Milano, le Rsu del San Raffaele in coro: “No ai turni di 12 ore”

Secondo le rappresentanze sindacali dell’ospedale, “aumentano rischio di errori e burnout”.

Hanno corretto il titolo di un magazine che l’anno scorso piazzava la loro al primo posto tra le aziende sanitarie italiane in cui i dipendenti lavorano meglio. “Peggio”, si legge sul volantino della Rsu del San Raffaele di Milano, ieri in presidio nel piazzale dell’ospedale, alla vigilia di un incontro con la direzione. All’ordine del giorno, spiegano i sindacalisti di Sgb, Usi, Cgil, Cisl, Uil e Fials, ci sono «i turni di 12 ore» che il gruppo San Donato «vorrebbe introdurre entro la fine dell’anno nella maggior parte dei reparti» dell’ex ospedale di don Verzè. Loro sono contrari: «I turni di 12 ore aumentano il rischio di burnout, si associano a tassi più alti di malattia e anche di errori terapeutici, che possono abbassare la qualità dell’assistenza ai pazienti». E sottolineano la circostanza bizzarra che «il direttore infermieristico aziendale sia anche presidente di Opi Milano – Lodi – Monza e Brianza: dovrebbe tutelare il personale, e invece dichiara di voler estendere a tutto l’ospedale questo tipo di turnazione». Se per gli ostetrici i turni di 12 ore sono una prassi consolidala, alcuni ospedali pubblici in carenza d’organico negli ultimi anni li hanno estesi agli infermieri per riuscire a rispettare l’obbligo del riposo di 11 ore tra i turni, imposto dalla normativa europea dopo anni di deroghe. «Ma soltanto in alcuni reparti – spiega Angelo Mulè dell’Usi-Sanità –. Noi diventeremmo i primi ad applicarli in tutto l’ospedale». Aggiunge Margherita Napoletano, coordinatrice della Rsu dell’Sgb, che aveva già sollecitato l’Ats e l’Ispettorato del lavoro a verificare la correttezza dell’operazione, visto anche che il turno notturno (dalle 19/19.15 alle 7/7.15): «L’anno scorso li hanno già introdotti in aree critiche, terapie intensive e pronto soccorso. Il turno notturno non prevede nemmeno la pausa di 30 minuti, e l’idea sembra essere quella di fare lo stesso in tutti i reparti. Formalmente si tratta di una sperimentazione, ma al San Raffaele non c’è nulla di più definitivo di una sperimentazione»
. Secondo quel documento della Fnopi, i turni di 12 hanno anche dei vantaggi: maggiore disponibilità di tempo libero per gli infermieri e riduzione dei costi per le aziende sanitarie. Per i sindacalisti il secondo è uno dei motivi per cui l’Azienda li vuole. «Tra indennità, riduzioni d’organico nei festivi e in certe fasce orarie – calcolano – si perderebbe il 5-10% del reddito annuo». L’altro sarebbe simile a quello che spinge le aziende pubbliche. «Qui non abbiamo un tetto alle assunzioni, ma c’è una vera fuga di personale – spiega Claudia Moro, dell’Usi –. Con la cancellazione dell’accordo del 2010, chi è stato assunto dopo il 2012 (quando l’ospedale sull’orlo del crac fu comprato dal Gruppo San Donato, ndr) non ha avuto alcuna progressione: appena vince un concorso scappa nella sanità pubblica». I lavoratori del comparto, già in stato d’agitazione, hanno chiesto audizioni in Regione e al sindaco «perché tutelino l’eccellenza sanitaria del San Raffaele». Redazione Nurse Times Fonte: Il Giorno  
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