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Malattie infettive in ortopedia, Sitop: “Frequenti e di difficile gestione”

Se ne parlerà durante il XXIV congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica, in programma a Roma dal 20 al 22 ottobre.

Non sono sotto i riflettori e se ne parla poco, ma le malattie infettive in ortopedia sono relativamente frequenti e di non sempre facile individuazione. La chiave di volta per un trattamento efficace e poco invasivo nei bambini è la diagnosi precoce, ed è su questo obiettivo che punta il XXIV congresso nazionale della Sitop (Società italiana di ortopedia e traumatologia pediatrica), in programma a Roma dal 20 al 22 ottobre. Tre giorni di confronti e condivisioni su “Le infezioni dell’apparato locomotore in età evolutiva, le fratture esposte e il trauma maggiore”.

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“Sfatiamo un concetto inesatto – spiega subito Renato Maria Toniolo (foto), presidente incoming della Sitop -: l’osso è un tessuto vivo, solido, mineralizzato, ha un altissimo metabolismo e un’alta vascolarizzazione ed è proprio attraverso il sangue che gran parte delle infezioni lo raggiungono. Nel bambino, poi, il sangue arriva nelle metafisi dell’osso lungo, una zona più periferica, dove si può raccogliere il germe patogeno. L’osso e le articolazioni sono sterili e qualsiasi germe li raggiunga, purtroppo, ne determina uno stato settico”.

Non solo il sangue, esistono anche altre vie con cui un’infezione può raggiungere l’osso. “Per contiguità delle raccolte settiche vicine all’osso o per forme di penetrazione dall’esterno che raggiungono l’articolazione o l’osso, come nel caso dei traumi – fa sapere Toniolo -. Si tratta di fratture esposte che non sono più protette dai tessuti molli e vengono a contatto con l’ambiente esterno che, per definizione, è un ambiente settico. Si possono poi avere infezioni ossee anche in seguito ai trattamenti chirurgici”. Un capitolo a parte è quello dei pazienti non immuno-competenti per patologia o in seguito a terapia immuno-soppresiva. In tutti questi ambiti “vogliamo condividere le competenze e i risultati raggiunti”.

La condivisione è anche alla base del progetto RAMS: la Rete Apparato Muscolo Scheletrico. Un impegno partito due anni fa, come ricorda ancora Toniolo: “Sette IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) che hanno un preminente interesse nel trattamento dell’apparato locomotore. Tra questi ci sono il Gaslini, l’ospedale pediatrico Bambino Gesù, il Rizzoli, il Galeazzi. In quest’ambito e per patologie particolarmente complesse condividiamo progetti, informazioni, risorse, strumenti, risultati e metodiche di lavoro in team a un livello superiore”.

Questo progetto sarà presentato al congresso perché “non si lavora in team solo dentro un ospedale, noi vogliamo far dialogare gli istituti di ricerca scientifica, far lavorare insieme gli ospedali pediatrici, mettere insieme e condividere le conoscenze per evitare lo spreco di risorse come quelle degli esami ripetuti in sedi diverse o di pazienti che partono per andare in altre regioni”. Non è solo un modello di lavoro: “RAMS è un’idea su cui plasmare il futuro”.

E pensando al futuro, il congresso della Sitop è il primo evento in presenza che si svolgerà dopo oltre due anni di pandemia. La prima giornata si rivolge in particolare ai pediatri, chiamati, nell’ambito delle patologie settiche

, a lavorare insieme agli esperti di infettivologia o di radiologia pediatrica, perché si tratta di patologie che hanno un potenziale significativo impatto sulla funzionalità futura.

“Centrali sono la diagnosi precoce e il corretto trattamento – ricorda Toniolo -, mentre la chirurgia non è la soluzione iniziale, ma deve essere inserita in un percorso terapeutico condiviso, con un giusto timing per determinare una riduzione della carica batterica, per rimuovere i tessuti mortificati che hanno minime possibilità di rigenerazione e permettere infine alla terapia antibiotica di essere più efficace. Questo percorso diagnostico e terapeutico condiviso può dare risultati in termini di riduzione del dolore, delle ospedalizzazioni e degli esiti. Oggi abbiamo tecniche chirurgiche meno invasive e decisamente più sopportate dai pazienti e dai genitori, ma dobbiamo saperle utilizzare al meglio e in tutte le varie fasi. Lo spirito di questo congresso è condividere i punti critici e trovare soluzioni comuni”.

Protagonista della seconda giornata è il trauma maggiore: “Coinvolge diversi sistemi e mette a rischio la vita dei pazienti – precisa il presidente entrante della Sitop -. Anche in questo caso, come nelle fratture esposte, altro argomento della giornata, l’unica soluzione è trovarsi di fronte a un team di veri specialisti che, nella loro competenza e coordinando tutte le forze, riescono ad ottenere la sopravvivenza del paziente e successivamente il migliore risultato finale possibile”.

E ancora: “Il trauma maggiore è stato molto ben studiato in ambito militare ed è approfondito da tempo in ambito civile per gli adulti, mentre ci sono meno evidenze scientifiche sui bambini. In questo congresso cercheremo sia di individuare dei punti di contatto con quanto è stato studiato e stabilito per l’adulto, che di sviluppare dei percorsi chiari e condivisi a livello pediatrico, anche se difficilmente stilabili come delle linee guida. Bisogna ricordarsi che l’età evolutiva parte dalla nascita e arriva all’età adulta. Abbiamo a che fare con pazienti che hanno età, dimensioni, caratteristiche somatiche e anche comportamentali e psicologiche totalmente diverse da quelle degli adulti. Dobbiamo dare a tutti questi pazienti le migliori chance di sopravvivenza e di outcome”.

Redazione Nurse Times

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