Emicrania: cure più “vicine” grazie a una nuova app

Si chiama Handy Head e consente al medico di indirizzare i pazienti verso i centri ospedalieri accreditati per erogare anticorpi monoclonali e, in futuro, nuovi farmaci.

Un’app gestita dai medici di base per indirizzare i pazienti emicranici verso i centri ospedalieri accreditati per erogare gli anticorpi monoclonali e, in futuro, i nuovi farmaci che verranno autorizzati. Si chiama Handy Head (“testa tra le mani”), e consente al medico di individuare il centro di riferimento più vicino in tempo reale, senza che il paziente debba fare i viaggi della salute alla ricerca del centro che eroga il servizio dei monoclonali. L’annuncio è arrivato al secondo Forum organizzato alla Sapienza Università di Roma dal titolo “Trattamento acuto dell’emicrania: dove andiamo”.

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“Il problema – ha detto Paolo Martelletti, della Sapienza e presidente della Fondazione Italiana per lo Studio delle Cefalee Onlus (Fisc), riferendo della app – è la conoscenza. Spesso i pazienti emicranici sono costretti a fare molti chilometri, a spostarsi di città e anche di regione per poter raggiungere i centri che erogano gli anticorpi monoclonali senza magari sapere che l’assistenza ce l’hanno anche sotto casa, o quasi. La app permette di navigare come su una sorta di google map, per individuare la posizione del centro idoneo alla somministrazione con vantaggio sugli spostamenti ma anche sulle liste d’attesa. Il tutto gestito dai medici di base a cui è rivolta questa app”.

Nel Forum, inoltre, si è messo in evidenza che il trattamento della crisi di emicrania si avvale tuttora di farmaci, i triptani, creati oltre trent’anni fa. Solo il 25% dei pazienti emicranici ne fa uso, considerando anche la quota di pazienti per i quali non sono indicati come chi soffre di ipertensione non controllata o di patologie cardiovascolari e cerebrali. Molti pazienti emicranici, come evidenziato dagli esperti che hanno partecipato al Forum, Giacinto Bagetta, dell’Università di Cosenza, Luigi Alberto Pini, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Alberto Raggi, dell’Istituto neurologico nazionale Carlo Besta di Milano, e Cristina Tassorelli, Università di Pavia, trattano ancora le loro crisi con gli analgesici e gli antinfiammatori, spesso in modo improprio ed eccessivo. Da qui il dibattito per ovviare a questi limiti e dove la ricerca ci sta conducendo in termini di nuove classi farmacologiche utili al trattamento acuto dell’attacco di emicrania.

In particolare, nella primavera del prossimo anno, è stato riferito durante il Forum, sarà a disposizione il primo di una nuova classe farmacologica, i ditani, utili per il trattamento acuto delle crisi residue in chi usa già gli anticorpi monoclonali, senza le controindicazioni cardiovascolari dei precedenti triptani. Mentre per un’altra classe di farmaci, i gepanti, sono in corso le procedure di registrazione anche in Europa, oltre agli Usa, dove sono già utilizzati con notevole beneficio per i pazienti.

Redazione Nurse Times

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