Lecce, farmaci e materiali scaduti al “Fazzi”: indagano Procura e Asl

I Nas hanno ispezionato tre reparti. In Neuroradiologia era presente un catetere scaduto.

Dopo il blitz dei Nas, che giovedì mattina hanno sequestrato farmaci e prodotti paramedici scaduti in alcuni reparti dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, sono partite due inchieste. Da un lato la direziono generale ha avviato un’indagine interna per chiarire come siano effettivamente andate le cose. Dall’altro, in Procura, c’è già un fascicolo. Tutto è partito da un esposto, in seguito al quale è stata disposta l’ispezione dei carabinieri. Per ora si procede ancora a carico di ignoti. I reati ipotizzati sono quelli a tutela della salute.

I militari del Nucleo antisofisticazione si sono presentati in ospedale di buon’ora e, insieme al direttore sanitario Giampiero Frassanito, hanno controllato a lungo tre reparti: Emodinamica, Elettrofisiologia e Neuroradiologia. In quello di Elettrofisiologia non è stata riscontrata alcuna anomalia, mentre in quello di Neuroradiologia era presente un catetere scaduto. Un discorso a parte va fatto per il reparto di Emodinamica: nella vecchia sala angiografìca è stato trovato materiale scaduto.

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Al riguardo, però, l’Azienda sanitaria ha fatto importanti precisazioni. In primo luogo è stato chiarito che la sala angiografica al primo piano, dove è stato trovato il materiale scaduto, è utilizzata solo in casi di emergenza, e cioè quando i macchinari della nuova sala angiografìca (situata al piano terra) sono rotti o in manutenzione. In tal caso, si predispone il trasporto del carrello di emergenza con i relativi presidi farmacologici dalla nuova sala angiografica.

Durante il sopralluogo dei Nas nella sala ubicata al pianterreno non è stata rilevata alcuna anomalia riguardante farmaci, presidi terapeutici o dispositivi impiantabili. È stato precisato, inoltre, che il materiale scaduto nella vecchia sala riguarda unicamente i cateteri diagnostici custoditi in un armadio separato, il kit per flebo e rubinetteria varia che erano in disuso presso un locale tecnico. Inoltre le etichette sulle siringhe che si trovavano sul carrello di emergenza riportanti la dicitura 31/01/2019 si riferiscono alla data di preparazione del farmaco e non alla sua scadenza.

In definitiva, tutti i dispositivi impiantabili e impiantati analizzati (come ad esempio gli stent coronarici) non sono risultati scaduti, come si evince dal registro di sala, e dunque non ci sarebbe alcun rischio per la salute dei pazienti, al contrario di quanto paventato in un primo momento.

A livello operativo, poi, la direzione generale ha dato incarico ai dirigenti infermieristici non solo di accertare quanto accaduto, ma anche di avviare un’immediata verifica su tutte le strutture ospedaliere e territoriali. Saranno perciò analizzate e controllate le procedure “messe in atto per vigilare sulla corretta tenuta dei tarmaci, dei dispositivi medici impiantabili e di tutto il personale sanitario”. Il monitoraggio, che coinvolgerà direttamente i coordinatori infermieristici, darà assoluta priorità alle unità operative di Terapia intensiva e di Area chirurgica. “Al termine di questo processo – si legge nella nota stampa della Asl – saranno impartite le necessarie e possibili disposizioni finalizzate alla risoluzione delle eventuali problematiche riscontrate, così da evitare il ripetersi di analoghi episodi che, oltre a provocare un nocumento alla Asl, causano un forte allarme sociale”.

Ora si attendono i risultati degli accertamenti dei Nas, che stanno continuando ad approfondire la vicenda. Giovedì mattina gli investigatori hanno sentito il direttore della Neuroradiologia, Femando Lupo, il direttore della Farmacia del “Fazzi”, Letizia Fulceri, il coordinatore infermieristico di Emodinamica, Luigi Cavallo, il primario del reparto di Emodinamica, Giuseppe Colonna. Ieri è toccato al primario di Anestesia e rianimazione, Giuseppe Pulito, e alla sua coordinatrice.

La dirigente infermieristica Caterina Puntoriero ha convocato tutti i caposala per dare ulteriori istruzioni sulle verifiche dei farmaci e dei materiali. È probabile che nei prossimi giorni siano sentiti altri dirigenti medici, e si cercherà capire come mai quei prodotti scaduti erano ancora nella vecchia sala angiografica e a chi toccava l’onere di portarli via.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Gazzetta di Lecce

 

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