I vigenti protocolli di prevenzione contro il coronavirus prevedono che un paziente, prima di essere ricoverato in una struttura ospedaliera in casi di urgenza, debba essere prima sottoposto a “tampone rapido”. Ci viene segnalato dal personale delle Uoc di Ostetricia e Ginecologia che nella notte tra il 4 e il 5 agosto, all’ospedale Di Vneere, viene ricoverata una partoriente per un taglio cesareo di urgenza, ma i tamponi rapidi sono terminati, motivo per cui la paziente viene sottoposta a tampone tradizionale, trasferita nel reparto di Ostetrica e in sala operatoria per l’intervento d’urgenza.
Mercoledì mattina l’amara sorpresa dell’esito del tampone, che purtroppo risulta essere positivo. Di conseguenza, reparto e sale operatorie chiuse per sanificazione, e personale entrato in contatto con la paziente sottoposto a quarantena, secondo quanto previsto dai protocolli regionali. Qualora la circostanza fosse confermata, sarebbe l’ennesimo atto che evidenzia il pressapochismo della Asl Ba e della direzione medica dell’ospedale Di Venere, che non hanno avuto l’accortezza di approvvigionarsi per tempo dei tamponi rapidi prima che terminassero.
Fa rabbia dover denunciare carenze di questo genere, che mettono pericolosamente a rischio la salute degli operatori e degli ignari pazienti ricoverati, esposti al rischio di contagio. Chiediamo alla direzione generale della Asl Ba e all’assessore alle Politiche della salute di avviare con immediatezza un’indagine tesa a chiarire eventuali responsabilità.
Redazione Nurse Times
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