Usare gli strumenti giusti – il K.E.D. L’estricatore, questo sconosciuto
L’estricatore, genericamente è chiamato spesso e volentieri K.E.D. (Kendrik Extricator Device)(r). In realta K.E.D.(r) è un marchio di proprietà di Ferno(r). Altre ditte chiamano questo device in altri modi: S.E.D.(r), EXTRICATOR(r), ETC…
Inizialmente si pensava al suo uso per “tirare fuori” nel più breve tempo possibile un paziente, con un minimo di tutela in più per il rachide del Paziente. Nel tempo, il suo uso si è un po’ modificato: vuoi per i protocolli di soccorsi e le tecnologie migliorate – si pensi all’estricazione / scarcerazione da parte del personale dei VVFF (sempre siano ringraziati!) – un po’ perchè alla fine il suo uso si è ridimensionato, attenzione però, ridimensionato non significa inutile!
Cosa è allora l’estricatore? potremmo definirlo come un device di tutela e parziale immobilizzazione del rachide, indicato per alcune manovre di movimentazione, utile nell’estrazione del paziente o, in casi limite, all’immobilizzazione di emergenza di Pazienti Pediatrici ed altri usi atipici.
Nella realtà quotidiana questo strumento è poco utilizato, vuoi per la complessità relativa del suo utilizzo, vuoi perchè, spesso e volentieri, si preferisce la velocità a scapito della sicurezza della mobilizzazione, ma…ha senso tutto ciò?
Analizziamo il problema. In Europa, si predilige, quando possibile, lo “STAY AND PLAY” pittosto che lo “SCOOP & RUN” di scuola Statunitense / Anglosassone, ovvero, quando possibile, meglio stabilizzare il Paziente nel miglior modo possibile (tranne nei traumi penetranti, ove l’evidenza è a favore della velocità), prima di procedere al trasporto. L’estricatore si inserisce proprio in quest’ottica, ovvero: stabilizzare e tutelare il Paziente, per effettuare un trasferimento ed un trasporto sicuro.
Abbiamo già accennato al fatto che lo scopo principe di questo strumento sia l’estricazione è intesa in senso lato, più che altro si tratta di utilizzarlo per trasferire il Paziente da una postura ad un altra e da un luogo (auto, etc..) ad un altro, con maggior sicurezza per il Paziente e SOLO A CERTE CONDIZIONI, ovvero:
Esistono controindicazioni all’uso dell’estricatore? Si, vi sono alcuni casi da tenere presente:
Il primo consiglio è quello, ovviamente, di seguire le norme allegate allo strumento (che obbligatoriamente devono accompagnare il device e devono essere in italiano).
In linea generale possiamo individuare alcuni punti:
PREMESSA
Procedura
A questo punto, col rachide cervicale del Paziente immobilizzato ed il rimanente tratto relativamente stabile, possiamo procedere con la manovra successiva, che sarà quella di posizionamento sulla barella di trasferimento.
A seconda della via di uscita ci troveremo ad effettuare una manovra di rotazione, di abbattimento, o di entrambe.
Le manovre di rotazione / abbattimento devono essere fatte in contemporanea, prendendo in considerazione anche il segmento degli arti inferiori. Utilizziamo, quando possibile, le maniglie del device, più che punti di repere sul Paziente stesso!
Ricordiamolo: l’estricatore viene utilizzato principalmente per la manovra di rotazione e successiva evacuazione dalla posizione in cui si trova il Paziente, ad una barella di trasferimento (tipicamente asse spinale), non per fare camminare successivamente il paziente!!! (al pari di tanti Pazienti camminanti con collare cervicale che sicuramente avranno il collo al caldo…).
Come sempre accade, il caso tipico non esiste MAI! Ricordiamo dunque che il concetto che ci deve guidare è il mantenimento della linearità del rachide cervicale, per evitare trazioni di un segmento osseo rispetto ad un altro, durante le manovre di spostamento del Paziente, trazioni separate che causerebbero inevitabilmente danni.
Controllare eventuali sanguinamenti / edemi (anche interni); NON FORZARE UN POSIZIONAMENTO LINEARE; fissare, aiutandosi con le “alette” del device, la testa, nella posizione di reperimento.
Evitare compressioni su addome / seno, incrociando le cinture tra seno ed addome (incrocio “a stella” a due o tre cinture fra seno e addome)
Far sempre riferimento al manuale d’uso; in generale esporre il torace. ATTENZIONE! alcuni estricatori fanno uso di materiale metallico ed in caso di defibrillazione possono verificarsi effetti indesiderati / dissipazione di energia.
In alcuni estricatori (NON IN TUTTI) è previsto L’USO NON CONVENZIONALE del device come ausilio in altri ambiti; ad esempio:
Possiamo usare l’estricatore in altri ambiti che non siano il classico Paziente seduto in auto? Si, in generale quando occorra fare una manovra di rotazione/torsione e spostare il Paziente da una posizione seduta / semiseduta ad una posizione supina, osservando tutte le condizioni descritte sopra.
Una delle difficoltà maggiori, anche perchè non vi è consenso in merito, è il come e il quando togliere il device. Abbiamo osservato che lo strumento in questione ci serve per un periodo relativamente breve e solo per poche manovre, esaurite le quali, in teoria, il device non ci occorre più. A questo punto si potrebbe immediatamente togliere, ma ovviamente la teoria si scontra con la realtà. Personalmente e con gli anni di pratica alle spalle, ho notato che l’estricatore si può tranquillamente lasciare sul Paziente anche una volta al sicuro sul mezzo di trasporto. Utile però rilasciare quanto prima tutte le cinture, vuoi per scoprire il torace ed effettuare un esame test-piedi, vuoi per assicurare maggiore comodità al Paziente, che sarà comunque a breve fissato da altro dispositivo (“ragno” o fast belt).
Conviene togliere in sicurezza il device, magari in pronto soccorso, al caldo, con tutte le cautele, lo spazio e la calma possibile. Tenete presente che in alcuni casi il device è certificato come radiotrasparente ed il Paziente può quindi effettuare un esame radiologico prima di togliere ogni presidio.
Uno dei metodi è la seguente procedura:
Gli estricatori NON sono tutti uguali, nè come materiali, nè come metodo di costruzione. Ad esempio alcuni estricatori sono costruiti in pezzo unico termosaldato, altri presentano delle cuciture. Nel primo caso possiamo effettuare un lavaggio ed una disinfezione diretta, nel secondo il materiale biologico potrebbe penetrare all’interno del device ed occorre quindi un lavaggio a pressione ed una disinfezione molto più accurata. Alcuni device hanno l’omologazione per il trasporto verticale (verricello), altri ancora delle estensioni per pazienti obesi. In ogni caso, fare SEMPRE riferimento al manuale di uso e manutenzione dello strumento e stoccare il device nella maniera corretta per l’utilizzo successivo.
Paolo Formentini RN
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