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Mancano candidati per i Corsi di Laurea in Infermieristica: a Genova 448 candidati su 460 posti disponibili

In un’epoca in cui il sistema sanitario è messo a dura prova dalla crescente domanda di personale specializzato, emerge un problema preoccupante nelle università: la carenza di aspiranti infermieri. L’Università di Genova riporta un calo del 10% dei candidati nei 18 corsi di laurea legati alle professioni sanitarie in un solo anno. Una tendenza allarmante che getta luce sulla crisi del settore e sulle sfide che esso sta affrontando.

Uno dei corsi maggiormente colpiti da questa carenza è quello di laurea in infermieristica. I numeri parlano chiaro: 448 richieste sono pervenute per coprire i 460 posti disponibili. Una situazione sorprendente, poiché è raro trovarsi di fronte a una situazione in cui il numero di posti supera le candidature.

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Il preside Ruggeri, ha condiviso alcune possibili ragioni dietro questa sfida. Innanzitutto, l’obbligo di esclusiva nel settore pubblico rappresenta un deterrente per molti giovani che vorrebbero intraprendere la carriera infermieristica. La mancanza di flessibilità nell’ambito lavorativo può scoraggiare coloro che desiderano esplorare diverse opportunità nella professione.

Un altro aspetto che va considerato è la mancanza di incentivi economici adeguati. Mentre le professioni sanitarie sono tra le più essenziali nel sistema sanitario, spesso gli stipendi e i benefit offerti non riflettono questa importanza. I giovani che considerano una carriera nel settore potrebbero essere scoraggiati dalla prospettiva di un’insoddisfacente stabilità finanziaria.

La situazione, tuttavia, non è unicamente legata all’Università di Genova. Si tratta di un problema diffuso a livello nazionale, con implicazioni dirette sulla capacità del sistema sanitario di soddisfare le esigenze della popolazione. È imperativo affrontare questa carenza di candidati in modo tempestivo ed efficace per garantire il fabbisogno di infermieri considerando che, secondo le stime della Fnopi, ne mancherebbero sin d’ora 60 mila.

Le soluzioni potenziali includono la revisione dell’obbligo di esclusiva nel settore pubblico, cercando di introdurre maggiore flessibilità nell’ambito lavorativo. Servirebbe attuare una seria politica salariale che porti gli stipendi in linea con quelli europei, garantendo una crescita professionale capace per attrarre più giovani verso questo percorso di studi.

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