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Infarti da stress sul lavoro, Cassazione riconosce diritto a risarcimento del danno morale

La decisione della Corte di Cassazione apre la strada a una maggiore considerazione dei danni morali nei casi di stress lavorativo.

Il 24 agosto scorso la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che stabilisce un importante precedente legale in merito al risarcimento per i lavoratori che subiscono danni morali a causa dello stress sul posto di lavoro

. Nello specifico, il datore di lavoro è stato condannato a risarcire un ex dipendente non solo per le conseguenze fisiche dell’infarto da stress, ma anche per le sofferenze emotive subite a seguito dell’operazione di bypass multipli.

Il lavoratore, infatti, aveva accusato una serie di infarti causati da un elevato livello di stress derivante da turni pesanti, carichi di lavoro e orari massacranti. Per questo aveva subito tre interventi di bypass e non risultava più in grado di svolgere attività produttive.

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Respingendo il ricorso presentato dall’azienda di trasporto pubblico locale e accogliendo il ricorso incidentale dell’ex dipendente, la Corte ha sottolineato che l’infarto da stress aveva causato non solo danni fisici, ma anche sofferenze emotive, paure e turbamenti nel lavoratore. Ha inoltre rilevato che l’inabilità totale del lavoratore influisce non solo sulla sua vita relazionale, ma anche sulla sua sfera interiore, poiché il lavoro è intrinsecamente legato all’identità umana.

Pertanto, in base all’articolo 2087 del Codice civile, il datore di lavoro deve risarcire il lavoratore per il danno differenziale causato da una malattia professionale. Ma non basta. La Corte ha ritenuto pure che la somma di quasi 149mila euro liquidata inizialmente non fosse sufficiente a coprire tutte le conseguenze negative del danno da stress. In particolare si fa riferimento alla componente del danno non patrimoniale, riguardante la sofferenza emotiva, che include dolore, paura, vergogna e disistima di sé. Tutti elementi che vanno oltre gli effetti dell’illecito sulla vita quotidiana del danneggiato.

La sentenza sottolinea l’importanza di valori costituzionali legati al lavoro e alla dignità personale, evidenziando che l’infarto da stress aveva privato il lavoratore della possibilità di realizzarsi professionalmente e umanamente, oltre a influire sul suo benessere finanziario. L’incapacità del lavoratore di partecipare all’organizzazione economica, sociale e politica del Paese è stata ritenuta un elemento rilevante nella decisione.

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