Alla fine dell’estate il fenomeno dei fulmini sta diventando sempre più frequente. Colpa del cambiamento climatico, che sta provocando effetti peggiori del previsto: in un anno, a causa dei fulmini, si stima che avvengono 1.000 decessi in tutto il mondo, e in nove casi su dieci la scarica può diventare fatale solo quando provoca gravi ustioni interne o un arresto cardiaco, ovvero la cessazione dell’attività elettrica del cuore.
Le conseguenze, tuttavia, possono essere molto gravi: in coloro che sopravvivono allo shock iniziale si può verificare una liberazione massiva di catecolamine o uno stimolo autonomico, che causano ipertensione, tachicardia e alterazioni aspecifiche dell’elettrocardiogramma fino alla necrosi del tessuto miocardico. A livello oculare possono manifestarsi alterazioni visive fino a quattro giorni e a livello e all’apparato vestibolare si può provocare la rottura del timpano.
La corrente lascia così ustioni superficiali e gli indumenti lacerati. Effetti dunque non mortali, ma se l’elettricità attraversa le zone interne, la sopravvivenza è compromessa, anche in relazione al punto del corpo in cui il soggetto viene colpito e alla modalità diretta o indiretta.
È necessario, dunque, ricordarsi che in un tempo ancora estivo, in cui prediligiamo stare all’aperto, in presenza di un temporale all’orizzonte sono da evitare le aree esposte quali piscine, mare, campi da calcio, prati, cime di monti, alberi isolati e zone vicine a ripetitori e antenne poiché la scarica avviene proprio in maniera isolata. Evitare allora di fare un bagno e, se si è ancora a riva e uscire dall’acqua, scegliere di abbandonare la spiaggia e ripararsi al coperto. Se invece si è in casa, staccare elettrodomestici, incluso il telefono, in quanto le prese elettriche sono dei percorsi validi per le scariche elettriche.
Cosa si può fare se ci si trova davanti ad un soggetto colpito da fulmine? L’avvicinamento a una vittima non è considerato rischioso, sebbene sia opportuno spostarsi in un ambiente sicuro per se stessi e il malcapitato. In ogni caso la prima cosa da fare è chiamare i soccorsi e avviare la rianimazione cardiopolmonare in caso di arresto cardiaco accertato. Se sono presenti ustioni superficiali al volto e al collo, occorre valutare e assicurare la pervietà delle vie aeree.
In questi casi l’intubazione tracheale va eseguita precocemente, poiché l’edema dei tessuti molli può causare ostruzione delle vie aeree e conseguente arresto respiratorio. La lesione cutanea patognomica, ovvero che si riconduce all’elettrocuzione da fulmine, è la figura di Lichtenberg, detta in ambiente anglosassone feathering. Pazienti incoscienti con ustioni lineari o punteggiate dovrebbero essere quindi trattati come vittime da fulmine e tenuti immobili fino all’arrivo dei soccorsi avanzati, che eseguiranno un’adeguata valutazione, senza dimenticare di rimuovere scarpe e vestiti arroventati per impedire ulteriori lesioni termiche.
Non esiste terapia specifica per le lesioni da elettricità e la gestione è sintomatica. La prevenzione rimane il modo migliore per minimizzare gli incidenti e la gravità degli stessi. Nessun luogo è impermeabile ai fulmini, ma ci sono posti relativamente sicuri, come gli edifici – a patto come suddetto di restare lontani sa prese, cavi elettrici e dispositivi elettronici – e le automobili, se si evita di entrare in contatto con le parti in metallo.
Per capire la distanza dal temporale vanno contati i secondi tra il fulmine e il tuono e si divide il risultato per 3 (il suono viaggia a 0,3 km al secondo). Tuttavia, poiché possono susseguirsi più lampi in pochissimo tempo, potrebbe essere difficile calcolare quale sia il tuono corrispondente. Nel dubbio, se tra lampo e tuono passano meno di 30 secondi, occorre sempre cercare un riparo. Se il maltempo sorprende in uno spazio aperto, è necessario accovacciarsi e posare i palmi delle mani a terra tenendo bassa la testa. Il pericolo che un fulmine colpisca diminuisce con l’aumentare del tempo dopo l’ultimo tuono, ma può persistere addirittura fino a 30 minuti dopo di esso.
Anna Arnone
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