L’ipertensione arteriosa (pressione sanguigna elevata) è una causa comune e principale, prevenibile, di infarto, ictus, insufficienza renale e morte. Colpisce 1,28 miliardi di adulti in tutto il mondo. Alcuni fattori di rischio includono obesità, cattiva alimentazione, mancanza di esercizio fisico e stress. L’ipertensione arteriosa costituisce il fattore di rischio più diffuso e importante per morbilità e mortalità cardiovascolare a livello globale, nonostante la disponibilità di trattamenti farmacologici efficaci.
Tuttavia, secondo il consenso degli esperti, si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la “minima”).
Valori pressori compresi tra 140/90 e 160/100 sono definiti ipertensione arteriosa di grado 1. Tra 160/100 e 180/110 si parla di ipertensione arteriosa di grado 2 e, oltre i valori di 180/110, si parla di ipertensione arteriosa di grado 3.
Le presentazioni video con i coautori delle Linee guida saranno disponibili sul sito web di ESH.
Full text dell’articolo sul Journal of Hypertension
Redazione Nurse Times
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