Coronavirus, l’onorevole Costanzo lancia l’allarme sul Regina Margherita di Torino.

La deputata piemontese, da noi contattata, parla della difficile situazione all’ospedale del capoluogo. E sul ruolo degli infermieri: “La loro figura va rivalutata”.

«Mi risulta che all’ospedale Regina Margherita di Torino il personale sanitario sia costretto a operare in assenza dei requisiti minimi e dei materiali raccomandati per garantire la sicurezza. Nello specifico, mancherebbero le mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, ma pure i calzari e i camici idrorepellenti. Per quanto riguarda questi ultimi, pare che quelli messi a disposizioni siano a manica corta, e dunque del tutto insufficienti a evitare i rischi di contagio». A lanciare l’allarme è Jessica Costanzo (foto), deputato torinese del M5S e membro dell’XI Commissione Lavoro pubblico e privato.

Da noi contattata telefonicamente, l’onorevole Costanzo ha precisato che, in merito alla situazione dell’ospedale Regina Margherita, «non ho riscontri diretti, ma basati sulle numerose, allarmanti segnalazioni a me pervenute», aggiungendo che «in queste ore sto provando a contattare l’Unità di crisi per saperne di più».

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L’occasione è propizia per una riflessione sul ruolo degli infermieri, oggi dipinti come eroi, ma spesso bistrattati prima dell’emergenza coronavirus. «Mi auguro sinceramente che questa difficile esperienza serva da insegnamento – dice la deputata – e segni una definitiva inversione di tendenza nella considerazione della figura infermieristica. Alla luce di ciò che stanno passando e dei sacrifici che stanno sostenendo, gli infermieri devono essere rivalutati, anche perché sono i professionisti più a stretto contatto con i pazienti e si adoperano in maniera davvero encomiabile per la salute della comunità»

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Fa discutere, intanto, una direttiva della Regione Emilia Romagna che pare prevedere il richiamo in servizio dei sanitari positivi ma asintomatici, sebbene su base volontaria. Una soluzione che starebbe prendendo piede anche in Piemonte, regione d’origine dell’onorevole Costanzo. Una soluzione già stroncata pubblicamente dal sindacato Nursing Up e avversata dalla stessa Costanzo: «Di questo orientamento, per ora, ho solo riscontri ufficiosi, ma non credo proprio che sia corretto. Capisco l’allarme provocato dalla carenza di personale, soprattutto in questo momento, ma perché rischiare di aggravare una situazione già ai limiti del collasso? Nessuno può garantire che gli asintomatici non siano fonte di contagio. Ritengo opportuno, quindi, fare un passo indietro ed evitare reazioni impulsive».

A proposito di reazioni, ecco come la deputata valuta quella dell’Italia e degli italiani a un’emergenza inattesa: «All’inizio un po’ tutti abbiamo preso sottogamba il problema. Poi, però, il tamtam mediatico e l’aggiornamento costante sul numero di contagi e decessi ci hanno aperto gli occhi. Ormai ci siamo resi conto della facilità con cui l’infezione si propaga e, grazie a una serie di decreti restrittivi emessi dal Governo, stiamo capendo che l’isolamento a casa è l’unica soluzione. Serve un sacrificio collettivo, ma sono convinta che ne verremo fuori più forti di prima».

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