro l’opportunità tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie”.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


Poletti avrebbe detto che “bisogna correggere un’opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100mila, ce ne sono 60 milioni qui, sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei “pistola”. Permettetemi di contestare questa tesi’.

Detto questo, ha concluso il ministro del Lavoro, “è bene che i nostri giovani abbiano l’opportunità di andare in giro per l’Europa e per il mondo. È un’opportunità di fare la loro esperienza, ma debbono anche avere la possibilità di tornare nel nostro Paese. Dobbiamo offrire loro l’opportunità di esprimere qui capacità, competenza, saper fare”.

Viste le condizioni nelle quali riversa il nostro paese, anche a causa delle decisioni politiche di Poletti e compagni, pare scontato augurarsi che sempre più giovani infermieri decidano di abbandonare una terra che non ha più nulla da dare a questa professione.

Contratti a progetto o finte partite Iva retribuite 3.50 euro/ora possono essere le ragioni che dovrebbero spingere un giovane a restare in Italia?

Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

Leave a Comment
Share
Published by
Dott. Simone Gussoni

Recent Posts

Un dispositivo multisensore impiantabile nei vasi sanguigni per monitorare lo stato di salute: al via il progetto IV-Lab

È ufficialmente partito il progetto IV-Lab, finanziato dall’Unione Europea e coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia…

16/05/2024

Corso Ecm (6 crediti) Fad: “Il condizionamento nel trapianto di cellule staminali emopoietiche in età pediatrica: tra tradizione e innovazione”

Dynamicom Education promuove il corso Ecm Fad gratuito dal titolo "Il condizionamento nel trapianto di…

16/05/2024

Asp dei Comuni Modenesi Area Nord: selezione pubblica per 8 posti da infermiere

L'Asp dei Comuni Modenesi Area Nord ha indetto una selezione pubblica per soli esami finalizzata…

16/05/2024

Asst Bergamo Est: concorso per 10 posti da infermiere

L'Asst Bergamo Est ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato alla copertura…

16/05/2024

Asl Bat: manifestazione d’interesse per infermieri in sostituzione di personale assente

L'Asl Bat (Barletta-Andria-Trani) ha indetto una manifestazione d'interesse per il conferimento di incarichi di lavoro…

16/05/2024

Calabria, la denuncia Smi: “C’era una volta il 118…”

"C'era una volta. Tutte le favole per bambini iniziano così, per poi descrivere un mondo…

16/05/2024