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Infermieri Militari e iscrizione all’Ordine: interrogazione parlamentare dell’On. Ermellino

Riteniamo tuttavia opportuno che non vengano concesse deroghe alla legge 3/2018 sull'obbligatorietà dell'iscrizione all'ordine professionale, anche per non ingenerare sfiducia negli operatori della sanità già iscritti nel pieno rispetto della normativa vigente

Presentata dall’0n. ERMELLINO Alessandra mercoledì 3 luglio u.s. alla Camera una interrogazione a risposta immediata in IV commissione (Difesa) indirizzata al Ministero della Difesa

Mercoledì 3 luglio 2019, seduta n. 202. Interrogazione parlamentare (5-02436) presentata da:

  • ERMELLINO,
  • GIOVANNI RUSSO,
  • ARESTA,
  • CHIAZZESE,
  • CORDA,
  • DEL MONACO,
  • D’UVA,
  • FRUSONE,
  • GALANTINO,
  • GUBITOSA,
  • IORIO,
  • IOVINO,
  • RIZZO,
  • ROBERTO ROSSINI
  • TRAVERSI

Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

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  • con l’entrata in vigore della legge n. 3 dell’11 gennaio 2018 (cosiddetta legge Lorenzin) chi esercita una professione sanitaria deve essere iscritto all’albo professionale. Requisito obbligatorio per poter esercitare la professione infermieristica all’interno del servizio sanitario nazionale e in libera professione è quello di iscrizione all’ordine professionisti infermieri. La maggior parte degli infermieri militari ne sono sprovvisti;
  • con una nota del 28 febbraio 2019, l’Amministrazione della difesa aveva disposto immediate ed urgenti verifiche sulla giusta applicazione della normativa che sancisce l’obbligo di iscrizione al relativo albo professionale anche per il personale militare delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative e tecnico-sanitarie;
  • dal 15 febbraio 2018, gli infermieri militari che esercitano la professione senza essere iscritti all’albo possono trovarsi nelle condizioni di commettere il reato di abusivo esercizio di una professione e in tale situazione il loro datore di lavoro ne è penalmente responsabile;
  • tenuto conto delle condizioni e della specificità del personale sanitario delle Forze armate, in diverse sedi è stato chiesto al Ministero della difesa di porre a carico dell’amministrazione l’iscrizione ai rispettivi ordini professionali;
  • secondo quanto riportato in una segnalazione sottoscritta da una nota rappresentanza militare il personale militare sanitario verrebbe sottoposto a continue pressioni allo scopo di risolvere le problematiche connesse alla mancata iscrizione al rispettivo ordine professionale, senza altresì attendere le decisioni che saranno assunte dal dicastero –:

se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative affinché le quote di iscrizione/ rinnovo agli albi competenti per il personale militare che esercita la professione sanitaria siano poste a carico del dicastero e, in caso positivo, promuovere un’apposita modifica normativa volta a includere il personale militare nei rispettivi albi degli ordini professionali”.

 La risposta immediata all’interrogazione arriva giovedì 4 luglio 2019, pubblicata  nell’allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa):

“Nel rispondere al quesito posto, mi preme innanzitutto sottolineare che la questione degli obblighi per il personale sanitario militare derivanti dalla legge n. 3/2018 – nota come «Legge Lorenzin» – ha catalizzato la massima, fattiva attenzione da parte del Dicastero e del Ministro in prima persona. 

Al riguardo, si è sin dall’inizio ritenuto necessario porre in sistema tale disposto normativo con la specificità del comparto Difesa e Sicurezza, espressamente riconosciuta dall’articolo 19 della legge n. 183 del 2010, nonché dal disposto della legge 43/2006 che, all’articolo 2, prevede la possibilità per il personale dei servizi sanitari militare, della Guardia di finanza e della Polizia di Stato, di svolgere presso le rispettive strutture il percorso formativo connesso al titolo universitario abilitante. 

Tale regime di specificità comporta altresì la peculiarità dell’iter formativo del personale del comparto, che, oltre al normale programma per la preparazione tecnico professionale volta al conseguimento del diploma di laurea, prevede materie di studio ed esercitazioni pratiche proprie dell’addestramento richiesto a tutti gli appartenenti al comparto medesimo. 

In tale quadro, a seguito dell’entrata in vigore della norma è sorta l’esigenza, in seno al comparto Difesa e Sicurezza, di definire talune questioni interpretative ed applicative in relazione al soggetto che si dovrebbe fare carico degli oneri di iscrizione agli albi professionali. 

Al riguardo, essendo escluso, a normativa vigente, l’accollo di tali oneri da parte delle Amministrazioni, il Dicastero ha inteso porre la questione in un contesto interministeriale, affrontando il tema congiuntamente alle altre Amministrazioni coinvolte, al fine di valutare l’opportunità di introdurre una specifica modifica normativa. 

In tale ottica, nella giornata di ieri ha avuto luogo, presso il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, un primo incontro in tal senso con i rappresentanti dei Dicasteri interessati alla questione – segnatamente, Interno, Finanze e Salute – al fine di addivenire il prima possibile ad una soluzione condivisa e satisfattoria per tutto il personale del Comparto coinvolto”.

Di seguito le dichiarazioni dell’On. Ermellino in seguito alla risposta ricevuta dal Ministero della Difesa:

“Questa mattina, in commissione Difesa, il governo ha risposto a una mia interrogazione sul tema del personale infermieristico militare. È davvero una buona notizia quella arrivata dal ministero della Difesa che ha confermato di essere al lavoro con le altre amministrazioni competenti per una specifica modifica normativa per chi svolge professioni sanitarie nel comparto Difesa e sicurezza, per quanto riguarda l’obbligo di iscrizione all’albo professionale di competenza introdotto dalla legge Lorenzin nel 2018.

Era infatti importante dare un segnale di attenzione alla situazione degli infermieri militari che ad oggi sono sprovvisti dell’obbligatoria iscrizione all’albo e potrebbero quindi trovarsi nelle condizioni di commettere il reato di abusivo esercizio di una professione”, continua la deputata.

“Alla luce della loro specificità, è a mio parere molto positivo il primo incontro avvenuto nella giornata di ieri presso il dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, con i rappresentanti dei Dicasteri interessati alla questione – nello specifico Interno, Finanze e Salute – al fine di arrivare il prima possibile a una soluzione condivisa nell’interesse di tutto il personale del comparto coinvolto”, conclude Ermellino.

Riteniamo tuttavia opportuno che non vengano concesse deroghe alla legge 3/2018 sull’obbligatorietà dell’iscrizione all’ordine professionale, anche per non ingenerare sfiducia negli operatori della sanità già iscritti nel pieno rispetto della normativa vigente.

Continua intanto l’impegno di Luca Marco Comellini Segretario Generale  del “Sindacato dei Militari” per arrivare ad una piena applicazione della legge 3/2018:

“Il problema dell’iscrizione agli Albi professionali del personale infermieristico e tecnico sanitario delle forze armate e delle forze di polizia a ordinamento militare non è nuovo. Infatti, la questione è conosciuta e dibattuta dai vertici militari fin dall’entrata in vigore della legge 43/2006 ma, nonostante ciò, fino ad oggi, l’ambiguità delle disposizioni emanate al riguardo dagli stati maggiori ha involontariamente favorito l’insorgenza di situazioni di illegalità non più tollerabili”.

Insomma una situazione non più rinviabile e che andrebbe chiarita dai Ministeri competenti insieme alle Federazioni Nazionali delle Professioni sanitarie interessate per non creare un vulnus legislativo dannoso per gli operatori sanitari stessi e per i cittadini.

 

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