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Caccia alle pillole allo iodio: i rischi nell’assunzione

In questi giorni si è tanto sentito parlare delle pillole allo iodio. Tutto è partito pochi giorni fa in Belgio, dove è stata concessa a tutti la possibilità di reperire queste pastiglie gratuitamente. Ora, anche in Italia è partita la caccia a questo farmaco. Ma perché?

La risposta è molto semplice: la minaccia – non troppo velata – di un attacco nucleare da parte del dittatore della Russia, Vladimir Putin, e il pericolo radioattività, considerando anche che, la guerra tra Russia e Ucraina, sta interessando territori dove sono presenti due centrali nucleari, quella di Chernobyl e quella di Zaporizhzhia.

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Le compresse di ioduro di potassio (KI) sono infatti considerate un “antidoto” preventivo in caso di esposizione a radiazioni nucleari, in quanto proteggono la tiroide dagli effetti dello iodio radioattivo.
Noi quotidianamente assumiamo iodio, tramite alimenti come uova, latte, alghe, pesce e questo è elaborato dalla tiroide, che produce ormoni tiroidei, come ad esempio la tiroxina.

Nelle persone che hanno patologie della tiroide talvolta si prescrivono queste compresse. La dose tollerata dalla nostra tiroide è di massimo 1mg al giorno, anche se l’apporto raccomandato e di 150 mcg.
Se esplodesse un bomba nucleare, chi si trova molto vicino a questa non sopravviverebbe, mentre chi si trova a circa 500Km dall’esplosione ne pagherebbe le conseguenze.

Una di queste è proprio l’assunzione di iodio radioattivo dai suddetti alimenti e attraverso l’inalazione. Questo indebolirebbe notevolmente la nostra tiroide, causando cancro alla tiroide.

I soggetti più a rischio sono ovviamente i bambini, che hanno una tiroide in via di sviluppo. Assumere quindi precedentemente importanti quantità di ioduro di potassio, permetterebbe alla nostra tiroide di contrastare lo iodio 131. Questo è il concetto che sta a base della paura di molte persone.

Assumere però troppo prima queste compresse è molto rischioso, in quanto andremmo unicamente ad indebolire tanto la tiroide, che tra le altre cose non potrà assorbire iodio (sia stabile che radioattivo) per le successive 48 ore. Inoltre, se tutti quanti andassimo ad acquistare senza prescrizione medica in farmacia queste pastiglie, le toglieremmo a chi ne ha davvero bisogno. Fortunatamente ciò non può avvenire in Italia, in quanto le farmacie non dispongono di questo farmaco.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di assumere queste pillole unicamente 6-8 ore prima dello scoppio della bomba. Anche 24 ore prima potrebbe essere utile. Però, si capisce che è molto difficile prevedere quando uno scellerato decida di lanciare una tale arma di distruzione. Però, in caso di allarme di bomba atomica, saranno direttamente il Governo, il SSN e la Protezione Civile ad attivare la distribuzione di iodoprofilassi, dando tutte le indicazioni sul dosaggio da assumere. Quindi affidiamoci sempre alle Autorità competenti e non facciamo scelte che potrebbero danneggiare noi stessi e gli altri.

Articolo a cura di Giuseppe Gervasio

Redazione Nurse Times

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