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Mancano medici al 118, a curare i pazienti sarà l’infermiere con un algoritmo


La decisione del dipartimento interaziendale non piace ai medici: «Si affronta una questione nota da tempo con una soluzione emergenziale con dubbi risvolti sulla responsabilità medica»

Più che una soluzione, un rischio di cui converrebbe fare a meno. Il perimetro è quello del 118, la segnalazione arriva dal sindacato dei medici Anaao Assomed Piemonte. In sintesi: il Dipartimento Interaziendale per l’emergenza territoriale ha redatto una serie di algoritmi clinico assistenziali che consentono agli infermieri di gestire alcune condizioni cliniche urgenti in autonomia decisionale.

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La carenza di medici sulle ambulanze
«Questa scelta è stata dettata dalla progressiva carenza di medici del sistema 118 e dalla conseguente necessità di rendere in qualche modo autonomi gli infermieri – premette Chiara Rivetti, segretario regionale Anaao -. A nostro avviso, gestire con un approccio emergenziale un problema che era prevedibile, e da noi segnalato da anni, non è accettabile».

Lo stipendio degli infermieri resta uguale
Una scelta al ribasso, rimarca: più economica, perché non prevede l’aumento di remunerazione per gli infermieri, ma che espone al rischio medici, infermieri e pazienti: «E che di certo non contribuirà a fermare l’emorragia dei medici del 118 o a rimpolpare gli organici».

Algoritmi infermieristici in caso di emergenza
Vengono infatti proposti semplici algoritmi che l’infermiere decide di applicare dopo la valutazione clinico anamnestica del paziente: «Dopo la prima analisi, l’infermiere contatta la Centrale Operativa per comunicare di trovarsi in una delle situazioni che prevedono l’uso dell’algoritmo scelto. Nella preparazione di detti algoritmi il Dipartimento non ha coinvolto in modo effettivo la componente medica, che potrebbe trovarsi ad operare in un contesto che espone a controversie medico legali, in quanto è stato reso troppo fluido il perimetro delle responsabilità sugli atti medici delegati».

La responsabilità medica
Da qui la preoccupazione del sindacato: «Se da un lato è l’infermiere ad agire sul paziente, le azioni che compie sono condivise con la Centrale operativa e non è chiaro se in modo diretto con il medico di turno . Potrebbe anche realizzarsi l’eventualità che al medico sia richiesto in pochi minuti di autorizzare terapie su pazienti che non conosce e che non ha davanti. Viceversa, l’autonomia dell’infermiere su atti medici comporta che l’infermiere del 118 diventi l’unico professionista non medico ad utilizzare in autonomia farmaci, cosa prevista solo nelle condizioni di urgenza. Questo ovviamente esporrebbe gli infermiere a responsabilità che a loro non competono e a conseguenti rischi medico legali importanti».

I medici: riorganizzare il 118
In questo contesto si inserisce la richiesta di parere all’Ordine dei Medici, affinché valuti i risvolti deontologici e di legittimità normativa della proposta del Dipartimento 118. Il sindacato ha già la sua idea: «Crediamo che, anziché proporre una strisciante demedicalizzazione del Sistema 118, sia indispensabile prevedere una riorganizzazione complessiva del Sistema d’Emergenza Territoriale che garantisca la migliore assistenza possibile ai cittadini valorizzando le figure professionali mediche e non mediche».

Redazione Nurse Times

Fonte: La Stampa

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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