Bere kombucha, un tipo di tè fermentato, può ridurre i livelli di zucchero nel sangue nei pazienti con diabete di tipo 2. Lo dimostra lo studio clinico condotto dai ricercatori della Georgetown University’s School of Health, della University of Nebraska Lincoln e della MedStar Health, riportato su Frontiers in Nutrition.
Le persone con diabete di tipo 2 che hanno bevuto kombucha per quattro settimane hanno registrato livelli di glucosio nel sangue, a digiuno, più bassi rispetto a quando hanno consumato una bevanda placebo dal gusto simile. Questo risultato, ottenuto da uno studio pilota che ha coinvolto 12 partecipanti, indica il potenziale intervento dietetico della bevanda per aiutare ad abbassare i livelli di zucchero nel sangue nelle persone affette da diabete e pone le basi per uno studio più ampio che confermi ed espanda queste evidenze.
“Alcuni studi di laboratorio su roditori, relativi ai benefici del kombucha, si sono rivelati promettenti e un piccolo studio su persone senza diabete ha mostrato che il kombucha abbassava la glicemia, ma questo è il primo studio clinico che esamina gli effetti del tè kombucha in persone con diabete”, ha affermato Dan Merenstein
, professore di Scienze umane ala Georgetown School of Health, di Medicina di famiglia alla Georgetown University School of Medicine e autore dello studio.E ancora: “Devono essere condotte molte altre ricerche, ma i risultati sono molto promettenti. Un punto di forza del nostro studio è che le persone non sono state indirizzate su cosa mangiare, in quanto abbiamo usato un disegno incrociato che ha limitato gli effetti di qualsiasi variabilità nella dieta del soggetto un esame”.
A nessuno dei due gruppi è stato detto quale bevanda stessero ricevendo in quel momento. Dopo quattro settimane, il kombucha sembrava aver abbassato i livelli medi di glucosio nel sangue a digiuno da 164 a 116 milligrammi per decilitro, mentre la differenza dopo quattro settimane con il placebo non era statisticamente significativa.
Le linee guida dell’American Diabetes Association raccomandano che i livelli di zucchero nel sangue prima dei pasti siano compresi tra 70 e 130 milligrammi per decilitro. Gli scienziati hanno poi esaminato la composizione dei microrganismi fermentanti nel kombucha per determinare quali ingredienti potessero essere i più attivi e hanno scoperto che la bevanda era composta principalmente da batteri dell’acido lattico e dell’acido acetico e una forma di lievito, chiamata Dekkera, con ogni microbo presente in misura circa uguale. La scoperta è stata confermata dal sequenziamento del gene Rna.
“Studi svolti su marche diverse di kombucha rivelano miscele e abbondanze microbiche leggermente differenti – ha detto Robert Hutkins, dell’University of Nebraska Lincoln e autore senior dello studio-. Tuttavia i batteri e i lieviti principali sono altamente riproducibili e probabilmente simili dal punto di vista funzionale tra marche e lotti; ciò è stato un fattore rassicurante per la nostra ricerca”.
“Si stima che 96 milioni di americani soffrano di prediabete e che il diabete stesso sia l’ottava causa di morte negli Stati Uniti, oltre a essere un importante fattore di rischio per malattie cardiache, ictus e insufficienza renale”, ha spiegato Chagai Mendelson, autore principale che ha lavorato nel laboratorio di Merenstein alla Georgetown, mentre completava la sua specializzazione al MedStar Health.
“Siamo stati in grado di fornire prove preliminari che una bevanda comune potrebbe avere un effetto benefico sul diabete – ha proseguito Mendelson -. Ci auguriamo che possa essere intrapreso uno studio molto più ampio, basato sugli esiti di questa sperimentazione, per dare una risposta più definitiva all’efficacia del kombucha nel ridurre i livelli di glucosio nel sangue, e quindi prevenire o aiutare a trattare il diabete di tipo 2”.
Redazione Nurse Times
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