Il ritorno dalle vacanze all’estero che porta il Covid con sé

I nuovi focolai di coronavirus, scoppiati in tutta Italia, sembra che in parte nascano dal ritorno degli italiani dalle vacanze all’estero.

Ad esempio, la Asl Roma 3 aveva comunicato la positività di 8 ragazzi tra i 17 e i 19 anni che erano rientrati il 7 agosto da Malta e di uno da Ibiza. Mentre, in un gruppo di 90 studenti, tra veronesi, vicentini e padovani che erano stati in vacanza in pullman per festeggiare l’esame di maturità nell’isola di Pag in Croazia, 21 sono risultati contagiati.

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Ora alcuni italiani, intervistati dal Corriere della Sera, raccontano le loro esperienze di ritorno dalle vacanze all’estero per quanto riguarda le misure di prevenzione dalla diffusione del Covid-19.

Luigi Corrado, di 18 anni, è tra i positivi di ritorno da Corfù, in Grecia. “In Grecia era pieno di ragazzi italiani, quasi tutti in giro senza mascherina, tanto che mio figlio e i suoi amici, che invece le mascherine le utilizzavano, si sono sentiti a disagio” ha raccontato il padre di Luigi.

Sembra che in Croazia le misure di distanziamento siano tassative e che albergatori e ristoratori le facciano rispettare come in Italia.

“Poi certo, sul lungomare si vede poca gente con le protezioni sul volto. Ma tutto sommato sui Navigli a Milano

, all’ora dell’aperitivo, è lo stesso” racconta Ilaria Mutti, 37 anni, dipendente di un’agenzia di comunicazione che sta girando la Croazia assieme al marito Davide Venir, ingegnere di 36.

Le discoteche di Ibiza, intanto, sono chiuse. Per tenere sotto controllo i rischi della pandemia, che in Spagna sta registrando un’impennata di contagi con nuovi casi anche tra alcuni turisti di rientro da Ibiza, un’ordinanza comunale aveva persino stabilito la chiusura di bar e caffetterie alle 22. “In realtà chiudono verso l’una di notte”, afferma, però, avverte Matteo Tizzoni, 31 anni, partito per Ibiza tre giorni fa da Milano per una vacanza con gli amici Alex Fattore, coetaneo, e Marina Minini, 29. “La mascherina qui è obbligatoria, per strada e nei locali. In realtà c’è chi la indossa, chi la tiene al braccio, chi sotto al mento — dice Marina —. In spiaggia si sgarra di più, però rispetto ai lidi per esempio della Romagna, qui ci sono molte calette e non ci sono assembramenti”.

Fonti: Corriere della Sera, IlPost, La Repubblica

Cristiana Toscano

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