Coronavirus, tornano le visite ai parenti in ospedale: dal 10 marzo si potrà entrare per 45 minuti al giorno

Approvato dalla Commissione Affari costituzionali del Senato il relativo emendamento. La soddisfazione di Viva Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene e sanità a Palazzo Madama.

“Finalmente si ripristina il diritto di visita dei parenti nei reparti ospedalieri. Sono molto felice per l’approvazione in Commissione Affari costituzionali di un emendamento che dà la garanzia ai visitatori di un accesso minimo giornaliero per stare vicino ai loro cari ricoverati. Sappiamo quanto la presenza dei parenti sia fondamentale per la cura. Troppe persone hanno sofferto in questi due anni di pandemia. Ma ora, con le dovute precauzioni – super Green pass, tamponi e mascherine – riprendiamo il diritto alla visita”. Così Viva Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene e sanità al Senato.

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“L’emendamento da noi presentato, che prevede il ripristino delle visite dei familiari nei reparti di degenza e la garanzia minima di 45 minuti al giorno, è stato approvato in Commissione Affari sociali con una riformulazione del Governo che prevede l’entrata in vigore dal 10 marzo, per dar tempo ai direttori sanitari di organizzarsi – continua Parente -. Con questo emendamento abbiamo colto le istanze di tante associazioni e persone singole che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo. Se tanti direttori sanitari hanno infatti riaperto l’accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari, molti altri non lo hanno fatto. Fino a oggi l’accesso ai famigliari è consentito solo in sale d’attesa e con durate molto variabili, ma comunque brevi, nonostante vi siano state esperienze positive di aperture, senza che ne siano scaturiti cluster. Era necessaria una norma che facesse chiarezza e ristabilisse uniformità”.

La senatrice precisa che “l’accesso avverrà con le stesse misure previste per le Rsa”. Oltre alla mascherina Ffp2, sarà dunque necessaria una certificazione che mostri l’avvenuto completamento del ciclo di vaccinazione primario più guarigione (con tampone), oppure il completamento del ciclo di vaccinazione primario più dose booster (senza tampone).

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