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IPASVI Trento, cordoglio alla famiglia di Sofia e vicinanza ai colleghi del S.Chiara

Il Collegio IPASVI degli Infermieri professionali, Assistenti sanitarie e Vigilatrici d’infanzia di Trento esprime pubblicamente profondo cordoglio alla famiglia della bambina scomparsa nella notte tra domenica e lunedì a causa della malaria.

Il Collegio IPASVI degli Infermieri professionali, Assistenti sanitarie e Vigilatrici d’infanzia di Trento esprime pubblicamente profondo cordoglio alla famiglia della bambina scomparsa nella notte tra domenica e lunedì a causa della malaria (VEDI)

Contestualmente il Collegio vuole comunicare la sua vicinanza ai colleghi dell’ospedale S. Chiara di Trento e in particolare a coloro che operano nel reparto dove la piccola è stata ricoverata.

“La scomparsa di Sofia ci tocca nel profondo del cuore, sia come persone sia come professionisti che fanno della cura della persona 24 ore su 24 la loro missione quotidiana”, commenta la presidente del Collegio IPASVI di Trento, Luisa Zappini.

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“Ho già contattato personalmente gli infermieri di Pediatria affinché siano informati del nostro sostegno in questo momento terribile”.

Il Collegio di Trento si associa inoltre alla Federazione nazionale IPASVI nella condanna dei titoli di giornali, pubblicati il 6 settembre dalle testate “Libero” e “Il Tempo”, con riferimento a un non ben identificato “infermiere killer”.

Ieri la presidente della Federazione nazionale, Barbara Mangiacavalli

, in una lettera ai direttori delle due testate, ha manifestato il suo biasimo per la scelta di utilizzare la categoria professionale degli infermieri come capro espiatorio di una delle due ipotesi attualmente al vaglio della magistratura, ovvero l’utilizzo di strumenti non sterili e la presenza di una zanzara vettore “importata” dalle zone a rischio.

“Questo atteggiamento – ha scritto Mangiacavalli – prefigura una vera e propria caccia alle streghe: nessuno può essere accusato senza prove”.

“Quando si ha a che fare con drammi umani di questa portata è fondamentale sospendere i giudizi per non mancare di rispetto a chi è coinvolto in prima persona e sta soffrendo. La famiglia non ha bisogno di speculazioni e strumentalizzazioni. Sulla questione la magistratura sta facendo egregiamente il suo lavoro: è decisamente fuori luogo giungere a delle conclusioni prima della chiusura delle indagini così come mettere in dubbio la professionalità di chi quotidianamente si spende per il benessere del prossimo”, conclude Zappini.

 

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