Un accordo tra Regione e sindacati, il primo in Italia, con l’obiettivo di valorizzare e riconoscere, anche a livello economico, l’attività di chi si occupa di coordinare e fare da tutor agli studenti dei corsi di laurea triennali che sfornano professionisti sanitari
Infermiera ao PC, immagine di repertorio.
“Formare adeguatamente i futuri professionisti della sanità è fondamentale, e altrettanto importante è valorizzare chi svolge incarichi di affiancamento e didattica per gli allievi”.
Musica, per le nostre orecchie. Che da tempo lamentiamo l’esistenza di diverse realtà fuori controllo che non formano affatto gli studenti (non allievi!!!) infermieri. Bensì li ‘preparano’ a mettere in discussione tutto ciò che hanno studiato, leggi comprese, per diventare gli attuali, riconoscibili e delusissimi factotum della sanità (VEDI).
L’importante vagito, ad opera di Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute dell’Emilia Romagna, ha fatto seguito ad un interessante esperimento che si sta per attuare in regione: un accordo, il primo in Italia, tra l’assessorato regionale alla Sanità e i sindacati (Fp-Cgil, Fp-Cisl e Fpl-Uil) che intende regolamentare e valorizzare quelle figure professionali che mettono la propria esperienza e le proprie conoscenze a disposizione degli studenti che frequentano i corsi di laurea triennali abilitanti al primo livello delle professioni sanitarie.
Un’attività che vedrà coinvolti circa 7.500 professionisti tra infermieri, ostetriche, tecnici e operatori sanitari, in Emilia. E che, in base a questo esperimento, diventeranno coordinatori/tutor e riceveranno un riconoscimento economico; compenso che arriverà grazie all’investimento di 2,6 milioni di euro da parte della Regione e che andrà a premiare questa attività di insegnamento e accompagnamento. Di fatto, incentivandola.
Gli obiettivi di questa intesa, sperimentale e che quindi verrà monitorata nel tempo, sono due:
Le figure previste per la sperimentazione, facenti parte del servizio sanitario regionale, sono fondamentalmente tre:
La sottoscrizione dell’accordo arriva dopo altre tre ‘firme’ datate 19 settembre 2016, 28 novembre 2016 e 30 giugno 2017. Tutti provvedimenti regionali che hanno fatto sì che nel sistema sanitario dell’Emilia Romagna venissero inseriti, tra il 2015 e il 2016, 4.300 tra medici, infermieri, ostetriche, tecnici e operatori sanitari; con circa 25 milioni di euro per stabilizzazioni, conferme dei contratti in essere, nuove assunzioni e copertura del turnover al 90%.
“Un ulteriore tassello e un importante risultato a quel percorso, facendo un altro passo avanti”, hanno dichiarato soddisfatti i sindacati, che ora chiedono un confronto nelle diverse aziende sanitarie per distribuire al meglio le risorse.
Trattasi di un precedente importantissimo. Una sperimentazione in grado di monitorare, indirizzare e migliorare drasticamente la formazione universitaria dei nostri studenti. E, di conseguenza, di innalzare la qualità delle cure erogate dai professionisti di domani.
“Formare adeguatamente i futuri professionisti della sanità è fondamentale”…
Musica, per le nostre orecchie. Sempre sperando che il raggiungimento degli obiettivi da parte di queste figure sia in qualche modo vincolante. E che vi siano dei controlli, reali ed efficienti, sul loro operato.
Fonte: Corriere di Bologna
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