La irripetibile stagione di formula uno 1976…Nei ricordi, e nell’archivio, del ragazzo che ero

La irripetibile stagione di formula uno 1976...Nei ricordi, e nell'archivio, del ragazzo che ero

La irripetibile stagione di formula uno 1976…Nei ricordi, e nell’archivio, del ragazzo che ero

Quello che vi presentiamo di seguito è il racconto appassionato di un nostro grande amico.

Francesco Falli, già presidente dell’ordine di La Spezia questa volta non tratterà temi di interesse sanitario.

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Una passione, quella di Francesco, che diventa un libro presentato in questi giorni dal titolo “La irripetibile stagione di formula uno 1976″…Nei ricordi, e nell’archivio, del ragazzo che ero.

Abbiamo raggiunto Francesco Falli che ci ha subito trasmesso la sua passione per questo libro in questa breve presentazione:

“Ho seguito la Formula 1 dal 1975, quando Vittorio Brambilla vinse una gara incredibile in Austria, sotto il diluvio (erano anni che i piloti italiani non vincevano, un pò come avviene oggi) fino al giorno della morte di Senna, avvenuta a Imola il 1° maggio del 1994.

Va detto, però, che la Formula Uno più affascinante era quella della seconda metà degli Anni Settanta; si mescolavano, si univano la modernità delle nuove tecnologie (i grandi alettoni, le ”minigonne” e l’effetto suolo, le gomme morbide, i primi motori turbo) alle basi dello sport, fatto ancora di rischi e pericoli e coraggio, immenso, dei piloti che correvano in condizioni di sicurezza assai distanti da quelle attuali.

Le loro gambe ad esempio non erano assolutamente protette e le fratture di piedi e gambe erano frequenti, e non di rado qualcuno fra loro lasciava la propria vita in pista.

La stagione 1976, poi, nella particolarità del periodo, fu molto strana ed eccezionale. E di allora è rimasto, come è stato ricordato dal pilota tedesco Jochen Mass, uno dei protagonisti di quel tempo, un alone leggendario di quel Campionato che in qualche modo è giunto ai giorni nostri.

Al punto che il grande Ron Howard ha dedicato un film, ”Rush” al duello fra James Hunt e Niki Lauda, iniziato con una grande supremazia del pilota austriaco, con la Ferrari, e poi vinto dal britannico che ha raggiunto il vertice della classifica solo all’ultima gara: ma era quella la corsa che contava…

Ma il libro che ho preparato vuole ricordare anche tutti gli altri piloti, ed ho anche raccolto – grazie ai social – le dichiarazioni di qualcuno di questi antichi ”cavalieri del rischio” che, in non pochi casi, stanno ancora correndo sulle piste di tutta europa, come è il caso del nostro Arturo Merzario o dell’inglese Mike Wilds.

Delle tante cose particolari di quel periodo, non si può dimenticare la scena che rappresenta in un certo senso l’intera annata, quando quattro piloti, condannati dalle macchine che conducono a gare di retrovia (il nostro Merzario, l’austriaco Harald Ertl, l’inglese Guy  Edwards e l’ex marine statunitense Brett Lunger) estraggono il campione Lauda dal rogo della sua vettura in Germania.

E qui, ho evidenziato un fatto che Ron Howard ha – a mio modesto avviso – trascurato: a fine stagione 1973 il nostro Merzario ha perso il posto in Ferrari proprio per l’arrivo di Lauda. Il film non lo racconta, ma ogni appassionato di quel tempo lo sa: eppure,  Merzario non esitò a buttarsi fra le fiamme per salvare la vita al suo rivale.

Ed a proposito di incidenti, a inizio Anni Sessanta negli USA qualcuno comprese che il concetto di salvare i piloti feriti in corsa, caricandoli come sacchi di patate su barelle e ambulanze e trasportarli al più vicino ospedale non migliorava la prognosi dei disgraziati: e così, venne decisa la nuova strategia del ”stay and play”, cioè si costituirono equipe di medici e infermieri esperti in grado di ”stabilizzare” i feriti a bordo pista e solo dopo a trasportarli nelle strutture sanitarie opportune.

Osservata la netta crescita del tasso di sopravvivenza, la strategia diventò quella disponibile per tutti i soccorsi d’emergenza anche nella vita di ogni giorno. soccorsi che diventarono così professionali anche in Italia,sulla scia di queste evidenze maturate nel motorsport, durante la seconda metà degli Anni Novanta (grazie al DPR del 27 marzo 1992)”.

Ringraziamo Francesco Falli per questa appassionata descrizione contenuta nel suo libro che troverete sul sito ilmiolibro.kataweb.it.

 

Giuseppe Papagni

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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