Tesi di Laurea - NeXT

La dott.ssa De Bernardo presenta la tesi su “Evidence Based Practice nella gestione degli accessi venosi periferici, documentazione e responsabilità infermieristica: studio descrittivo”

Gentile Direttore,

sono De Bernardo Flavia, laureata a novembre del 2022 presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli presso l’Istituto Tumori IRRCS Fondazione G. Pascale.

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Il progetto di tesi sperimentale “Evidence Based Practice nella gestione degli accessi venosi periferici, documentazione e responsabilità infermieristica: studio descrittivo” è stato sviluppato con la collaborazione della mia relatrice, la Dott.ssa Maria Rosaria Esposito.

Questo progetto nasce dall’esigenza di sottolineare l’importanza della compilazione della documentazione infermieristica nell’ambito degli Accessi Venosi Periferici, ormai irrinunciabile strumento di lavoro nonché uno strumento fondamentale per un’efficace comunicazione tra i professionisti sanitari. E’ stato effettuato uno studio descrittivo utilizzando lo strumento di rilevazione “Scheda Monitoraggio e Gestione Accesssi Venosi”, attualmente parte integrante della documentazione infermieristica di alcune UU.OO.

Inoltre, è stata sottolineata l’importanza dell’applicazione di pratiche Evidence-Based per la gestione ed il monitoraggio di pazienti portatori di Catetere Venoso Periferico. Sulla base di linee guida attualmente vigenti e di bundle, è stata realizzata una locandina come guida per la corretta gestione e documentazione nell’assistenza dei medesimi pazienti. La locandina presenta, attraverso l’acronimo “D.O.M.A.N.I.”, una standardizzazione nella pratica clinica nelle fasi di inserimento, gestione, medicazione e rimozione del CVP. All’interno della locandina, semplice da comprendere, sono presenti i 6 elementi chiave fondamentali da apprendere ed applicare nella pratica clinica sia per una maggior sicurezza dei pazienti, ma anche per un’assistenza infermieristica di qualità.

ABSTRACT

Il cateterismo venoso periferico (CVP) è una delle procedure invasive che più frequentemente i  pazienti ricevono in ambito ospedaliero. I dati ufficiali riportano che ogni anno in Italia siano utilizzati circa 33 milioni di device per gli accessi venosi periferici (i Data research anno 2016) e dati ufficiali rilevati in ospedali di tutto il mondo stimano che il 70% dei pazienti ricoverati necessiti di un CVP.

L’inserimento dell’ago cannula, a breve, medio o lungo termine in una vena periferica consente un rapido accesso venoso sia per finalità diagnostiche che terapeutiche quali prelievi ematici, infusioni di liquidi (es. trasfusione di sangue ed emoderivati) e sostanze nutritive, terapie farmacologiche.

La scelta dell’accesso è basata su una serie di criteri riferiti al paziente (patrimonio venoso, storia clinica), al tipo di terapia e la sua durata, alla diagnosi di riferimento; il tutto è valutato, gestito e documentato dal professionista responsabile.

Nonostante vi sia particolare formazione ed attenzione degli infermieri verso la gestione dei CVP, tali dispositivi non escludono complicanze ad esso correlato. Le possibili complicanze infettive catetere-correlate (CR-BSI) sono piuttosto frequenti, tuttavia non mancano altre complicanze come: dislocamento, infiltrazione, stravaso, occlusione e dolore. L’insorgenza di complicanze è causa, spesso, di un’interruzione improvvisa ed anticipata, ciò ha delle notevoli conseguenze sull’aumento dei tempi di degenza, dei costi e soprattutto dell’insoddisfazione dei pazienti. Secondo studi ufficiali fino al 30% delle batteriemie sviluppate in ambito intraospedaliero sono correlate a dispositivi intravascolari e che i dispositivi intravascolari periferici presentano tassi di complicanze fino al 42%. Per tale ragione è necessario che gli infermieri aderiscano alle linee guida e alle buone pratiche nella gestione di tali devices.

In particolare la documentazione delle procedure di gestione dei CVP rappresenta un aspetto cruciale per l’infermieristica che evidenzi la responsabilità dei professionisti nella gestione autonoma dei devices ed attesta la messa in pratica dei principi dell’Evidence Based Practice. Inoltre la registrazione dei dati rappresenta un potente strumento comunicativo tra i membri dell’equipe sanitaria in relazione ad un problema clinico specifico e testimonia la professionalità degli infermieri nell’assistenza ai pazienti.

In letteratura è ben rappresentata la scarsa documentazione nella gestione degli accessi vascolari, particolarmente quelli periferici. Per tale ragione è stata strutturata ed implementata una “scheda di monitoraggio accessi venosi” creata ad hoc per i pazienti oncologici, al fine anche di valutarne la praticità e la completezza delle registrazioni infermieristiche, attese sia in ordine di responsabilità che di evidenze scientifiche.

Materiale e metodo

È stato effettuato uno studio descrittivo con lo scopo di valutare la completezza della documentazione infermieristica relativa ai pazienti portatori di accessi venosi sia periferici che centrali.

Le registrazioni sono state raccolte attraverso la scheda di monitoraggio e gestione accessi vascolari; la rilevazione è stata effettuata nelle UU.OO. con ricovero >di 24h dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale.

Risultati

Sono state raccolte n.40 schede, in ogni scheda è stata riportata la registrazione delle procedure di gestione; sono state registrate n. 25 schede per i CVP, n. 9 per i PICC, n. 4 per  i CICC e n. 2 per i Port, per un periodo di circa 1 mese di rilevazione. Le procedure infermieristiche e interventi infermieristici sugli accessi vascolari sono stare correttamente riportare nella scheda documentale.

Conclusioni

La scheda di documentazione risulta essere semplice da compilare e fornisce una rapida valutazione delle registrazioni infermieristiche.

È stata realizzata, sulla base delle linee guida e i bundle, una locandina come guida per la corretta gestione e documentazione nell’assistenza ai pazienti portatori di CVP.

Dott.ssa De Bernardo Flavia

Tesi Evidence Based Practice nella gestione degli accessi venosi periferici, documentazione e responsabilità infermieristica: studio descrittivo”

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