La pandemia spiegata dagli esperti, come i dati di “Real world evidence” possono aiutare la gestione del covid-19

Milano, 27 aprile 2021 – Si è tenuta ieri la Web Conference “La Real World Evidence e la sua utilità nella gestione  della SARS-CoV-2” che ha affrontato temi quali la prevenzione e le misure per il contenimento del contagio, le modalità per migliorare il sistema di sorveglianza epidemiologica e la gestione dell’emergenza, cercando di dare  risposte alla pandemia da SARS-CoV-2 sulla base di evidenze e conoscenze scientifiche. 

L’evento con il coordinamento scientifico del Prof. Massimo Galli, Ospedale Fatebenefratelli Sacco, e del Prof.  Giovanni Corrao, Università di Milano-Bicocca è stato organizzato da 3PSolution

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I dati delle evidenze scientifiche servono a produrre conoscenza utile per curare meglio le persone. Chiunque,  avendo documentate competenze, abbia una buona idea per migliorare la nostra pratica utilizzando i dati pubblici,  deve poter avere accesso a questi dati. – ha dichiarato Giovanni Corrao, Direttore del Centro Interuniversitario  Healthcare Research & Pharmacoepidemiology e Ordinario di Statistica Medica all’Università di Milano-Bicocca Chiaramente ciò deve avvenire nel pieno rispetto della privacy e purché sia attestata la capacità di produrre  evidenze solide per la salute di tutti. La normativa, dal canto suo, deve favorire l’accesso ai dati e per fare questo  è necessaria una vera e propria alleanza tra istituzioni, società scientifiche e associazioni che favorisca questo  processo.” 

Oggi abbiamo a nostra disposizione molte evidenze scientifiche; – ha affermato Silvio Brusaferro, Presidente  dell’Istituto Superiore di Sanità e con il passare dei mesi ne avremo sempre di più. La grande sfida ora è quella  di imparare e gestire la grande mole di dati di cui disponiamo e quella di renderli fruibili nel pieno rispetto della  privacy. Sarà poi necessario tradurre le evidenze scientifiche in consigli pratici sia per i decisori politici che per i  cittadini. L’Istituto Superiore di Sanità si muove da sempre in questa prospettiva e in questo periodo storico lo sta  facendo ancora di più, collaborando con le istituzioni, per veicolare le raccomandazioni in maniera credibile e  convincente a chi deve trasformarle in scelte consapevoli.” 

Partendo dall’immunologia del SARS-CoV-2, il focus si è poi spostato sul tema vaccini, per approfondire le evidenze  ad oggi note sulle varie opzioni disponibili e per fare il punto sul piano vaccinale. 

La pandemia da Covid-19 ha fatto sì che ci fosse un cambio di paradigma nella sequenza degli studi e delle  evidenze che guidano le scelte di politica vaccinale. – ha affermato Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia  Italiana del Farmaco (AIFA) Gli studi clinici normalmente seguono un iter preciso, vi sono studi randomizzati per  la determinazione degli eventi avversi frequenti e più rari, poi ci sono gli studi post-marketing, ovvero studi su  popolazioni più vaste per testare l’effetto del farmaco su grande scala, ed infine la farmacovigilanza che verifica  ciò che accade sui grandi numeri dopo che il prodotto è in commercio. Oggi, a causa della pandemia questa  sequenza è cambiata: nel caso del covid, per definire l’uso ottimale dei vaccini gli studi randomizzati si sono  affiancati ai dati raccolti sul campo e la farmacovigilanza è divenuta l’unico strumento per la segnalazione dei  rarissimi eventi avversi.

” 

Per altro, l’efficacia dei vaccini per il Covid-19, già ampiamente dimostrata in selezionate popolazioni presenti nei  trial, è stata confermata dalla “Real World Evidence” e tale approccio porterà a politiche vaccinali più efficaci. A  conferma di ciò, ha concluso il Prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas,  Rozzano (MI) Un recente studio per i vaccini a mRNA ha dimostrato, ad esempio, che per i pazienti Covid  sintomatici può essere sufficiente una sola dose di vaccino. Tale evidenza potrebbe tradursi in un risparmio di  milioni di dosi di vaccino.”

Nel proseguo dei lavori si è parlato di gestione ottimale del paziente COVID, sia in ambito domiciliare che  ospedaliero. 

“La gestione del paziente Covid e dei fattori predittivi di progressione è strettamente legata alla definizione degli  stadi clinici della malattia da Coronavirus. – ha affermato il Prof. Massimo Galli, Ordinario di Malattie Infettive  all’Università Statale di Milano e Direttore della Struttura Complessa di Malattie Infettive III dell’ASST  Fatebenefratelli Sacco Al momento della diagnosi è indispensabile valutare il rischio di progressione sulla base  delle caratteristiche del paziente. È su questa base che deve essere decisa l’eventuale avvio di una terapia con  anticorpi monoclonali, mentre il monitoraggio dell’ossimetria consente di decidere il da farsi per quanto attiene  alla decisione di mantenere le cure a domicilio o di procedere al ricovero in ospedale. La terapia a domicilio  dovrebbe essere solo sintomatica (paracetamolo) riservando l’eparina agli allettati e considerando il cortisone solo  in casi destinati ad essere dopo breve tempo sottoposti a ventilazione in regime di ricovero ospedaliero.” 

Infine, ampio spazio è stato dedicato ai ritardi nella diagnosi e nella cura di patologie NON COVID durante la  pandemia, come ad esempio quelle oncologiche, cardiovascolari e mentali per capire quale impatto ha avuto la  pandemia anche sui pazienti NO COVID, dal punto di vista della diagnosi e della cura. 

L’evento ha voluto fornire gli strumenti utili a comprendere e ad affrontare più consapevolmente il momento  presente, scongiurando il rischio di affidarsi a una comunicazione non strutturata o, peggio, carica di fake news. Mai come in questo momento, infatti, sono nati studi di “Real World Evidence”, ovvero sia studi basati  sull’osservazione dei dati derivanti dalla fase post-commercializzazione dei farmaci, che possono provare a dare  risposte a quesiti scientifici e a distinguere i casi singoli dalle solide evidenze. 

Da oggi pomeriggio saranno visibili gli interventi dell’incontro sul sito www.3psolution.it 

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