Politica & Sindacato

Lavori usuranti, in Francia infermieri in pensione prima, in Italia proposta del M5S

Molti colleghi Infermieri, quando sentono o risentono, il Governo di turno, parlare del possibile riconoscimento del lavoro d’infermiere come lavoro usurante, si illudono  sperano…

Successivamente tutti corrono a chiedere delucidazioni circa i requisiti previsti per poter accedere a “certi benefici”. Gli Infermieri, benché citati, non hanno mai avuto diritto al riconoscimento della propria attività come usurante.

E’ frustrante essere citato in una norma, ma apprendere di non avere i requisiti!

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Qual’è lo scopo?

Il Governo sta spremendo, oltremodo gli infermieri, con turni di lavoro massacranti, orari indicibili e con il blocco del turnover. Ciò nonostante, il lavoro dell’infermiere turnista, secondo i Governo, non sarebbe particolarmente faticoso e pesante.

Lo “status” di lavoro usurante potrebbe essere importante perché consente il diritto di accesso al trattamento pensionistico anticipato, fermi restando i requisiti di anzianità contributiva non inferiore a 35 anni ed il regime di decorrenza del pensionamento vigente al momento della maturazione dei requisiti agevolati (VEDI INPS).

Gli Infermieri possono essere considerati lavoratori a rischio di usura solo durante il lavoro notturno, benché, personalmente, avrei qualche perplessità in tal senso. Ciò detto non è sufficiente essere un regolare turnista e lavorare anche di notte.

Il Governo, tramite i mass media, enfatizzò il riconoscimento dei lavori usuranti agli infermieri.

…in chiave teorica, gli eredi della “Signora della lampada”, possono, accedere al pensionamento anticipato attraverso il riconoscimento del lavoro come lavoro usurante. Però l’infermiere deve dimostrare  una ben determinata permanenza nel lavoro notturno. Il lavoro notturno deve essere di almeno 6 ore per notte, per un numero minimo di giorni lavorativi annui, non inferiore, a 78 notti.

Un lavoratore che lavora 6 ore per notte (secondo i minimi previsti), per 78 notti, può aver lavorato 468 ore, di notte, in un anno! Gli Infermieri, come ben sappiamo, per millantate direttive Europee, lavorano “almeno” 11,50 ore per notte.

Si tenga conto che un infermiere lavora per 36 ore settimanali, escludendo quattro settimane di ferie (quando riescono?), un infermiere lavora per 48 settimane; le stesse moltiplicate per 36 ore di lavoro, risulta che gli infermieri, turnisti, lavorano per 1728 ore l’anno.

Gli Infermieri turnisti, lavorano spesso con turni in quinta, vale a dire, una mattina, un pomeriggio ed una notte, uno smonto notte ed un riposo. Suddividendo i giorni dell’anno che sono 365 giorni, risultano, non escludendo ferie e turni di malattia, 73 turni in quinta. Escludendo 30 giorni di ferie, i turni in quinta completi dovrebbero essere 67.

Quindi gli infermieri, se con turno regolare, senza straordinari, possono fare 67 notti all’anno. Gli infermieri non avrebbero diritto al riconoscimento del lavoro usurante per 11 notti.

Se gli infermieri vedessero riconoscere le numerose ore lavorate, potrebbero certificare almeno 302, ore in più, rispetto al minimo previsto per legge. Come se lavorassero 50 notti in più di quelle che fanno realmente.

Riconoscimento lavori usuranti

 

Ore minime per turno di notte

Numero Notti

Ore totali lavorate

Requisito minimi secondo legge

6

78

468

Quello che succede in realtà

11,5

67

770,5

Differenze

5,5

11

302,5

Quindi gli Infermieri, benché citati nella normativa, non hanno diritto al beneficio delle riconoscimento del lavoro usurante!

Se il Governo volesse considerare le ore lavorate, anziché i soli giorni, gli infermieri che fanno un turno in quinta, potrebbero dimostrare di aver lavorato ben 770,5 ore, all’anno, durante il turno di notte!!

Quasi la metà delle ore lavorate, dagli infermieri turnisti, sono lavorate di notte! Lontano dagli affetti e dalle famiglie, ma, soprattutto dodici ore impegnati con un lavoro faticoso e che non consente distrazioni. Tutto ciò non sarebbe usurante?

Si consideri che esistono numerosi documenti, scientifici, che dimostrano la fatica e la pericolosità nel lavorare 12 ore di seguito (Fatigue Risk Management in the Workplace, Journal of Occupational & Environmental Medicine: February 2012 – Volume 54 – Issue 2 – p 231–258).

Nel Lazio succede anche, con l’inserimento del sistema NOIPA (maledetto periodicamente dal personale sanitario), che le ore notturne non vengano pagate tutte come notturne?! In questo caso siamo al danno oltre che alla beffa!  Molti studi scientifici sulla “fatigue del turnista” sostengono che le ore lavorate durante il turno di notte, consecutive, vanno considerate insieme e tutte notturne!

Quindi se si calcolassero le sole ore di lavoro, effettivamente lavorate, anziché i giorni, gli infermieri potrebbero averne diritto.

Ho letto, tempo fa, che in Francia, gli Infermieri e le forze di polizia, per definizione, possono andare in pensione prima di altre categorie. Gli infermieri in Francia che hanno trascorso 15 anni al “letto del paziente“, in ospedale pubblico, che rimangono in corsia, possono confidare in  una pensione entro i 55-57 anni  (VEDI).

Nella Risoluzione proposta dal M5S in XI commissione 7-01092, si chiede il riconoscimento dei lavori usuranti anche agli OSS (Operatori Socio Sanitari) perché “svolgono attività di supporto alla persona e svolge mansioni particolarmente dure, che richiedono continui sforzi fisici, producono forte stress psicologico, necessitano di forza fisica, concentrazione mentale, prontezza di riflessi, adattamento al continuo cambio dei turni che viene svolto anche durante l’orario notturno”.

Mentre nella risoluzione presentata in XI commissione dal PD si citano solo gli OSS (VEDI).

Tutto ciò mi ha lasciata perplessa, poiché le funzioni sopra citate sono svolte anche dagli Infermieri a causa del blocco del Turnover.

Si pensi alle regioni con problemi di bilancio come il Lazio, dove il personale infermieristico, insieme ai pazienti, stanno pagando in termini di fatica, rischio di errori.

Spero che nel futuro il Governo “partorisca” qualche iniziativa concreta. Siamo stanchi di proclami autocelebrativi e privi di sostanza!

Laura Rita Santoro

Responsabile Regionale Nursing Up Lazio

Redazione Nurse Times

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