Durante il percorso di studi, un certo numero di bambini e bambine incontra ostacoli e difficoltà piuttosto importanti che rendono l’esperienza scolastica faticosa e frustrante, con notevoli ricadute sulla gestione familiare, in termini d’impegno, e disagi sul piano emotivo. Disagi che incidono sulla motivazione, sull’immagine di sé e sul benessere generale, fino a portare a evitare tutto quanto ha a che fare con la scuola. Spesso si tratta delle cosiddette Difficoltà di Apprendimento (DSA) che, pur essendo più o meno temporanee, devono essere curate in tempo per evitare ricadute negative nella sfera delle emozioni.
La discalculia è uno dei disturbi dell’apprendimento e consiste nell’incapacità, parziale o totale, di eseguire operazioni di calcolo o, in un senso più ampio, di comprendere l’aritmetica. Spesso è associata ad altri disturbi, quali disgrafia, disortografia e dislessia, che non dipendono né da riduzione della capacità di ragionamento (capacità cognitiva) né da problemi ambientali o psicologici. Sebbene siano definiti disturbi, di fatto nessuno di essi ha le caratteristiche tipiche di una malattia. Presumibilmente, sono dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale. Di solito, sono scoperti nell’età dello sviluppo, dai 6 ai 18 anni, ma è anche possibile che siano accertati più tardi. I DSA possono essere considerati caratteristiche specifiche dell’individuo, così come altri aspetti del comportamento
Con il termine discalculia evolutiva ci si riferisce alle difficoltà che emergono in occasione di prove numeriche e aritmetiche di base come, ad esempio, leggere e scrivere in modo corretto i numeri (sia dettati a voce, sia nei compiti di copiatura) o svolgere calcoli a mente con sufficiente rapidità e accuratezza. In particolare, con l’aggettivo evolutiva, ci si riferisce al fatto che le difficoltà seguono gli apprendimenti e non spuntano all’improvviso.
I disturbi (sintomi) relativi alle difficoltà aritmetiche includono:
Come nel caso degli altri disturbi dell’apprendimento (DSA), le cause della discalculia non sono tuttora chiare, ma si ritiene che sia dovuta a un insieme di fattori:
Sebbene l’accertamento del disturbo (diagnosi) possa avvenire qualche anno dopo rispetto ad altri disturbi dell’apprendimento, il bambino o la bambina con discalculia può già in età prescolare mostrare tale difficoltà. È in ambito scolastico che i disturbi dell’apprendimento vengono di solito riconosciuti, spesso dagli insegnanti.
L’insegnante, una volta sorto il dubbio di non trovarsi davanti a una semplice difficoltà temporanea, deve tentare delle attività di recupero e, se la situazione non migliora, ha il dovere di comunicare alla famiglia la propria preoccupazione sulle difficoltà di apprendimento del bambino. A tale proposito, potrà richiedere una valutazione specialistica che consentirà alla famiglia di chiedere e ricevere il documento di certificazione diagnostica da portare alla scuola affinché siano presi i provvedimenti necessari.
Il ruolo degli insegnanti
La discalculia crea disorientamento, gli alunni e le alunne con questo disturbo sono in un mondo di numeri che non comprendono. Il campo dell’apprendimento matematico è molto ampio: apprendimento delle regole di sintassi numerica, comprensione del concetto di numero e di tutti gli altri simboli a esso associati (ad esempio +, x), sviluppo delle abilità di calcolo e delle regole del calcolo scritto, memorizzazione delle tabelline e delle altre somme di base, abilità logiche di soluzione di problemi. Tutti questi aspetti implicano, dunque, notevoli e diverse capacità di ragionamento.
Poiché la matematica è presente nei programmi delle scuole di ogni ordine e grado, oltre che nella vita di tutti i giorni, è necessario aiutare gli studenti e le studentesse discalculici ad acquisire prima di tutto le competenze matematiche di base.
La discalculia influisce molto sull’autostima e diventa, quindi, importante valorizzare e gratificare chi ne è affetto per i risultati positivi ottenuti, ad esempio, in geometria, probabilità o statistica. In altre parole, in ambiti della matematica non essenzialmente aritmetici. Per ogni soggetto affetto deve essere stilato un percorso personalizzato di lavoro a lungo termine che si basi sulle sue reali difficoltà. A tale proposito, è necessaria la condivisione del percorso da parte di tutta la squadra di insegnanti che dovrà aggiornare e annotare i progressi e le nuove difficoltà che potranno comparire e tutto ciò che risulti utile a conseguire gli obiettivi fissati.
A differenza degli alunni e delle alunne con disabilità o disturbi dell’apprendimento (DSA) che ricevono una certificazione clinica, l’individuazione di soggetto con bisogni Educativi Speciali (BES) rientra nell’ambito della didattica ed è, pertanto, competenza della scuola. Sono dunque gli insegnanti, fin dalle prime fasi del percorso scolastico, che rilevano un anomalo ritardo nell’acquisizione delle capacità di base della lettura, scrittura e calcoli.
In conclusione, la scuola avrà il dovere di prestare attenzione al percorso di orientamento di tutti gli alunni e le alunne con tale disabilità, progettando itinerari specifici dedicati, in una logica di continuità e sviluppo formativo funzionale e coerente.
Redazione Nurse Times
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