Diabete, validata la procedura mini-invasiva OAGB: in Italia è già realtà

Questo metodo di chirurgia gastro-intestinale metabolica ha ricevuto il riconoscimento definitivo nel corso di un meeting internazionale ad Amburgo.

Si è svolto ad Amburgo, nei giorni scorsi, un attesissimo meeting internazionale di chirurgia, che ha riunito 56 esperti da tutto il mondo per definire, mediante una consensus conference mondiale, la validazione definitiva di una procedura di chirurgia gastro-intestinale metabolica. Tale procedura, denominata OAGB (One Anastomosis Gastric Bypass), è ben conosciuta in Italia. Sin dal 2014, per esempio, si attua nel Distretto di Asolo (Treviso), appartenente all’Ulss 2 Marca trevigiana.

“Identificata inizialmente come procedura bariatrico-metabolica – racconta Maurizio De Luca, direttore delle Unità complesse di Montebelluna e Castelfranco Veneto –, tale procedura consente la remissione del diabete mellito, con definitiva sospensione dei farmaci sino all’85%, in alcune casistiche, nonché la remissione delle iperlipemie (del colesterolo e dei trigliceridi), con definitiva sospensione dei farmaci fino all’80% dei pazienti operati. Studi scientifici, randomizzati e controllati, e con periodi di osservazione dei pazienti anche fino a 15 anni, hanno potuto dimostrare gli eclatanti miglioramenti in queste categorie di ammalati, una volta sottoposti all’intervento di OAGB. In particolare, un bypass gastro-digiunale, tra stomaco e primo tratto del digiuno con un salto del duodeno, sarebbe determinante per la remissione del diabete, indipendentemente dalla perdita di peso”.

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Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana, tiene a sottolineare: “Che nei nostri ospedali si pratichino interventi di primissimo piano a livello mondiale, sia per le tecniche che per le professionalità che sappiamo esprimere, non deve sorprendere perché è la realtà. Del lavoro del dottor De Luca e di tutto il suo team dobbiamo essere tutti orgogliosi. Ci impegneremo affinché tali eccellenze permangano nel tempo e si trasmettano il più possibile”.

Alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, non hanno ancora adottato ufficialmente questa procedura. Infatti, nonostante la forte spinta da parte di numerosi chirurghi statunitensi, l’adozione di una nuova procedura prevede tempi lunghissimi per la ratifica delle società scientifiche (come in questo caso), o della FDA (Food and Drug Administration) per molti device. “Non è un caso – spiega De Luca – che il Presidente della società americana di chirurgia, Eric De Maria, stimatissimo accademico d’oltreoceano, fosse ad Amburgo. Lui è molto attento alla sicurezza e agli importanti risvolti clinici che questo intervento può offrire”. Altri Paesi, come Spagna, Danimarca, quelli del Medio Oriente, alcuni del Sudamerica e del Sudest asiatico, hanno invece cominciato ad adottarla da qualche anno.

L’Italia, e in particolare tre centri (Montebelluna-Castelfranco, Napoli e Catania), adottano questo intervento da molti anni. In particolare, lo scorso anno De Luca è stato promotore e a capo di una task force per la produzione di un documento voluto dalla Federazione Internazionale di Chirurgia, un Position Statement relativo all’OAGB, che è stato poi emanato nel giugno 2018 e a cui tutte le società scientifiche dei Paesi facenti parte delle IFSO (68 Paesi, per l’esattezza) hanno dovuto attenersi.

“Si tratta di un intervento potente, che può essere anche pericoloso – continua De Luca –. Quindi va calibrato in relazione alle caratteristiche del paziente: età, sesso, diabete, iperlipemia, ipertensione, apnee notturne. Infatti si parla di chirurgia ‘tailored’, vale a dire sartoriale, oppure di ‘fenotipizzazione degli interventi’, cioè di chirurgia modulabile in relazione al fenotipo, vale alle caratteristiche di ogni singolo soggetto. Rientra tra i nostri interventi di chirurgia gastrica che noi effettuiamo routinariamente con approccio mini-invasivo. La nostra competenza in ambito di chirurgia gastrica riguarda le neoplasie maligne e benigne, le malattie da reflusso gastro-esofageo, le ernie iatali, la chirurgia metabolica. Lo scorso anno abbiamo praticato, nei due ospedali di Montebelluna e Castelfranco, circa 140 interventi allo stomaco con procedura mini-invasiva e con l’attuazione dei protocolli ERAS”.

E ancora: “I protocolli ERAS, grazie a una coordinazione tra chirurghi, anestesisti e personale infermieristico, rendono l’intervento più ‘sostenibile’ per il paziente. Vale a dire che sono possibili l’assunzione di alimenti fino a poche ore prima dell’intervento, e poi alcune ore dopo, nonché la mobilizzazione precoce, anche dopo alcune ore dall’intervento: si evitano sondini gastrici, drenaggi addominali e cateteri vescicali; si agisce farmacologicamente su nausea e vomito post-operatorio; si riducono o eliminano farmaci oppiacei che “sedano” il paziente nelle ore post-operatorie. Questi protocolli abbattono notevolmente le complicanze mediche degli interventi chirurgici. Sono nati circa 20 anni fa in Nord Europa per la chirurgia del colon, per la quale li adottiamo anche noi, da numerosi anni, nei due ospedali di Castelfranco e Montebelluna. Solo da alcuni anni, però, sono praticati per la chirurgia gastrica, e in pochi centri. Siamo contenti di dire che noi siamo parte di questi centri”.

Redazione Nurse Times

Fonte: la Tribuna di Treviso

 

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