L’infermiere di famiglia è una figura giudicata necessaria da Fnopi e la quale mancanza, in alcune Regioni d’Italia, si è fatta sentire molto durante l’emergenza coronavrus. Il Governo ora prevede 9.000 assunzioni nella sanità territoriale entro il 2021, mentre per l’anno in corso si ricorrerà a contratti di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa.
Si tratterà di circa 8 infermieri ogni 50mila abitanti. Il Decreto Rilancio ha stanziato 332.640.000 euro per il loro reclutamento.
“La figura dell’infermiere di famiglia era già contemplata in un disegno di legge del 2019 che ne individuava alcune funzioni. Adesso il Decreto Rilancio prevede nuovi compiti, che probabilmente sono quelli che hanno indotto il Governo a inserirli nella decretazione d’urgenza, inserendoli proprio nell’art. 1 del provvedimento, intitolato Disposizioni urgenti in materia di assistenza territoriale” scrive il magristrato Paolo Remer su “La legge per tutti”.
Il nuovo infermiere di famiglia e di comunità si occuperà dell’assistenza ai pazienti Covid-19. Allo stesso tempo aiuterà a proteggere gli elementi più deboli della società con una assistenza domiciliare integrata a pazienti in isolamento domiciliare, a malati cronici, a disabili ed alle persone con disturbi mentali o in situazioni di fragilità.
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