Coronavirus, studio brasiliano: “Importante non ridurre l’attività fisica”

Tra le conseguenze negative della pandemia ci sono la tendenza alla sedentarietà e a un’alimentazione poco sana. Occhio all’umento dei casi di diabete di tipo 2.

Il distanziamento sociale e lo smart working aiutano a prevenire la trasmissione del coronavirus, ma possono favorire comportamenti malsani. Eccedere con il cibo da fast food, per esempio, o passare più tempo seuti a fissare uno schermo. Insomma, muoversi poco durante il giorno. Un fattore da non sottovalutare. In un articolo pubblicato su su Frontiers in Endocrinology alcuni ricercatori dell’Università Statale di San Paolo (UNESP), in Brasile, sostengono infatti che la riduzione dell’attività fisica sperimentata durante i primi mesi della pandemia potrebbe portare a un aumento annuale di oltre 11,1 milioni di nuovi casi di diabete di tipo 2 e provocare oltre 1,7 milioni di decessi.

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“Studi recenti hanno dimostrato che le persone con diabete corrono un rischio maggiore di sviluppare la forma grave di Covid-19 e di morire, se la condizione non è adeguatamente controllata – ha detto Emmanuel Gomes Ciolac, professore presso il Dipartimento di Educazione fisica dell’UNESP e autore principale dello studio –. Altri hanno dimostrato che l’allontanamento sociale e il confinamento hanno ridotto notevolmente i livelli di attività fisica, aumentando il comportamento sedentario e abbassando la qualità della nutrizione. Il nostro articolo serve come avvertimento sulle conseguenze dannose di queste tendenze”.

La revisione copre i risultati di un sondaggio online internazionale condotto da un gruppo di 35 istituti di ricerca in diversi continenti. Stando ai risultati, preliminari in quanto si riferiscono ai primi 1.000 volontari per la compilazione del questionario, il livello di attività fisica è diminuito del 35% nei primi mesi. Un calo accompagnato dall’aumento pari al 28,6% del comportamento sedentario. Studi precedenti avevano già dimostrato che la mancanza di attività fisica ha contribuito a causare circa 33 milioni di casi di diabete di tipo 2 nel 2019 e 5,3 milioni di decessi nel 2018.

Sulla base dei dati per il periodo precedente la pandemia, i ricercatori hanno stimato che l’attuale prevalenza di inattività fisica (non ottenendo la quantità minima di esercizio raccomandata dalle autorità sanitarie) era del 57,3% tra gli ultracinquantenni in generale e del 57,7% tra le persone a rischio di diabete. La mancanza di esercizio fisico può essere quindi considerata responsabile del 9,6% dei casi di diabete (11,1 milioni) e del 12,5% dei decessi per tutte le cause nel mondo (1,7 milioni), se questa prevalenza persiste per lungo tempo.

“È importante essere consapevoli della differenza tra livelli insufficienti di attività fisica e comportamento sedentario – afferma Ciolac –. Una persona non sufficientemente attiva è un individuo che non raggiunge la quantità minima di esercizio raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. L’Oms, infatti, raccomanda almeno 150 minuti di esercizio aerobico moderato o 75 minuti di esercizio aerobico intenso a settimana per gli adulti di età compresa tra 18 e 64 anni.

Il comportamento sedentario, per giunta, è associato al tempo trascorso seduto, sdraiato o sdraiato. La ricerca mostra che guardare la televisione o lavorare al computer per lunghe ore può essere dannoso per la salute anche delle persone fisicamente attive. Coloro che sono tenuti a utilizzare un computer tutto il giorno per lavoro dovrebbero alzarsi ogni 30 minuti circa per sgranchirsi le gambe e fare qualsiasi esercizio leggero possibile.

Il confinamento, dunque, non dovrebbe impedire alle persone di svolgere un’attività fisica più intensa. Le raccomandazioni dell’Oms, ad esempio, includono prendere lezioni di ginnastica online, molte delle quali gratuite, giocare con i bambini, svolgere le faccende domestiche come la pulizia e il giardinaggio, salire e scendere le scale, persino camminare sul posto.

Il team di ricercatori UNESP consiglia anche esercizi che utilizzano il peso corporeo per migliorare il tono muscolare, come addominali, flessioni sulle braccia, accovacciati e alzarsi da una sedia, nonché esercizi aerobici da eseguire in sicurezza vicino a casa, come camminare, fare jogging e andare in bicicletta. Infine è bene curare l’alimentazione: i pasti dovrebbero essere sani, con abbondanza di frutta e verdura, evitando cibi lavorati.

Redazione Nurse Times

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