Massai su competenze specialistiche: “Già ci sono, vanno certificate”

Il Presidente del Collegio Ipasvi di Firenze interviene nel dibattito sul futuro della professione infermieristica. Ma ammonisce: “Ci sono troppi colleghi che non guardano lontano”

FIRENZE – Tra presente e futuro: è l’eterno dilemma degli infermieri, divisi tra le criticità del momento (vedi un contratto vecchio di sette anni) e la prospettiva di conquistare quel riconoscimento professionale che finisce spesso sotto la voce di competenze specialistiche.

Due facce della stessa medaglia in un dibattito che anche al forum della salute a Firenze ha vissuto il suo momento di confronto. Si parla degli infermieri di oggi e si tratteggia l’identikit dell’infermiere del futuro, scrutando all’orizzonte quelle competenze specialistiche che, però, già sono presenti nella quotidianità lavorativa.

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“Ci sono tantissimi ambiti – spiega il presidente del Collegio Ipasvi di Firenze, Danilo Massainei quali quotidianamente gli infermieri dimostrano di avere le competenze specialistiche”. Che, però, andrebbero riconosciute e regolamentate: “Abbiamo bisogno – aggiunge Massai – di un accreditamento delle competenze, certificandole. Non possiamo lasciarle all’autoreferenzialità di chi le esercita. Vanno identificate, certificate e valorizzate anche economicamente. Di questo hanno bisogno gli infermieri”.

Sostiene il presidente del Collegio Ipasvi di Firenze che già ci sono le competenze specialistiche ad esempio per fare il case manager o l’infermiere di comunità. “Qual è il problema – aggiunge Massai -: quello di distinguere da una parte la competenza specialistica che nasce dal lavoro e dall’esperienza che deve essere certificata e riconosciuta e dall’altra la competenza maturata all’interno di una scuola di specializzazione. In questo caso il percorso, stabilito per legge, deve prevedere una selezioni d’accesso nelle scuole, un piano di studia, una programmazione e, come approdo, i concorsi”.

Se il futuro è tracciato, il presente è fatto di attese e qualche lotta intestina, nella categoria infermieristica. I nemici degli infermieri sono gli infermieri stessi, ha ammonito la presidentessa della Federazione Ipasvi, Barbara Mangiacavalli.

Monito e appello che Massai prova a rendere leggibile in altro modo: “Quello della presidentessa è stato un richiamo forte agli infermieri: ritroviamoci su un programma di crescita e sviluppo”.

Presente e futuro: nel primo caso si fanno i conti con gli organici risicati, nel secondo, come sostiene la Mangiacavalli, l’infermiere sarà a fianco del cittadino anche tra cinque, dieci anni.

Il futuro prova a scrutarlo anche Danilo Massai: “Credo che l’Università dovrà rivedere i piani di studio e dare un significato più professionale alla laurea di secondo livello di scienze infermieristiche, ma vedo anche differenze tra le regioni: alcune saranno avanti più avanti nel management (ad esempio per la gestione delle strutture intermedie, nella continuità assistenziale, per i case manager dei percorsi)”.

La chiosa di Massai, però, è un ulteriore monito agli infermieri: “Abbiamo una base che lavora e non vede lontano. L’unica aspirazione è quella di avere un contratto. Ecco, vanno recuperati questi colleghi”.

Salvatore Petrarolo

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Salvatore Petrarolo

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