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Infermiera accusata a Piombino: non è corretta la condanna mediatica!

Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni sui fatti di Piombino della collega Laura Rita Santoro, dirigente regionale del Nursing Up del Lazio:

Gent.le Direttore,

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la presente per parlare, da Infermiera, della collega di Piombino. Vale a dire la donna accusata di aver ucciso 13 pazienti con iniezioni di eparina. Personalmente non sono ne innocentista, ne colpevolista, ma, prima di condannare la collega aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso!

Nel frattempo vi ricordo di un articolo pubblicato tempo fa:

Mortalità, impennata misteriosa nel 2015: “Quei 45mila scomparsi come in una guerra”. L’Istat: decessi aumentati dell’11%, ai livelli degli anni Quaranta. E gli esperti si interrogano: ci ammaliamo di più o ci curiamo peggio? 

(Fonte www.repubblica.it)

La mia è ripugnanza per le accuse rivolte alla collega. Il mandato degli Infermieri, ma anche il percorso di studi sono indirizzati alla cura, alla protezione, alla salvaguardia del paziente. Se i fatti si dimostrassero veri, l’Infermiera non meriterebbe attenuanti di nessun genere, fatta eccezione della follia! L’instabilità mentale dovrebbe essere però dimostrata!

Il mio orrore è motivato dal fatto che avrei difficoltà ad accettare anche l’eutanasia. L’eutanasia in Italia, a mio parere, potrebbe essere istigata anche da problematiche assistenziali, dai sacrifici dei parenti, ecc. Gli Infermieri, nel caso di malati terminali, sono orientati ad una morte decorosa priva di sofferenza, nulla di più!

L’Infermiera accusata era una diurnista.  La causa, verosimile, della morte dei pazienti sarebbe la somministrazione, ad alte dosi, di eparina. Io mi chiedo ma, l’emivita del farmaco, inoculato, qual è? (L’emivita è il tempo necessario per ridurre il quantitativo di un farmaco od una sostanza nell’organismo del 50%).  Succedeva tutto durante il turno della collega? Hanno fatto gli  opportuni collegamenti tra il tempo di inoculazione e la morte dei pazienti? Vale a dire il nesso e casualità tra l’eventuale somministrazione ed il decesso del paziente è stato verificato?

Nella somministrazione dell’eparina, per via venosa, l’effetto è immediato; per via intramuscolare l’effetto si manifesta dopo circa 15 minuti. Ancora, l’azione dell’eparina si estingue dopo poche ore, per cui difficilmente, scrivono, anche un sovradosaggio riuscirà pericoloso.

L’eparina è metabolizzata nel fegato per azione dell’enzima eparinasi e i prodotti del metabolismo sono escreti con le urine. Se viene somministrata ad alte dosi, circa il 15% viene eliminata con le urine in forma ancora attiva.

Le testate che parlano d’infermiera serial killer non parlano di esami autoptici a carico della vescica, del fegato e/o in che misura è presente in tutti i pazienti che si suppone coinvolti? I pazienti sottoposti ad esame autoptico sarebbero, ancora, solo quattro rispetto ai tredici sospetti?  Quindi?

Le informazioni sono state prese da una scheda tecnica delle caratteristiche dell’Eparina Vister, la cui fonte è l’A.I.FA.

La mia ricerca è nata dal fatto che non ricordo di omicidi e/o incidenti, causa di morte, che abbia riguardato l’uso dell’Eparina. Esistono anche casi in cui “prodotti altamente tossici”, in uso negli ospedali, sono stati causa di decessi.  Detto ciò,  io aspetterei a condannare di colpevolezza la collega, preferirei aspettare le indagini degli inquirenti ed il processo.

L’infermiera è stata arrestata a scopo cautelare, dicono, se colpevole, potrebbe ripetere il reato, quindi è corretto l’arresto ma, non è corretta la condanna mediatica!

Cordialmente

Laura Rita Santoro

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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