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Dati ISTAT: in Italia moriamo più di quanto si muore in guerra

Quando il noto gioco Criminal Case ha mostrato il nuovo livello da affrontare, milioni di Italiani non sapevano che li avrebbe riguardati da vicino e che il misterioso serial killer aveva colpito 68mila volte anche se il numero pare provvisorio.

A diffondere questi dati non è stata la Polizia di Stato ma l’Istituto di Statistica Nazionale che, in maniera per nulla allarmista, ha commentato a latere che si tratta di un numero di decessi paragonabile al 1918 e al 1943, solo che negli anni citati erano in corso due eventi di seconda importanza storica come i conflitti mondiali.

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Da buoni Italiani, una non notizia è diventata invece la notizia, portando i Detective Colombo nostrani a formulare ipotesi che potessero confermare le loro teoria ma soprattutto individuare il colpevole: se c’è una cosa nel nostro Paese che non accade MAI è riuscire ad individuare il colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio” che si tratti di omicidio, rapina, attentati di mafia o liti di condominio. Figuriamoci se saremo in grado di dimostrare come e quando ma soprattutto cosa ha provocato questa ondata di decessi.

Andiamo con ordine e proviamo a ricostruire una vicenda che ha scaldato le dita dei miei connazionali che lancia in resta hanno immediatamente cominciato a dividersi tra colpevolisti e innocentisti a seconda del presunto colpevole individuato.

Memori della nostra capacità di non trovare un comune sentimento di unità di fronte alla tragedie, e se confermata questa potrebbe essere una tragedia, la divisione a cui abbiamo assistito si è manifestata su diversi livelli: si va dal livello politico a quello culturale passando per quello scientifico/complottista sino a giungere a più banali spiegazioni che portano in causa anche fantomatiche analogie con i Maya e con i Faraoni, In questo ultimo caso pare siano già pronti due episodi di Voyager che ci spiegheranno come in realtà questo fenomeno fosse già scritto in alcune pagine dei Vangeli Apocrifi.

Cosa è successo esattamente?

Una settimana fa l’ISTAT annuncia che, secondo i dati ricevuti dai Comuni, sta registrando un aumento di oltre 40mila morti in più rispetto all’anno precedente. Numeri impressionanti che però da soli non sono di nessun aiuto per poter stilare una serie di possibili cause e di conseguenza valutare l’opportunità di prendere seri provvedimenti.

L’ISTAT non si limita a “dare i numeri” ma aggiunge una postilla, che sarà decisiva per scatenare la “rete”, individuando in date storiche aumenti paragonabili e accosta il dato agli anni del primo e del secondo conflitto mondiale.

Se l’ISTAT cercava una notizia non poteva scegliere paragone migliore: moriamo più di quanto si muore in guerra.

Bisogna dire che la notizia arriva in un momento particolare: oltre a il gravoso impegno che le famiglie stanno sostenendo per organizzare il proprio Natale, milioni di allenatori sono momentaneamente in vacanza. Senza i Totti e i Garcia, con Dybala probabilmente in Argentina e i vari Kalinic, Icardi, Allegri e Mancini fermi per la sosta natalizia, smessa momentaneamente la tuta da CT, tutti pronti ad indossare l’impermeabile da detective.

Ma chi ha ucciso tutte queste persone?

A questa domanda l’ISTAT non risponde, allora ci pensiamo noi e facendo un rapido ventaglio delle ipotesi messe in campo, si scopre che:

  • L’inquinamento: altra notizia del giorno. Improvvisamente gli italiani scoprono che siamo un Paese inquinato. Le città, a causa delle condizioni meteo (come sempre eccezionali solo da noi), sono immerse in una cappa di smog e si scopre che le centraline di controllo dell’aria delle grandi metropoli hanno sfondato i dati di sicurezza sui PM10 (fossero solo loro potremmo anche vivere con meno ansia) più volte. La notizia rimbalza su TV e Quotidiani e scatta l’allarme: bloccare il traffico nelle grandi città è la parola d’ordine. Poi come sempre in Italia gli ordini vengono interprati a seconda delle esigenze, nel nostro caso politiche e di mercato. La cosa che stupisce è che il 30 novembre (meno di un mese fa) l’Agenzia Europea per l’Ambiente emanava i propri dati e si scopriva che ben 84mila morti premature avvenute nel nostro Paese erano causate dall’inquinamento ma essendo il dato riferito al 2012 nessuno, NESSUNO, ha pensato di approfondire il tema. Sono gli stessi che oggi a Milano hanno l’auto ferma in garage, a causa del blocco, e individuano nell’inquinamento atmosferico il motivo del record dei decessi
  • La Sanità: potevamo noi di Nursetimes non citare i fautori dell’ipotesi di un aumento dei decessi causati dal nostro SSN? Non potevamo non prendere in considerazione chi in queste ore sbraita contro il Sistema accusando il Governo in maniera del tutto impropria. Chi mi legge sa benissimo che non nutro alcuna simpatia per il Governo Renzi ma da qui a pensare che l’aumento dei decessi sia direttamente collegabile ad un peggioramento delle capacità di risposta del Servizio Sanitario francamente lo trovo non solo strumentale ma tacciabile, a mio banale giudizio, di malafede. Come sia possibile mettere in relazione le due cose è alquanto curioso per diversi motivi. Il primo motivo è: quale Servizio è maggiormente colpevole dell’aumento dei decessi? Quello Toscano? Quello Siciliano? Quello Pugliese? Avendo di fatto 21 SSR è comprensibile sospettare che il sospetto, scusate il gioco di parole, sia solo un pretesto per alimentare la propria propaganda politica. Se avessimo un reale SSN forse, dico forse, potremmo indicarlo tra i presunti colpevoli ma di fronte a 21 regioni con guide politiche diverse diventa solo propaganda.
  • Disagio Sociale e destrutturazione dei diritti: questa è un ipotesi interessante. Mette in relazione le riforme del Governo con la disuguaglianza sociale: se moriamo di più vuol dire che stiamo male e se stiamo male è colpa delle misure sociali intraprese da chi ci guida. Teoria piuttosto bizzarra ma che mi sento di sostenere almeno in parte (non posso certo sottrarmi anche io al gioco, nonostante tutto rimango italiano). In effetti questi anni sono stati caratterizzati da un impoverimento delle famiglie italiane a causa della crisi che sotto svariate forme ha aumentato la forbice di disuguaglianza sociale che esiste. E’ noto che un Paese che sta male “socialmente” si ammala di più ma avendo tra i suoi ammalati numerosi esclusi dal Sistema (ricordate i dati di chi ha smesso di curarsi?) per ragioni economico-sociali, non è inverosimile pensare che l’aumento dei decessi sia in realtà lo specchio di sofferenza del Paese. Siamo tra quelli che crescono meno (anche se la crescita non è sinonimo di benessere), con alti tassi di disoccupazione e preoccupanti dati di chi ha smesso di cercare lavoro, con un sistema di welfare sottodimensionato. Ultimo dato significativo: siamo tra i paesi più vecchi d’Europa.
  • Complotti internazionali: avrei potuto metterlo al terzo posto, Qui il web si è davvero sbizzarrito. Si va dalla guerra meteorologica, alle scie chimiche passando per le colpe di Big Pharma (che è colpevole a prescindere  su tutto quanto accade nel mondo), sino ad arrivare alle previsioni Maya . La vasta gamma dei complottisti sviluppa teorie al ritmo di una decina all’ora con i siti web presi d’assalto e condivisi sul proprio profilo social per dimostrare agli amici che c’è una ragione di quanto accade e la ragione non è mai quella che vogliono farci credere. Siamo dentro un complotto internazionale che ha previsto tutto quanto e stranamente si accanisce sempre contro noi italiani.

La verità è che ISTAT ha rilasciato i dati dei primi 8 mesi del 2015, ancora dobbiamo comprendere cosa è accaduto negli ultimi 4, di cui uno ancora non è finito e consiglio agli scaramantici di toccare ferro, ma soprattutto per formulare delle ipotesi serie occorre aspettare di leggere le cause di questi decessi per comprendere il fenomeno nella sua interezza e valutare quali accorgimenti bisognerà adottare.

Aldilà dei numeri, qual è il problema?

In fondo la morte è parte della vita e se siamo così tanto impegnati nel costruire un mondo dove facciamo finta di essere immortali la colpa non è certo di Madre Natura, essa ha previsto per il nostro Pianeta un ciclo nella quale “il morire” altro non è che un anello della catena.

Se volessi essere complottista vi direi che la morte è come il cucchiaio di Matrix “non esiste” ma preferisco chiudere con un grandissimo della comicità italiana, il Principe Antonio de Curtis in arte Totò, che sulla morte aveva le idee chiare, molto più di noi:

Perciò, stamme a ssenti…nun fa”o restivo,
suppuorteme vicino-che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”

(a livella)

Piero Caramello

Redazione Nurse Times

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