Keri and Royce Young, giovani sposi che abitano in Oklahoma, hanno scoperto in seguito ad un’ecografia effettuata alla 19° settimana, che la loro figlia fosse affetta da anencefalia, una malformazione congenita grave riscontrabile già durante il primo mese di gravidanza, quando il nascituro appare privo totalmente o parzialmente della volta cranica e dell’encefalo.
Royce ha raccontato la triste storia su Facebook:
“Abbiamo fatto la nostra scelta di far nascere Eva per molte ragioni, ma la principale è donare i suoi organi. Non vi stiamo dicendo questo per diventare popolari o sentirci grandi. È solo un pratico finale che nelle nostre menti – prima ancora di veder nascere Eva e di riflettere su quanto avrebbe meritato di conoscere la sua mamma e il suo papà – ci dà un motivo per andare avanti“, ha scritto questo coraggioso padre.
“Nostra figlia ha piedi perfetti e mani perfette. Lei ha reni perfette, polmoni perfetti e fegato perfetto. Sfortunatamente non ha un cervello perfetto” ha scritto tristemente sul proprio profilo Facebook.
Abbiamo da poco scoperto che è affetta ad acefalia è morirà poche ore dopo la nascita“.
Anziché optare per l’induzione dell’aborto, i genitori hanno deciso di portare a termine la gravidanza per poter donare gli organi della loro figlia.
“Nonostante la terribile situazione abbiamo deciso di proseguire la gravidanza portandola a termine cosicché Eva, che letteralmente significa vita, possa ridare la vita a molti altri bambini malati, crescendo forte e sana all’interno dei loro corpi.”
Le valvole cardiache di Eva, il fegato, il pancreas e le reni saranno immediatamente fornite a bambini in attesa di un trapianto di organo.
I suoi polmoni saranno utilizzati per la ricerca scientifica.
“Non è stata una decisione semplice. Per le prossime 20 settimane la sentirò scalciare, la sentirò singhiozzare e sarò in grado di percepire il battito del suo cuore consapevole che avremo solo alcuni brevi momenti per fare conoscenza quando sarà nata.
Siamo vicini al traguardo, e mentre sarà bellissimo tagliare quel nastro e conoscere Eva, questo ha un costo. Andremo in ospedale per una nascita e non porteremo una bambina a casa con noi. Tante persone dicono cose come “Non cambierei nulla” dopo alcune esperienze, ma io non lo dirò. Io cambierei assolutamente se potessi. Avrei voluto che mia figlia fosse perfetta. Avrei voluto farle soffiare la candelina al suo primo compleanno. Avrei voluto vedere la sua testa sbattere contro il tavolino nei suoi primi passi. Avrei voluto vederla correre a rispondere al messaggio di un ragazzo sul telefonino. Avrei voluta accompagnarla all’altare. Vorrei cambiare tutto e fa così male. Ma non posso. Questa è la nostra realtà. E non c’è modo di fermarla”.
Fonti: Indipendent
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