Menopausa, quando ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva?

L’Associazione Medici Endocrinologi ha diffuso una guida per aiutare medico e paziente nella scelta dell’approccio adeguato.

Le donne non sono tutte uguali, così come non lo è la menopausa. C’è chi avverte a malapena il cambiamento, chi invece inizia a soffrire di vampate di calore e sudorazioni notturne, chi riporta un calo del desiderio sessuale e chi presenta tutti questi sintomi e altri ancora insieme. Per questo la terapia indicata per una donna può non andare bene per un’altra.

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A sottolinearlo è la l’Associazione Medici Endocrinologi (AME), a commento di un articolo pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine in cui si presenta il caso specifico di una paziente affetta dai classici sintomi della menopausa e le possibili alternative terapeutiche efficaci. Ispirata da questo paper, l’AME ha diffuso una guida, utile tanto ai medici quanto alle pazienti, per una gestione “personalizzata” della menopausa, con particolare riferimento alla terapia ormonale sostitutiva.

“La menopausa è una fase molto delicata della vita di una donna – spiega il professor Vincenzo Toscano, Past President AME –. In questo periodo alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita. Sono soluzioni, però, che non vanno bene per tutte e possono variare in base all’età della donna, alle patologie pregresse e ai sintomi riportati”.

Tra i trattamenti più efficaci, nonché tra i più discussi, c’è la terapia ormonale sostitutiva. “Si tratta di una terapia che va a ‘correggere’ la mancanza di ormoni e, quindi, va a ridurre i sintomi della menopausa – spiega Toscano –. Per diverso tempo è stata ‘demonizzata’, per via di un allarme lanciato dalla FDA sul possibile collegamento della terapia con una aumentato rischio di malattie cardiovascolari e cancro al seno. Tuttavia, analisi successive dei dati hanno evidenziato che i rischi erano significativamente più bassi per alcune donne e che la prescrizione del trattamento va valutato caso per caso”.

Del resto, i sintomi possono variare tanto tra le donne in menopausa. “I sintomi vaso-motori, vampate di calore e sudorazione notturna – spiega Toscano –, compaiono generalmente nella fase tardiva della peri-menopausa e durano in maniera variabile secondo l’etnia: da un minimo di cinque anni nelle donne asiatiche, a un massimo di dieci anni nella popolazione nera e in media sette anni nelle donne caucasiche. I fastidi genito-urinari, come frequenti cistiti e secchezza vaginale, vanno peggiorando con l’abbassamento dei livelli estrogenici e colpiscono più della metà delle donne”

.

Ebbene, in base alla varietà e alla combinazione di sintomi, secondo AME, andrebbe costruito un percorso terapeutico ad hoc: “La terapia ormonale sostitutiva risolve i sintomi vaso-motori e l’uso vaginale di estrogeni, laddove non si voglia considerare una terapia sistemica, è sufficiente a risolvere i sintomi genito-urinari. La buona notizia è che con il trattamento la qualità di vita della donna ritorna quella di prima”.

Per aiutare il medico e il paziente nella scelta dell’approccio più adeguato, AME ha diffuso una guida in sette punti che riassume il comportamento attualmente considerato corretto per decidere se consigliare o meno la terapia ormonale sostitutiva:

1) Possono beneficiare della terapia le donne con vampate e sudorazioni notturne con un’età inferiore ai 60 anni, in menopausa da meno di 10 anni.
2) Le donne con menopausa precoce, in assenza di contro-indicazioni, possono assumere la terapia fino al raggiungimento dell’età media della menopausa (48-52 anni).
3) Studi osservazionali hanno dimostrato che l’incidenza del trombo-embolismo venoso, uno degli effetti collaterali della TOS, è minore con le formulazioni trans-dermiche rispetto a quelle orali.
4) No al “fai da te”. Infatti, non dovrebbero essere utilizzati preparati a base di ormoni naturali bio-identici (estradiolo, estriolo), se non approvati dagli organi regolatori, perché potenzialmente dannosi.
5) La terapia ormonale sostitutiva non è raccomandata per la prevenzione primaria o secondaria delle malattie cardiovascolari o della demenza.
6) Le terapie non ormonali con dimostrata efficacia nei confronti dei sintomi vaso-motori includono: i farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina usati a basso dosaggio, quelli che inibiscono la ricaptazione della serotonina-norepinefrina e il gabapentin. Hanno dimostrato efficacia anche le misure che portano a perdita di peso, l’ipnosi e la terapia comportamentale.
7) Per le donne che presentano solo sintomi genito-urinari è raccomandato l’uso di estrogeni locali.

“La menopausa non deve essere vissuta necessariamente come un incubo – conclude Toscano –. Se ben gestita, la qualità della vita rimane intatta o quasi”.

Redazione Nurse Times

Fonte: PharmaStar

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