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In veneto mancano 3.500 OSS e 2.000 infermieri: misura d’emergenza approvata dalla Giunta Regionale

Una grave carenza di Operatori Socio Sanitari e infermieri sta mettendo in difficoltà il sistema socio-assistenziale nelle case di riposo del Veneto. Con un totale di 32.510 posti letto nelle 351 strutture della regione, attualmente mancano 3.500 OSS e 2.000 infermieri, creando una situazione di crisi nell’assistenza agli anziani.

Per far fronte a questa sfida, la Giunta regionale ha recentemente varato una misura d’emergenza, con l’obiettivo di abbreviare i tempi di reclutamento del personale. Secondo la delibera proposta dall’Assessore Elena Donazzan (Formazione) e la collega Manuela Lanzarin (Sanità), i corsisti che non superano l’esame potranno partecipare a una sessione di recupero per rifare l’esame anziché ripetere l’intero ciclo formativo. Questa modifica dovrebbe contribuire a ridurre la carenza di personale.

Solitamente, i percorsi formativi per gli aspiranti OSS durano tra 12 e 18 mesi, con circa 1.000 ore di formazione. Questo periodo di attesa è risultato troppo lungo per le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) che, a causa delle drammatiche carenze di organico, hanno evidenziato la necessità di accelerare il reclutamento di personale qualificato.

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La proposta è stata accolta positivamente dalla direzione Risorse Umane del Servizio Sanitario Regionale, data la gravità della situazione nella quale versano le strutture di assistenza socio-sanitaria del territorio.

La nuova delibera introduce tre turni di recupero all’anno per gli esami, che si terranno a febbraio, giugno e ottobre. Queste sessioni saranno gestite da organismi di formazione accreditati. I candidati bocciati potranno partecipare alla prova di recupero una sola volta, purché siano trascorsi al massimo 24 mesi dalla bocciatura originale. Per sostenere questa attività supplementare, la Regione ha stanziato un contributo di 25.000 euro. I candidati dovranno pagare una quota di iscrizione di 100 euro per assicurare un maggiore coinvolgimento e responsabilizzazione.

Questa misura è un tentativo concreto di rispondere alle sfide dell’emergenza nella fornitura di personale qualificato nel settore socio-sanitario. La figura professionale degli OSS ha sperimentato uno squilibrio tra domanda e offerta, tanto che i corsi di formazione vengono ripetuti più volte a causa della mancanza di adesioni. Questa estate, Roberto Volpe, presidente di Uripa, ha sottolineato la necessità di una “migrazione guidata dai Paesi extra-europei” per evitare il collasso delle strutture assistenziali.

In collaborazione con Veneto Lavoro, le strutture associate ad Uneba hanno recentemente intrapreso colloqui con persone interessate a ruoli di operatori sociosanitari, con l’obiettivo di coniugare la domanda e l’offerta di personale in un periodo in cui molte strutture faticano a reperire operatori qualificati.

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