ROMA, 01 FEB – “Da oggi proclamiamo lo stato di agitazione perchè vogliamo lavorare meglio per la cittadinanza”, lo dichiarano le organizzazioni sindacali dei medici di base Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Smi, Simet, Federazione C.I.Pe – S.I.S.Pe – S.I.N.S.Pe.
“Gli insostenibili carichi di lavoro, aggravati da procedure ammnistrative che sottraggono tempo prezioso all’assistenza, l’organizzazione frammentata, lo scarso sostegno dei sistemi sanitari e la mancanza di tutele contrattuali, impediscono ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta, di garantire un’offerta di salute integrata”, scrivono in una nota congiunta.
Le organizzazioni sindacali denunciano che “anche il giudizio sull’Accordo Collettivo Nazionale 2016/18 siglato in via prioritaria solo da alcune OO.SS, è fortemente negativo, perchè non risponde in alcun modo alle richieste dei professionisti di avere maggiori tutele, una più efficiente organizzazione, maggiore sostegno da parte delle Regioni e delle Aziende, e retribuzioni adeguate agli standard europei”, aggiungono, “anche una eventuale firma tecnica di alcune sigle, servirà solo a garantire rappresentatività e vigilanza sui tavoli regionali e provinciali”.
“Le piattaforme Regionali inefficienti – affermano – non si interfacciano con il Sistema di Tessera Sanitaria e stanno rendendo difficoltosa l’attività ordinaria rivolta ai pazienti affetti da patologie croniche, oncologiche, cardiache con o senza sintomi da Covid 19. I pazienti hanno difficoltà di accesso al proprio medico di famiglia perchè tutti i canali di contatto sono saturati da centinaia di migliaia richieste di informazioni procedurali da parte dell’utenza”.
La medicina generale registra inoltre “l’assoluta indisponibilità dei medici sostituti negli studi di medicina generale, pediatri di libera scelta, continuità assistenziale e nell’emergenza urgenza territoriale, nonché la difficoltà di reclutamento del personale di studio con conseguente ulteriore sovraccarico di lavoro improprio che ricade sui medici e i pediatri di libera scelta”.
Per i medici di base insomma “serve una riforma profonda della medicina generale e delle pediatria di libera scelta, incentrata sulla multi professionalità e sulla presa in carico dei cittadini, che non rintracciamo nella proposta elaborata dalle Regioni e dal Ministero della Salute”.
Redazione Nurse Times
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