Coronavirus, ora il vaccino Sputnik V piace più dell’AstraZeneca

L’Europa apre al siero russo, che ha un’efficacia del 91,6%. E l’Ungheria lo ha già approvato per l’uso di emergenza.

Meglio il vaccino europeo AstraZeneca o quello russo Sputnik V? Il dubbio cresce dopo che sulla prestigiosa rivista medica Lancet è stato pubblicato uno studio che stima l’efficacia del siero russo a un elevatissimo 91,6%, mentre l’AstraZeneca è ufficialmente al 59.5% (anche se Lancet parla del 76%), e oltretutto in Italia e Belgio è autorizzato solo fino ai 55 anni e in Germania fino ai 65, tagliando fuori l’uso sugli anziani. Non a caso ieri la Svizzera ha dato parere negativo alla sua autorizzazione.

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“Sputnik – osserva l’infettivologo Massimo Galli, primario al Sacco di Milano – ha dati oltre le aspettative. È evidente che i suoi risultati sono superiori a quelli ottenuti da AstraZeneca”. Va oltre l’immunologa Antonella Viola: “Rinuncerei del tutto al vaccino AstraZeneca e, insieme a quelli Pfizer e Moderna, punterei sul vaccino russo Sputnik e su quello americano Johnson&Johnson”.

Intanto Mosca vuole aumentare la produzione estera del vaccino Sputnik. “In un futuro molto vicino vogliamo cominciare a produrre in altri Paesi per rispondere alla domanda crescente”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Tra i Paesi candidati c’è la Germania. L’istituto Gamaleya di Mosca e il Fondo di investimenti diretti (Rdif), che producono il siero russo avrebbero contattato l’azienda biofarmaceutica Idt Biologika di Dessau, nella Sassonia-Anhalt.

Anche lo stesso ministro alla Sanità tedesco, Jens Spahn, ha reso noto che “sono in corso riflessioni” riguardo alla produzione dello Sputnik. “Possiamo anche dare il nostro sostegno alla produzione di un vaccino che ancora non è stato autorizzato in Europa”, ha detto. Era stata la stessa Angela Merkel

a dirsi favorevole, la scorsa settimana, alla distribuzione dello Sputnik anche in Germania, se l’Ema darà il suo via libera. Sulla questione la Cancelliera ha avuto un confronto anche con il presidente russo Vladimir Putin.

Ieri anche il nostro ministro della Salute, Roberto Speranza, ha aperto: “Sul vaccino russo non dobbiamo avere timori. Quello che per noi è importante è il passaggio Ema. A questo proposito abbiamo sollecitato l’Ue alla valutazione scientifica sul quest’ultimo e quello di altri Paesi”. Così si sono espresse anche la Francia e la Spagna. Il governo spagnolo è “aperto” ed “entusiasta” all’idea di utilizzare lo Sputnik V, “una volta che questo dovesse essere autorizzato dall’Ema”, ha detto il ministro della Sanità, Carolina Darias.

Come già le Regioni Liguria, Veneto e Lazio, anche la Lombardia è favorevole allo Sputnik. Ieri il vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha chiesto al Governo di “valutare la possibilità di utilizzare il vaccino prodotto dalla Russia”. Bruxelles è prudente, ma certo non chiude. “Se e quando sarà richiesta all’Ue un’autorizzazione per l’immissione in commercio per il vaccino russo – ha confermato ieri la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, la domanda sarà valutata dall’Agenzia europea per i medicinali (Ema) secondo gli stessi criteri di sicurezza ed efficacia utilizzati per la procedura d’autorizzazione degli altri vaccini”.

La commissaria ha poi chiarito la posizione Ue rispetto all’Ungheria, che ha già cominciato ad acquistare i vaccini Sputnik dopo averli autorizzati con una procedura nazionale d’emergenza. “Quello ungherese riguardo allo Sputnik è un procedimento di autorizzazione di emergenza per un vaccino che non è fra quelli riguardanti i nostri accordi – ha spiegato –, e non si tratta quindi, di un accordo parallelo, vietato. Naturalmente lo Stato membro che concede un’autorizzazione d’emergenza lo fa assumendosi tutta la responsabilità in caso di rischi ed effetti collaterali per la popolazione”.

Redazione Nurse Times

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