Oggi vorrei rispondere al quesito posto da un lettore di Nurse Times, non si tratta di un Infermiere o di un altro professionista sanitario, bensì di uno studente che frequenta il primo anno del corso di laurea in Infermieristica presso l'Università degli Studi di Milano.
Il giovane è rimasto stupito dopo aver letto gli obiettivi di tirocinio che avrebbe dovuto conseguire al fine di poter considerare superato il primo anno di Università.
“Come potete osservare, molto di ciò che ci viene richiesto non ha nulla a che vedere con l’attività infermieristica, ma bensì sono competenze che semmai sarebbero richieste ad un operatore socio sanitario”.
Uno studente all’inizio del proprio percorso di studi, di soli 20 anni, si pone il quesito che mi sono posto in oltre un decennio di professione.
Ovviamente io non sono in grado di darti una risposta. Sicuramente molti “docenti” che incontrerai lungo il tuo percorso proveranno ad indottrinarti e convincerti che rifare letti, pulire comodini o imparare come fare il bagno a letto ad una persona sia fondamentale per stabilire un rapporto empatico con la stessa.
Ti sarà detto che per valutare la cute sia fondamentale fare il bidet al paziente, che per essere un buon infermiere dovrai essere umile e umiliabile.
Qualcuno proverà a convincerti parlando di “lavoro in équipe” o con il mai tramontato tormentone del “pensa se ci fosse un tuo caro in quel letto“.
Altri ti diranno che per poterti assicurare che il personale di supporto sappia fare i letti, tu per primo dovrai conoscere alla perfezione come rincalzare il lenzuolo o come cambiare la federa.
Io non sono mai riuscito a convincermi che queste frasi fatte potessero giustificare il demansionamento costante e lo sfruttamento dei tirocinanti.
Poiché le competenze dell’Infermiere vengono determinate oltre che dalle nebulose normative, anche dal percorso formativo di base e post-base, io non posso fare altro che dirti che ti venga insegnato come fare i letti o come fare il bagno ad un paziente semplicemente per garantire la sopravvivenza della tradizione che vuole mantenere l’infermiere come un praticone di basso profilo e non come un professionista intellettuale ed autonomo.
l’impiego di decine di studenti come manovalanza permette alle amministrazioni ospedaliere di risparmiare sul personale di supporto.
Come saprai in molte realtà gli studenti del primo anno vengono affiancati all’Operatore Socio Sanitario: davvero io non riesco ad immaginare cosa possa imparare uno studente universitario venendo affiancato ad una figura di supporto.
In alcuni poli didattici stanno sorgendo reparti interamente gestiti da studenti: un solo infermiere strutturato e retribuito attorniato da 4 tirocinanti a costo zero, ed ecco che con un solo stipendio un intero reparto viene “mandato avanti” alla perfezione. (Vedi Degenza Didattica Integrata).
Tutti speculano sullo studente di Infermieristica, proprio come tutti speculeranno successivamente sull’infermiere neolaureato, disoccupato e disperato in cerca del posto fisso promesso.
Comunque meglio non divagare, discuteremo in futuro del business dei concorsi pubblici, dei corsi di preparazione a pagamento, del fondamentale ruolo dell’Ipasvi, delle promesse dei sindacati in cambio di iscrizione agli stessi e del mercimonio dei crediti ECM.
Dovrai imparare a fare il bagno ad un paziente e dovrai imparare cose peggiori per poter concludere il corso di sopravvivenza in Infermieristica.
Considera che in molti reparti giro letti, giro pannoloni e bagni a letto rappresenteranno buona parte delle MANSIONI che dovrai svolgere quotidianamente.
Fortunatamente un Infermiere non ha l’obbligo di esercitare la professione in una realtà ospedaliera basata sulla manovalanza ma, con non poche difficoltà, potrà ritagliarsi spazi migliori.
Fonte Immagine: www.compartosanita.it
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