Massimo Randolfi

Imprecare in risposta ad uno stimolo doloroso acuto ne aumenta la tolleranza

Il prof. Robertson, della School of Psychology, University of Keele (Regno Unito) ha voluto analizzare in uno studio pubblicato nel 2017 come imprecare possa ridurre l’entità del dolore percepito.
La ricerca realizzata ha valutato la presenza di eventuale variazione nella percezione del dolore in seguito all’imprecazione confrontando le risposte allo stimolo doloroso in un gruppo di nativi inglesi e giapponesi.

Gli psicologi cognitivi definiscono uno script e come “una sequenza di comportamenti appresi e presupposti in una determinata situazione.”

I partecipanti giapponesi sono stati inclusi poiché imprecherebbero molto raramente, soprattutto in caso di stimoli dolorosi. Pertanto non disporrebbero di uno script che associ l’imprecazione a situazioni di dolore.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


È stato ipotizzato come i partecipanti giapponesi potessero manifestare minore tolleranza e maggiore sensibilità al dolore rispetto ai partecipanti inglesi, a causa della mancanza di script disponibili che associno l’imprecazione come risposta al dolore.

Pertanto la supposizione sarebbe stata quella che i partecipanti giapponesi non avrebbero attuato un’ipoanalgesia correlata ad imprecazione.

METODOLOGIA

Un gruppo di 56 nativi inglesi con età media di 23 anni e 39 nativi giapponesi con età media di 21 anni sono stati sottoposti a “cold pressor task”, immergendo una mano in un contenitore di acqua ghiacciata per un minuto. I valori pressori e la frequenza cardiaca sono stati monitorati.

Ogni persona ha ripetuto sia l’imprecazione che la parola di controllo.

I partecipanti giapponesi hanno manifestato un incremento nella tolleranza al dolore riferendo livelli equiparabili di dolore percepito qualora un’imprecazione fosse utilizzata, proprio come per i partecipanti britannici.

La tolleranza al dolore è stata valutata quantificando i secondi di resistenza all’esposizione alla bassa temperatura durante il test in associazione con il livello di dolore percepito.

Il dolore percepito è stato valutato utilizzando una scala analogico visiva

(VAS) orizzontale della lunghezza di 120 millimetri espressa in lingua inglese e giapponese. L’assenza di dolore è stata posizionata a sinistra mentre il dolore massimo a destra.

Ai partecipanti è stato richiesto di annotare il punteggio attribuito al dolore, apponendo una linea verticale della lunghezza di 10 millimetri sulla scala VAS.

RISULTATI

I partecipanti giapponesi hanno riferito livelli di dolore maggiore (p<0.005) manifestando minore tolleranza al dolore rispetto ai partecipanti britannici (p<0.05). La tolleranza al dolore è risultata aumentata in caso di imprecazione, in correlazione con il background culturale (p<0.001). Nessuna interazione è stata riscontrata tra la parola di controllo ed il livello culturale (p=0.96), ciò suggerirebbe che imprecare non avrebbe un effetto differente tra i partecipanti dei due gruppi culturali dei partecipanti.

CONCLUSIONI

I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale, dimostrando come imprecare incrementi la tolleranza al dolore e che, anche i soggetti con un background etnico asiatico manifestino maggiori livelli di dolore percepito rispetto ai soggetti con un background etnico caucasico.

Tuttavia, i risultati ottenuti non sarebbero sufficienti ad affermare che la percezione al dolore possa variare in base all’effetto “scripting”.

Ciò mette in evidenza come un’ipoanalgesia imprecazione-correlata si verifichi indipendentemente dal background culturale dei partecipanti.

Piuttosto, sarebbe emerso come la modulazione del dolore percepito potrebbe verificarsi nonostante l’attivazione dei meccanismi neurali inibitori del dolore attraverso le vie discendenti.

IMPLICAZIONI

Poiché imprecare può aumentare la tolleranza al dolore sia nei partecipanti britannici che giapponesi, si può supporre che l’ipoanalgesia correlata ad imprecazioni sia un fenomeno universale trascendente dai comportamenti socio-culturali appresi.

Inoltre, imprecare può essere consigliato come intervento per aiutare le persone nella gestione di stimoli dolorosi acuti.

Simone Gussoni

Fonte: Scandinavian Association for the Study of Pain. Published by Elsevier B.V.

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

Leave a Comment
Share
Published by
Dott. Simone Gussoni

Recent Posts

CNAI. Giornata internazionale degli infermieri 2023 – Report “Il potere economico dell’assistenza”

La CNAI rende disponibile il rapporto del Consiglio Internazionale degli Infermieri 2024 incentrato su “Il potere…

12/05/2024

Infermiere madri alle prese con difficoltà economiche e di conciliazione vita-lavoro. Il sondaggio Nursind

Il 53% delle intervistate rinuncia all’astensione dai notturni e il 28% al congedo parentale. Per oltre un terzo orari…

11/05/2024

Concorso pubblico per Oss presso l’A.S.S.T. della Valle Olona di Busto Arsizio

Concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di cinque posti di operatore socio-sanitario,…

11/05/2024

Orecchio bionico, l’esperto: “Protesi sempre più sofisticate. Il futuro è nell’intelligenza artificiale”

La sordità profonda è una condizione caratterizzata da una totale perdita dell'udito. Ma grazie agli…

10/05/2024

La proteina del sangue che predice il rischio di cancro e infarto negli anziani

Una ricerca congiunta condotta da Sapienza Università di Roma, in collaborazione con I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli,…

10/05/2024

Corso Ecm (1,5 crediti) Fad sincrono: “Sindromi aortiche acute e croniche dell’aorta ascendente”

Mercoledì 15/05, a partire dalle ore 16.45, il corso Fad sincrono - realizzato ancora una volta grazie al contributo…

10/05/2024