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Capita spesso, quando si viene assunti da una nuova azienda, di essere contattati immediatamente da uno o più sindacati, che propongono importanti tutele, agevolazioni, incrementi in busta paga tramite bonus vari, salvaguardia per richieste di aspettative e congedi, possibilità di cambi di reparto repentini… Insomma, offrono la soluzione a tutti i problemi del lavoratore, semplicemente iscrivendosi a quella sigla sindacale.
Ma è davvero così? Il lavoratore non iscritto al sindacato quali tutele possiede? I sindacati tutelano i lavoratori, per esempio, in sede di contrattazione del Ccnl. Il Contratto collettivo nazionale di lavoro viene concordato tra le single sindacali dei lavoratori e l’Aran. Per le pubbliche amministrazioni vengono fissate condizioni economiche-normative fondamentali, come i giorni di lavoro, le ferie, le indennità, gli incentivi…
I sindacati non possono usare in maniera strumentale il loro potere sindacale, ovvero non possono esercitare pressione all’azienda per vantaggiare i suoi iscritti a svantaggio di chi non lo è. Per esempio, in caso di licenziamenti collettivi, nelle aziende private non potranno essere scelti i dipendenti da mandare a riposo con il criterio di chi è iscritto o meno a un sindacato.
Oppure, nel caso di richieste di trasferimenti da un reparto a un altro, non dovranno essere favoriti gli iscritti a un sindacato a sfavore di chi non lo è, ma si dovranno stilare graduatorie interne che terranno conto degli anni di anzianità del dipendente e le competenze professionali.
Quando un sindacato non ha chiaro che deve perseguire un interesse collettivo, o peggio è consapevole di agire con spirito persecutorio a carico di lavoratori non aderenti a quel sindacato (non si viene trasferiti, o vice versa trasferiti, perché non iscritti al sindacato), si ricorre al confitto di interessi e comportamenti antisindacali, passibili di denuncia.
La legge si è espressa più volte sulla questione. I sindacati devono tutelare, secondo la giurisprudenza, gli interessi collettivi di tutti i lavoratori, e non i singoli lavoratori. Altrimenti i loro ricorsi verranno considerati dal giudice del lavoro come nulli.
Chiaramente ciò non vuol dire che sia inutile iscriversi a un sindacato. Per decenni i sindacati, con costante lotta, hanno permesso a tutti i lavoratori di godere di diritti fondamentali, e ancora oggi cercano di tutelare e difendere le categorie più fragili, seppur con enormi difficoltà.
Iscriversi a un sindacato, dunque, è soprattutto un atto di fiducia verso queste associazioni, che costantemente cercano di migliorare le condizioni economiche e sociali dei lavoratori. Ogni iscrizione regala forza e linfa ai sindacati, che continueranno a battersi in difesa del lavoratore. Inoltre l’iscrizione permette di accedere a servizi come consulenze legali, fiscali, sconti…
Dunque non si vuole sconsigliare l’iscrizione ai sindacati, che, come detto, sono stati fondamentali per i diritti del lavoratori. Si vuole semmai precisare che si tratta di una scelta libera, non influenzata da promesse e favoritismi all’interno dell’azienda.
La tutela di un lavoratore inizia proprio dalla tutela della sua libertà di scelta. Nessun lavoratore dovrà sentirsi svantaggiato perché non iscritto a un sindacato. In caso contrario, potrà denunciare tali discriminazioni anche al Comitato nazionale relazioni sindacali o tramite un avvocato del lavoro.
Valeria Pischetola
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