I test per diagnosticare il Covid: la Lombardia segue un’altra strada

È la Abbott l’azienda che ha vinto il bando di gara per la fornitura di 150mila test sierologici da effettuare su un campione della popolazione italiana, per diagnosticare il Covid-19.

I test partiranno il prossimo 4 maggio a livello nazionale. Il primo campione sarà di 150mila persone. Con analisi sul sangue si definirà se una persona è stata contagiata, anche inconsapevolmente. 

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La Regione Lombardia ha deciso, invece, d’impiegare un kit diagnostico dell’italiana DiaSorin. Questo test (secondo quanto riportato dalla rivista “Scienza in Rete”), oltre agli anticorpi totali, rileva la presenza di anticorpi neutralizzanti. Anticorpi, ossia, che sono in grado non solo di riconoscere ma anche di bloccare il virus.

La Lombardia segue un’altra strada

Il giudice del Tar della Lombardia non riconosce i motivi di «urgenza e gravità» per sospendere l’accordo esclusivo che il sistema sanitario regionale ha stabilito con l’azienda Diasorin. Azienda scelta per la sperimentazione del test rapido per la rilevazione del coronavirus dal Policlinico di Pavia. Ma evidenzia che sono state violate le regole europee della concorrenza e dei contratti pubblici. Pertanto sarà necessario arrivare ad una decisione collegiale (sempre per la sospensiva), fissando la data del dibattito per il 13 maggio

.

Sembra che, sebbene il test per diagnosticare il Covid della Diasorin possa apparire più completo potrebbe non essere così. La presenza degli anticorpi neutralizzanti non influenza necessariamente l’andamento dell’infezione virale verso la sua risoluzione. Però rappresenta la chiave vincente per poter ottenere vaccini efficaci.

L’opinione dell’immunologo Guido Poli del San Raffaele di Milano, riportata da “Scienza in Rete” è che ciò che servirebbe per ottenere una fotografia corretta dello stato dell’infezione è “un saggio basato sulla presenza di anticorpi specifici anti-SARS-CoV2. Questi rileverebbero non solo chi è “tampone-positivo” (con valore di conferma diagnostica), ma soprattutto chi si è infettato magari in modo inapparente o con pochi sintomi, ma non è mai stato sottoposto a indagine diagnostica e ha eliminato il virus e risulterebbe quindi “tampone-negativo.”

Redazione Nurse Times

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